Scrivere una cosa del genere pareva un’utopia dopo i primi quattro turni della fase a gironi. Ma l’impossibile è avvenuto: l’Atalanta vola ai quarti di finale della Champions League 2019/20.

Una qualificazione ampiamente blindata con il sontuoso match offerto nella gara di andata terminata 4-1 a San Siro contro il Valencia e chiusa definitivamente nel surreale clima del Mestalla, rifilando altre quattro sberle all’attuale squadra dell’ex capitano giallorosso Florenzi. Insomma, una doppia sfida senza storia, dominata dalla squadra di Gasperini, la quale approda tra le prime otto d’Europa: un sogno.

E se del gioco spumeggiante ed offensivo della Dea è stato detto di tutto, lodando un collettivo capace di stupire e di non fermarsi mai, rincorrendo sempre nuove ambizioni, la copertina di oggi se la merita una delle stelle più luminose del firmamento orobico: Josip Ilicic.

Lo sloveno si è fatto conoscere, all’inizio della sua carriera italiana, vestendo la maglia del Palermo: proprio in terra siciliana si è guadagnato l’etichetta di “bravo ma non si applica”. Infatti, ha alternato troppo spesso prestazioni da calciatore affermato a partite anonime, che non gli hanno permesso di fare quel salto di qualità che avrebbe tranquillamente potuto compiere essendo dotato di mezzi fuori dal comune.

Una chance importante arriverà comunque da Firenze, dove confermerà il trend in rosanero, tra alti e bassi.

Arrivato a Bergamo nel 2017, quando forse le aspettative non erano più quelle degli anni precedenti, l’ex viola è voluto andare nuovamente controcorrente, stavolta nel verso giusto: sempre in doppia cifra, ha finalmente trovato la sua dimensione ideale all’alba dei trent’anni, trovando quella considerazione e quella maturità calcistica che gli era sempre mancata.

E ieri, finalmente, ha trovato la consacrazione internazionale, raggiungendo il punto più alto della sua carriera: quattro reti in un solo match nella competizione per club più importante del mondo.

Una notte che, in un clima particolare, ha regalato un sorriso al popolo orobico e ha permesso allo sloveno di iscrivere il suo nome nella storia.

Ebbene sì, perché con la quaterna di ieri, l’atalantino è entrato a far parte del club dei calciatori che hanno segnato un poker in una sfida di Champions League (da quando è divenuta tale a partire dalla stagione 1992/93).

Ecco le imprese degli altri cannonieri, i quali, da ieri sera, dovranno fare posto anche al talento cristallino di Ilicic.

 

-Marco van Basten (Milan-IFK Goteborg 4-0, 1992)

In principio, il cigno di Utrecht.

È la prima edizione della ribattezzata Champions League, erede della vecchia Coppa dei Campioni.

E alla prima partita della fase a gironi, l’olandese lascia il segno indelebile sul match e sulla competizione: quattro reti, di cui una leggendaria in rovesciata, che ancora oggi fa stropicciare gli occhi anche alle nuove generazioni. Partita senza appello e girone stradominato.

Di lì a poco, il centravanti riceverà il terzo Pallone d’Oro della sua carriera.

 

-Simone Inzaghi (Lazio-Marsiglia 5-1, 2000)

Ebbene sì, l’attuale tecnico biancoceleste risulta uno degli attaccanti facenti parte del circolo dei bomber di lusso. Nella stagione dello Scudetto, l’attaccante, non titolarissimo nella corazzata di quegli anni, si regalerà la notte magica della sua carriera, segnando quattro goal nella sfida che risulterà fondamentale per l’approdo ai quarti di finale della competizione, ancora oggi miglior risultato della storia laziale.

Curiosità: è l’unico italiano ad aver raggiunto questo traguardo.

 

-Dado Prso (Monaco-Deportivo La Coruna 8-3, 2003)

In una delle partite più divertenti della storia della manifestazione, la squadra del Principato fornirà una delle prestazioni più convincenti, nell’annata della finale persa contro il Porto condotto da Josè Mourinho.

Chi ha avuto modo di assistere a quel match, non può fare a meno di ricordarlo con piacere, in quanto vi erano di fronte due squadre che se la sono giocata a viso aperto e il match è stato per anni un emblema del calcio senza tatticismi e difensivismi.

Stella incontrastata di quella notte fu Dado Prso: attaccante che ha vissuto gran parte della sua carriera a Montecarlo e che ha trovato in quella nottata di più di sedici anni fa il momento più alto. I primi due gol furono realizzati di testa, il marchio di fabbrica del centravanti croato.

 

-Ruud van Nistelrooij (Manchester United-Sparta Praga 4-1, 2004)

Se nel 2004 fosse stato chiesto di scrivere chi fossero gli attaccanti più forti in circolazione, chiunque avrebbe inserito nella propria lista il nome dell’attaccante olandese.

Macchina da goal, è una leggenda della Champions League, essendo nella top ten dei marcatori di sempre e avendo vinto per due volte di fila il titolo di capocannoniere. Non poteva dunque mancare tra i calciatori che hanno siglato un poker: nella fase a gironi, schiantò praticamente da solo lo Sparta Praga.

