Il primo big match della stagione va alla Lazio che all’Olimpico batte 3-1 l’Inter e si issa in testa alla classifica.
Una prova convincente quella degli uomini di Sarri che superano un’Inter apparsa ancora imballata dalla preparazione estiva grazie ad un’ottima prestazione di squadra e a delle trame di gioco che possono far ben sperare Sarri per il prosieguo della stagione. Diverso naturalmente l’umore in casa Inter con i nerazzurri sconfitti non solo sul risultato, ma anche sul piano del gioco, cosa questa che stona rispetto alla passata stagione quando le idee tattiche di Inzaghi avevano più volte trovato riscontro in campo attraverso prestazioni di ottimo livello che avevano convinto sia i tifosi che gli addetti ai lavori.

Formazione tipo quella scelta da Inzaghi con la sola novità di Gagliardini al posto di Calhanoglu per arginare la fisicità di Milinkovic-Savic e con Dimarco ancora preferito a Gosens. Per Sarri, invece, ancora spazio a Cataldi in cabina di regia (con Marcos Antonio ancora in panchina) mentre Vecino completa il trio di centrocampo relegando Luis Alberto tra le riserve (come accaduto nelle partite precedenti).

L’inizio di partita è di marca nerazzurra con gli uomini di Inzaghi che però si limitano ad alternare un possesso palla alquanto sterile a veloci azioni sulla corsia di destra sfruttando la velocità di un pimpante Dumfries. Nonostante il predominio del possesso i nerazzurri non creano però nessun pericolo limitandosi a crossare in mezzo all’area palloni di facile lettura per la difesa avversaria. Così mentre i nerazzurri faticano nel creare occasioni da gol, ad essere pericolosi sono gli avversari: al quarto d’ora Immobile ben imbeccato da Marusic mette a lato un buon pallone mentre qualche istante dopo è provvidenziale Skriniar sul tiro di Zaccagni. Al 35’ altra occasione biancoceleste con Felipe Anderson servito sulla corsia destra (bravo ad andare via a Dimarco) che mette in mezzo un buon pallone per Immobile che però trova Handanovic sulla sula conclusione. Al 40’ arriva però la svolta: nell’inedito ruolo di regista Milinkovic-Savic scodella in area un pallone millimetrico per l’inserimento di Felipe Anderson che perso dalla coppia Dimarco-Bastoni insacca di testa il gol del vantaggio.
La prima frazione si chiude quindi sull’uno a zero per i padroni di casa che nel finale legittimano quanto creato.

L’inizio del secondo tempo non cambia lo spartito della partita, con la Lazio che dopo un solo minuto sfiora il raddoppio con Immobile ben servito da Lazzari che però trova la buona risposta di Handanovic sul primo palo. L’occasione della Lazio sveglia i nerazzurri che al 50’ segnano il gol del pareggio grazie ad un calcio di punizione: palla messa in mezzo e dopo un rimpallo arriva sulla testa di Dumfries bravo a rimettere in mezzo la sfera. La palla arriva sul secondo palo dove un lesto Lautaro si avventa sulla sfera e segna il gol dell’uno a uno. Il gol carica a pallettoni i nerazzurri che solo un minuto dopo sfiorano il gol del sorpasso: cross sul secondo palo di Dimarco per Dumfries che tutto solo colpisce di testa trovando però sulla sua strada un prodigioso Provedel.
Il risultato di parità sembra andare stretto ad entrambe le compagini e così i due allenatori cercano nuove soluzione dalla panchina. Sarri inserisce Pedro e Luis Alberto per dare più vivacità al gioco (fuori Vecino e Zaccagni) mentre Inzaghi leva dal campo Lukaku,Dumfries e Dimarco per fare spazio a Dzeko,Darmian e Gosens. I cambi premiano nettamente la Lazio, che al 75’ si riporta in vantaggio: palla di Milinkovic per Pedro che sfrutta l’esitazione di Darmian e serve la corrente Luis Alberto che di prima intenzione colpisce la sfera e la mette all’incrocio dei pali grazie anche ad una leggera deviazione di Barella che rende il tiro ancora meno parabile. Il gol subito spegne i nerazzurri nonostante Inzaghi le provi tutte inserendo in campo anche Correa e Calhanoglu e la Lazio ne approfitta per segnare il 3-1 con Pedro bravo ad inserirsi sul pallone stoppato da Immobile (che subisce fallo da rigore da Darmian) e a metterla a giro sul secondo palo.
Termina così 3-1 per la Lazio che come un anno fa diventa la prima squadra a battere i nerazzurri in stagione. Un risultato quello maturato all’Olimpico che premia, giustamente, gli uomini di Sarri apparsi più in condizione sia di testa che di forma rispetto agli avversari.

Per l’Inter la sconfitta rimediata all’Olimpico fa suonare un campanello d’allarme abbastanza rumoroso, visti i tanti errori commessi soprattutto in fase difensiva con il primo gol che racchiude in pochi istanti tutto ciò che un difensore non deve fare con Dimarco che non segue l’uomo che sta marcando perché sicuro dello scalare di Bastoni su Felipe Anderson cosa questa che però non avviene.
Al di là dell’aspetto difensivo (che va comunque analizzato in vista dei prossimi impegni) a pesare sulla sconfitta è la prestazione offerta dalla squadra di Inzaghi che sembra aver dimenticato l’idea di gioco palla a terra preferendo palloni lunghi per Lukaku. Il ritorno del belga deve servire per dare più soluzioni non per cancellare ciò che di buono è stato fatto nella passata stagione anche perché limitarsi a mettere in mezzo palloni per sfruttare la fisicità del centravanti rischia di diventare troppo limitante per una squadra che deve lottare in Italia e in Europa.
Sotto la lente d’ingrandimento finiscono anche i cambi di Inzaghi che però analizzandoli a mente fredda non sono poi così scandalosi (giusto sostituire Lukaku apparso stanco e Di Marco poco propositivo sulla sua corsia) a parte l’uscita di Dumfries unico giocatore capace di dare una scossa alla partita sostituito da un Darmian apparso poco lucido nei minuti giocati nella seconda frazione. Forse si poteva anticipare l’ingresso di Calhanoglu anche se sul risultato di parità lasciare in campo Gagliardini che fin lì era riuscito a limitare Milinkovic-Savic non era poi così strano.

Insomma, l’Inter rimedia una sconfitta figlia di una prestazione insufficiente dove gli unici a salvarsi sono Dumfries (in grande crescita) e Lautaro (l’ultimo ad arrendersi) e dove a farla da padrone è stata l’assenza di idee in fase di possesso (prova opaca di Brozovic)
Testa ora alla Cremonese, test importante per capire in che condizioni arriva l’Inter al Derby con il Milan che può diventare il primo crocevia della stagione.