Come recita il famoso proverbio: "sbagliare è umano ma perseverare è diabolico".
Non è possibile come un orologio svizzero in questo periodo da ormai troppi anni a questa parte dei giocatori tirano i remi in barca. Il problema è sempre lo stesso, la mancanza di una società forte e coesa. D'altronde sempre per rimanere in tema di proverbi si sa "quando il gatto non c'è i topi ballano".

Se il capo vive a 4000 km di distanza e non fa mai sentire la sua voce, perché seppur Steven ricopre la carica di presidente i cordoni della borsa mi tiene ben chiusi il signor Zhang. Non so quanto paghi e se paghi mettere in piazza i problemi di tutti i giocatori come sta attuando Marotta in questi giorni. Soprattutto non si è ancora capito se Marotta è il vero manager padre padrone dell'Inter, che può con uno schiocco di dita prendere decisioni o l'ennesima marionetta senza alcun potere.
La cosa certa è che lo spogliatoio è una polveriera e purtroppo non si vedono all'orizzonte prese di posizioni di Zhang. Il principale scopo di una squadra di calcio dovrebbe essere quello di vincere sul campo e per fare ciò dovresti allestire una squadra con campioni capaci di reggere le pressioni, non mezze calzette che alle prime difficoltà si sciolgono come neve al sole.

La mia speranza è che la strategia di Marotta funzioni, ricordo però che alla Juve poteva fare il duro, mettere in piazza i problemi per il Bonucci sullo sgabello, perché aveva alle spalle una società forte e alternative valide da mettere in campo, all'Inter queste due cose mancano terribilmente.

Marotta dirigente troppo esperto per non sapere che se pensi di spaventare la Juve con De Paul, con tutto il rispetto buon giocatore di prospettiva ma non il giocatore che ti fa fare il salto di qualità, la strada èancora lunga e tenebrosa e la pazienza sta per terminare.