Nonostante siano passati 14 anni dalla vittoria dei mondiali in Germania, questa musica resta ancora familiare nella memoria storica di noi tifosi. Tutti l'abbiamo cantata, in ogni occasione, perché simbolo di vittoria ed unità nazionale.
La campagna di Germania, però, non era nata sotto una buona stella. Le intercettazioni e le polemiche relative al grosso scandalo di calciopoli avevano colpito il nostro campionato, ed non era certamente un buon biglietto da visita per iniziare la rassegna iridata. La pressione mediatica fu enorme e bravo fu Lippi a ricompattare il gruppo che doveva pensare solo al campo, sgombrando la testa da sentenze, risvolti di calciomercato e polemiche. Un gruppo unito e coeso, come quello di Spagna 82 era il modello da seguire e, infatti, come quella volta l'Italia trionfò.
Un trionfo che serviva per lenire le ferite del nostro calcio, ferite pesanti che avevano colpito il nostro orgoglio di tifosi per tutto quello che ne stava venendo fuori.

Ma come si è arrivati alla vittoria in quel di Berlino?
L'Italia capitò nel girone E insieme a Ghana, Usa e Repubblica Ceca. Passo come prima nel girone con 7 punti, frutto di due vittorie ed un pareggio. Insieme a lei passo il Ghana e proprio la formazione africana fu la prima avversaria del girone dell'Italia. La nostra nazionale vinse con un netto 2 a 0 con gol di Pirlo al 40' e raddoppio di Iaquinta al 83'. Si giocò ad Hannover il 12 giugno alle ore 21 e partimmo subito col piede giusto.
Cinque giorni dopo, stavolta a Kaiserslautern e sempre alle 21, incontrammo gli Usa. Avevamo l'occasione già di chiudere i conti visto che la nazionale statunitense aveva perso all'esordio contro la Repubblica Ceca. Invece la partita prese una piega inaspettata. Andammo subito in gol con Gilardino al 22', ma fu un'effimera illusione. Un autogol di Zaccardo quattro minuti dopo portò sul risultato di 1 a 1, che non cambiò più.
Fu la gara dell'espulsione di De Rossi per una gomitata a McBride che gli costò 4 turni di squalifica e la possibilità di giocare solo l'eventuale finale.
Nell'altra gara i ghanesi riuscirono a sconfiggere la Repubblica Ceca e tutto venne deciso all'ultima giornata.
Il 22 giugno alle ore 16,00 (fu la prima partita che l'Italia giocò nel pomeriggio) riuscimmo a qualificarci primi nel girone, perchè grazie ad un 2 a 0 (reti di Materazzi  ed Inzaghi) passammo al turno successivo. Era la partita nella quale fece gol Inzaghi, che ci fa ancora sorridere perchè Pippo poteva servire Simone Barone per il più facile dei gol. Invece SuperPippo scelse di fare tutto da solo e superare quel gigante di Cech e festeggiare a modo suo. Sappiamo quanto Inzaghi ed il gol siano in simbiosi e quando vedeva la porta non faceva differenza se fossero gare ufficiali o meno. L'istinto era quello di segnare sempre. 
Con noi, come ricordato in precedenza passarono i ghanesi. Anche loro avevano ottenuto due vittorie, ma la differenza era la sconfitta patita all'esordio contro di noi, che gli avevi relegati al secondo posto in classifica.

Guardando al girone G c'è una nazionale che non parte con i favori del pronostico, allenata da Raymond Domenech che non è certamente l'allenatore più simpatico al mondo. Al suo esordio impatta 0 a 0 con la nazionale Svizzera e successivamente, nel secondo incontro, pareggia ancora stavolta con la Corea del Sud. Per qualificarsi deve per forza fare risultato contro il Togo e l'avversario non è di quelli irresistibili. L'orgoglio dei Francesi che non vogliono essere subito eliminati porta ad una vittoria scaturita nel secondo tempo, con reti di Vieira ed Henry. I Francesi riescono così ad acciuffare il pass per gli ottavi come secondi del girone, dietro alla Svizzera.
Agli ottavi oltre a Italia e Francia passarono tutte le favorite e, ai francesi, toccò un cammino per niente facile fino alla finale. Per primi incontrarono gli Spagnoli che passarono subito in vantaggio grazie ad un rigore realizzato da Villa al 28'. Ma grazie alle reti di Ribery, Vieira e Zidane riuscirono a ribaltare il risultato e passare al turno successivo.
L'Italia invece aveva un avversario sulla carta più abbordabile. Avevano trovato l'Australia e i favori del pronostico erano tutti per gli Italiani. Ma visto che le gare vanno tutte giocate al massimo e mai sottovalutate, la partita non si sbloccava dalla 0 a 0. Gli Australiani erano allenati da una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Guus Hiddink che quattro anni prima aveva eliminato gli azzurri con la Corea del Sud. Erano i mondiali col Trap in panchina, erano i mondiali dell'arbitro Moreno.
Anche stavolta non fu una gara facile perchè Hiddink imbriglia bene la nostra nazionale che, solo grazie ad un calcio di rigore al 95' riesce a superare le difficoltà. Tutto merito di un giocatore che, alla fine, sarà ricordato per le impronte che lascia in questo mondiale. Tale Fabio Grosso (l'uomo del mondiale tedesco) che procura il rigore, trasformato con freddezza da Francesco Totti.
L'Italia supera ed elimina un brutto cliente e accresce la sua voglia di andare sempre più lontano in questo mondiale.
Insieme agli Italiani e ai francesi passarono il turno anche la Germania (2 a 0 alla Svezia di Ibra), l'Argentina (2 a 1 al Messico), l'Inghilterra (1 a 0 all'Ecuador), l'Ucraina (3 a 0 alla Svizzera e prossimi avversari degli azzurri), il Portogallo (1 a 0 ai Paesi Bassi) ed il Brasile (3 a 0 al Ghana e prossimo avversario dei francesi).