Nonostante questo rapporto straordinario, l’olandese, che ha vestito anche la casacca delle Merengues, non riuscirà mai a vincere il trofeo (e, incredibile, neanche ad arrivare in finale): il destino, a volte, sa essere davvero beffardo.

 

-Andrij Shevchenko (Fenerbache-Milan 0-4, 2005)

L’attaccante ucraino, eroe della finale di Manchester nel 2003, si è reso protagonista anche di una notte speciale in Turchia, mesi dopo la disfatta di Istanbul contro il Liverpool: il suo rigore sbagliato ha consegnato la Coppa ai Reds, nella finale più folle di tutti i tempi. La sua personale rivincita la ottenne nel solo modo che conosceva in quegli anni: segnare.

E in quella serata avrebbero potuto essere anche di più!

 

-Lionel Messi (Barcellona-Arsenal 4-1, 2010)

Il primo poker in una gara ad eliminazione diretta non poteva che essere realizzato dalla Pulce: nella gara di ritorno degli ottavi di finale, dopo il vantaggio dei Gunners, l’argentino si prese la squadra sulle spalle e ribaltò con un travolgente poker il vantaggio inglese, trascinando la squadra al turno successivo. Tra le sue reti, va segnalato il pallonetto stratosferico che è valso il 3-1: per i pochi che se lo fossero perso, è una gemma assolutamente da fare propria.

 

-Bafétimbi Gomis (Dinamo Zagabria-Lione 1-7, 2011)

È l’ultima gara del girone e ai francesi serviva una vittoria larghissima con almeno sei reti di scarto per passare il turno: in una sfida che all’epoca destò scalpore e timori, Gomis iscrisse il suo nome nella lista dei pokeristi della manifestazione.

 

-Mario Gomez (Bayern Monaco-Basilea 7-0, 2012)

Ottavi di finale. In Svizzera, i padroni di casa si sono imposti per 1-0.

I bavaresi devono rimontare nel match di ritorno.

E lo fanno, senza mezze misure.

Un devastante passivo per gli elvetici, complice un Gomez da panico, che prima segna il 3-0 da vero rapinatore d’area e poi, nella ripresa, segna altri tre goal, i cui assist arrivano tutti da Frank Ribery.

La stagione si concluderà con la finale casalinga persa contro il Chelsea: il riscatto arriverà l’anno dopo, vincendo il derby teutonico contro il Borussia Dortmund, prima del passaggio alla Fiorentina.

 

-Robert Lewandowski (Borussia Dortmund-Real Madrid 4-1, 2013)

E proprio i gialloneri guidati all’epoca da Klopp, prima dell’atto conclusivo perso contro il Bayern, elimineranno il Real Madrid in semifinale, con una partita d’andata stratosferica: 4-1, con protagonista assoluto il centravanti polacco.

Nella giornata della sfida, viene praticamente annunciata pubblicamente la sua cessione ai bavaresi (in cui attualmente milita): lui risponde con una partita leggendaria.

Anche lui, non poteva mancare nella ristretta cerchia dei goleador multipli.

 

-Zlatan Ibrahimovic (Anderlecht-PSG 0-5, 2013)

Lo svedese, che ha da sempre avuto un rapporto di amore-odio con la Coppa dalle grandi orecchie, si è preso la sua parte con un poker in Belgio: nelle sue reti c’è tutta la potenza, la tecnica, la voglia e lo spirito guerriero di uno dei più forti attaccanti della sua generazione.

Un posto nella storia della Champions League è assolutamente meritato.

 

-Cristiano Ronaldo (Real Madrid-Malmo 8-0, 2015)

E, ovviamente, non poteva non esserci il simbolo per eccellenza: CR7.

Con la maglia Blancos ha vissuto serate memorabili e una tra queste è quella vissuta a dicembre del 2015. Una partita senza storia, che vedrà il lusitano ergersi a protagonista assoluto: rapacità e istinto lo aiuteranno a raggiungere uno dei suoi molteplici record. Con questi goal, infatti, chiuderà a 11 reti la fase a gironi della Champions League 2015/16, poi vinta: nessuno come lui.

 

Vi sono poi due calciatori che hanno addirittura segnato 5 reti e che risultano ancora essere gli esclusivi di questa speciale classifica.

Il solito Messi ha marcato il pokerissimo nel 7-1 contro il Bayer Leverkusen, valevole per gli ottavi di finale della Champions League 2011/12.

L’altro è invece una vecchia conoscenza rossonera (per modo di dire, visto che è stato più un fantasma): Luiz Adriano, che ai tempi dello Shaktar Donetsk si fece conoscere a livello internazionale con le reti rifilate al Bate Borisov nella fase a gironi della Champions League 2014/15.

 

Dopo cinque anni, dunque, una nuova star è finalmente brillata: Ilicic si accosta ai grandi campioni del presente e del passato.

Finalmente il fiore è sbocciato: complimenti ancora a lui e tutta l’Atalanta, la quale ha varcato i confini ed esportato il bel prodotto del suo calcio a livello internazionale, anche grazie alla crescita dello sloveno.