Molto spesso penso "Beh una l'ho vista vincere dalla mia Juve", ma poi ritornandoci sù mi dico "Ma può bastare? No". 

Sono anni che combatto una guerra interna, sul come sia possibile che una squadra tanto rinomata in Italia, e molto spesso preferibilmente, meglio non incontrare in Europa, almeno così si dicono molti esperti internazionali, sulla possibilità di averla nel girone, tantomeno dagli ottavi in avanti, come sia possibile che così tanto temuta, alla fine cada come un pero sotto i colpi dell'avversario. Sarà colpa della poca affinità, colpa degli allenatori, o delle scelte fatte sul mercato? Sono passati 24 anni, e forse ancora oggi non è pronta a lottarsi una Champions League, ma non per il non aver fatto squadre importanti negli anni, anzi, molte volte sembrava poter dare quella sterzata, e non parlo soltanto delle 5 finali da quel 1997 al 2017, ma anche in stagioni quando venne buttata fuori da club molto inferiori, ma che alla fine con una prestazione stupefacente, l'hanno spedita a casa, come nulla fosse.

Fusse che Fusse, diceva il compianto Nino Manfredi, che questa squadra, con gli anni abbia perso tutto quel timore che portava nei confronti degli avversari, ripeto gli errori poi sarebbero da vedere e rivedere, una formazione sbagliata, forse un'azzardata, forse un campione in panchina, e una riserva mai messa prima, un allenatore che sembrava un fenomeno che non riesce a superare il girone, o un brocco fischiato da tutti che si porta a casa due super finalone. Ma che dire dell'uomo d'Europa secondaria, che arriva e si ritrova a combattere una guerra che non gli compete, forse serviva uno tosto come un magnete, uno come era quel Sergente Di Ferro, che anche in quei casi, si è trovati davanti ai suoi fantasmi. Ma il ricordo più strano fù proprio in quell'anno, targato Fabio Capello, uno squadrone immenso, che vince lo scudetto, ma che in Champions va a pareggiare con una squadra svedese che non mi è semplice nemmeno nominare; Djurgården. Poi passa il girone, battendo due volte quel Bayern Monaco che pareva uno squadrone, ma dopo un aver spazzato quel Real Madrid lanciato a vittoria finale, si ferma al quarto contro un Liverpool, che alla fine si rivelò campione.  Beh forse quell'anno, senza pensarci più volte, quasi tutti pensammo, fosse quello giusto per alzare le coppe, quella del campionato, la Champions League, e anche quella Coppa Italia lì. Invece solo lo scudetto, non bastò per chiudere un anno, che un anno dopo avrebbe dato un brutto verdetto. Poi ci fù il ritorno, e dopo 8 anni, di nuovo giù in fondo, ma forse l'abitudine di perdere, era entrato nel meccanismo, quindi sotto di 3 o di 4 reti, nella era pessimismo, erano più forti, e questo gli va dato lode, altro che gli invisibili Tevez, Pogba e Vidal nel 2015, e Higuian-Dybala nel 2017, li chi doveva fare la differenza la fece, quel Messi non si arrese, così come quel Cristiano Ronaldo, che in blaugrana e in blancos, fece saltare tutto il banco, quello costruito pian piano da quell'Allegr'i'o signore livornese, che era arrivato senza pretese, forse l'unica fu un Mattia De Sciglio, portato come scarto e trasformato in un buon appiglio, panchinaro, certo non poteva chieder altro, ma non arrivò nessuno che egli aveva chiamato. Pianto di gioa o di dolore hanno accompagnato l'addio di quel signore, dopo 5 anni di calcio normale, ma che alla fine qualcosa tornava a regalare. Poi il buoio totale, la lampadina si è spenta, c'è chi parte di fretta, qualcuno che torna al capezzale, con una squadra da rimaneggiare, quel campione da 90 milioni, preso,ceduto, riportato di nuovo, sembra un allocco con un contratto d'oro, poi il piccolo fenomeno che si vela, con l'arrivo di un campione alla chimera. L'occhialuto signore portato alla deriva, con una squadra, che già dall'inizio non gli serviva, così dopo una stagione dannata, alla fine alla casa una porzione l'ha portata, ma non basta al caro comandante di prua, via il vecchio e dentro il nuovo, un nuovo che non sapeva nemmeno come comandare una baracca, infatti in poco tempo si vede la mano, di chi non ha mai allenato, ma come dire "Dare del tempo, e non sprecar fiato", e così che il tempo passa tranquillo, tra una prestazione alta e dopo un squillo, l'allarme sembra dare scompiglio, specialmente quando davanti si parano davanti risultati da sbadiglio. E che dire di due pareggi scarsi e avari? Beh forse sarebbe da spellarsi le mani, ma non di applausi come molti possano credere, ma di rabbia che non si riesce a ricredere. E il pari a partita finita? Beh cosa dire questa è la vita...Ma perchè allora bisogna arrabbiarsi, perchè quel trofeo non arriva, alla fine l'aziendalista proprietario, guarda il portafoglio con il cuore in mano, a lui interessa vincere davvero? Ma no, perchè il suo scopo è quello di arrivare, ma poi non vincere è normale, nessuno ha messo una taglia sulla testa della società, quindi basta portare a casa quel che basta, scudetto? Certo, quello è d'obbligo, almeno fino alla scorsa stagione, altrimenti non avrebbe fatto la scelta di mettere un signor buontempone, che tenta di scalare un qualcosa che fece in campo, ma che in panchina non ci capisce poi tanto. Cosa dici, servirebbe un pò di passione? Ma certo egli la metteva correndo dietro ad un pallone, ma da faro dalla panchina, sembra una natura morta, non alza un dito, se non per spostare la sua folta chioma, senza l'accenno di un sorriso. E' carattere....è carattere, ma forse quel carattere lì per un allenatore, è la cosa che meno possa servire, non dico che serve un Gennaro Gattuso incazzato, uno Iachini che spreca solo fiato, ma nemmeno un Dino Zoff muto, che al massimo faceva uno starnuto, si è vero vinse qualche trofeo, ma era un altro tempo, c'erano altri campioni, quelli che oggi in campo si contano su due dita, pardon, se proprio ci vogliamo allargare, perchè se uno portoghese ci mette l'anima anche in una partita, l'altro sembra pensare solo allo stipendio, perchè se arriva allora torna campione, altrimenti fa solo la brutta faccia del copione, che piange e si dispera, perchè non riesce a far cadere dall'albero la pera, che ancora acerba, non sembra aver la fretta che egli ha, tanto di stare a lagnar un motivetto continuo "Il portoghese prende più del triplo del mio ingaggio, per questo fa il fenomeno da Settembre a Maggio. Io che invece me lo porto dietro da due anni, vado avanti a bocconi e affanni, ma se me lo portate almeno al doppio, faccioquel che faceva Baggio". Forse ci verrebbe da dire "Paulo non bestemmiare! Quel che faceva il Divin Codino, tu non lo sai neanche fare".
Quindi quando ci chiediamo "Ma la Juventus quando la vince sta Champions?", ci ridiamo sopra, perchè ci riporta con armonia, a quell'anno, quando tutti se la ridacchiavano, con la solita cantilena "Ne avete vinta una e nemmeno dovevate prendervela", è già, forse a distanza di anni, come spesso ricordo, io non l'ho vissuta in prima persona, ma posso dire che dopo quei video strazianti di pianti loro e miei, io tranquillamente la ridarei, mi accontento di quella del 1996, vinta sul campo, se anche di rigore, ma quel che conta è averla vinta con forza e onore.