Il 30 giugno iniziarono i quarti di finale:
Germania-Argentina
Italia-Ucraina
Inghilterra-Portogallo
Brasile-Francia

Noi giocammo ad Amburgo alle 21, nel frattempo alle 17 i padroni di casa della Germania avevano eliminato Messi e compagni dopo i tempi supplementari, ed ora tocca a noi e, se vogliamo affrontarli in settimana, dobbiamo eliminare l'Ucraina.
Nella nazionale ucraina c'è una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Shevchenko che bene aveva fatto nelle fila del Milan e la difesa italiana sa che è lo spauracchio da osservare con attenzione.
Al 6' passiamo subito in vantaggio con Zambrotta e, nella ripresa, una doppietta di Luca Toni chiude i conti. Siamo in semifinale e sappiamo che l'avversario che incontreremo ora non è solo forte, ma sono anche i padroni di casa ed hanno tutta la nazione che spinge per loro. Si giocò a Dortmund nella prima delle semifinale, mentre il giorno dopo sarebbe stato il turno di Francia e Portogallo. I Francesi, gol di Henry, eliminarono i brasiliani e, per una nazionale che non era partita bene nella fase a gironi, fu un grande risultato. I Francesi si erano regalati una semifinale contro il Portogallo aperta a qualsiasi tipo di risultato.
La prima settimana fu tra noi e la Germania (4 luglio 2006) alle 21 a Dortmund. Il tifo è tutto per i tedeschi e per gli Italiani presenti allo stadio far sentire la propria voce diventa complicato. Ma, allo stesso tempo, sappiamo che la nostra nazionale quando incontra quella tedesca regala soddisfazioni ai propri tifosi. La partita è tirata e si arriva ai tempi supplementari, dove il gol di Grosso (sempre lui) e di Del Piero ammutoliscono lo Westfalenstadion, ed il nostro tricolare sventola in segno di vittoria.
Nell'altra semifinale la Francia elimina il Portogallo. E' la sfida tra Zidane e Figo. Un gol di Zizou (su rigore) regala la finale alla sua squadra, regalandosi un'ultima passerella visto che sarebbe stata la sua ultima gara da giocatore professionista. Sarebbe stato il sigillo finale per chiudere una carriera costellata di successi e quale migliore occasione per farlo con un titolo mondiale.
Italia e Francia si ritrovarono di fronte, in una finale, dopo quella dell'Europeo del 2000. In quella occasione i Francesi riuscirono all'ultimo a ribaltare una gara che avevano già perso e conquistare il trofeo iridato. Ma ora è un'altra storia e siamo a Berlino, teatro della finale di Germania 2006.
L'Italia scese in campo con Buffon, Zambrotta, Grosso, Cannavaro, Materazzi, Pirlo, Gattuso, Camoranesi, Totti, Perrotta, Toni.
La Francia rispose con Barthez, Sagnol, Thuram, Gallas, Abidal, Vieira, Makelele, Ribery, Malouda, Zidane, Henry.
Nell'anno delle polemiche derivanti da calciopoli è corretto riportare che, in quella finale, la Juventus aveva otto tesserati a giocarsi il mondiale e tutti giocatori di qualità
La gara iniziò con toni duri e vivaci, al 7' minuto Materazzi atterrò in area Malouda e l'arbitro non potè far altro che fischiare il calcio di rigore a favore dei francesi. Dal dischetto Zidane non sbagliò, concedendosi anche il rischio di un mezzo cucchiaio, con la palla cha andò a sbattere sulla traversa prima di superare la linea di porta. Italia subito sotto e costretta ad inseguire gli avversari.
La nostra nazionale trovò molte difficoltà nel concludere nella porta difesa da Barthez fino a quando un colpo di testa di Materazzi, su calcio d'angolo, superò in elevazione Vieira, rimediando così allo svantaggio iniziale.
Il primo tempo finisce così in parità, ma con un'Italia migliore di quella vista nei primi dieci minuti di gioco. Il secondo tempo però è di stampo francese perchè la nostra nazionale si chiude in difesa e lascia campo agli avversari, i quali non riescono però a segnare e la partita si allunga ai supplementari.
Qui accadde l'impensabile. Siamo nel secondo tempo supplementare e Materazzi si trova a terra dolorante. Dalle immagini si nota che Zidane si scaglia contro di lui, dandogli una testata che lo manda al tappeto. L'arbitro, il signor Elizondo non si accorge di niente nonostante le proteste della nostra nazionale ma, aiutato dal quarto uomo (Luis Medina Cantalejo) estrae il cartellino rosso nei confronti di Zidane che vide finire così la sua partita e la sua carriera da giocatore.
Neanche il miglior sceneggiatore avrebbe ipotizzato un finale così mesto e desolante per la stella francese, il quale uscì dal campo in prossimità di quella coppa che non riuscirà a sollevare.

La partita riprende e le due squadre si accontentano di giocarsela ai calci di rigore.
Lippi chiamò a sè la squadra perchè era arrivato il momento di scegliere la cinquina vincente e fra questi c'era anche il nostro talismano Fabio Grosso. Infatti, in un'intervista che Lippi concesse in seguito spiegò i motivi della scelta di quest'ultimo fra i rigori. Lo aveva indicato perchè era l'uomo dell'ultimo minuto. Si era procurato il rigore contro l'Australia nei minuti di recupero, aveva segnato alla Germania al 120', ed ora gli spettava calciare l'ultimo rigore. Oltre a lui, l'allenatore italiano scelse Pirlo, Materazzi, De Rossi e Del Piero. Domenech, invece, scelse Wiltord, Trezeguet (che ci tolsero la possibilità di alzare l'Europeo nel 2000) Abidal, Sagnol e... non ci fu la possibilità di tirare per il quinto rigorista dei francesi.
Nella nostra tradizione calcistica i rigori non sono mai stati nostri alleati. Nel mondiale del '90 fummo sconfitti dall'Argentina di Diego Armando Maradona, nella finale di Pasadena a USa '94, la nostra nazionale fu sconfitta dal Brasile che si laureò campione del Mondo. Nei mondiali del '98 un errore di Di Biagio, sempre contro la Francia, ci condannò e lasciammo la competizione ai quarti.
Ma più ripenso ai tiri dei nostri giocatori e, sempre più odo quel motivetto, che scandisce la vittoria.
Ogni rigore un po po po...
e alla fine...
Siamo campioni del Mondo, siamo campioni del Mondo.
Per la quarta volta nella nostra storia siamo campioni del Mondo ed il cielo è azzurro sopra Berlino. Segnammo tutti e cinque i rigori e per la Francia pesò l'errore dal dischetto di Trezeguet. Feste, danze, cori, tutta l'Italia è in festa, da Nord a Sud (isole comprese) è un tripudio di bandiere. Una gioia indescrivibile.

Le polemiche che avevano investito il nostro calcio, prima della partenza per la Germania, sono messe per un attimo in un cassetto. Le decisioni, e che decisioni, verranno prese successivamente, ora è tempo di festeggiare.
Carlo Pellegatti da tifoso milanista aveva coniato una frase. Alzala Paolo Alzala. Era il grido di festa prima che Paolo Maldini alzasse al cielo ogni trofeo conquistato col Milan. Stavolta da Italiano è come se avessi detto in quel momento Alzala Fabio Alzala. Sì perchè Fabio Cannavaro, diga della nostra difesa e futuro Pallone d'Oro ha in mano la coppa e si accingeva ad alzarla in alto per poi passarla ai suoi compagni e, idealmente, a tutti noi. Come dicevo quella vittoria permise a Cannavaro di vincere il Pallone d'Oro, un trofeo che poteva finire benissimo anche nelle mani di Buffon perchè anche il Mondiale del nostro portiere fu indelebile.

Ma il ricordo dopo 14 anni è nella festa del post partita e del giorno seguente. Non c'è festa solo a Berlino ma ovunque. La festa dura tutta la notte fino al giorno seguente quando la nostra nazionale tornò in Italia e, da campioni del Mondo girò per le strade di Roma su un un pullman scoperto. Era l'epilogo di una bellissima storia che avrebbe consegnato alla storia gli azzurri. 
Passano gli anni e quel motivetto continua ad echeggiare nelle mie orecchie.
Perchè in fondo, quel giorno, siamo diventati anche noi campioni del Mondo.
Po po po po po po po!