Il suo programma non era rivoluzionario. Graduale, moderato. Ha fatto chiacchierare per l'ora del calcio a scuola, mantiene il format del campionato a 20 squadre: ha sostenuto i VAR e GOL Line Technology riconoscendo che sono il futuro.Tante intenzioni, come la riforma della giustizia sportiva per renderla più certa e soprattutto più celere, visto anche quanto accaduto negli ultimi due anni.
Parlava di puntare a dare un diverso inquadramento giuridico al calcio femminile, senza mai osare parlare espressamente di professionismo, eppure ciò sarebbe stato il minimo auspicabile, così come ha fatto chiacchierare la proposta del partenariato che si vorrebbe sostenere con il circuito remunerativo delle cosiddette scommesse sportive.

Più di un mese dalla su elezione, ma cosa è cambiato? Il calcio si scontra con i suoi cronici problemi, dal razzismo, alla criminalità, alla carenza di giocatori italiani di qualità per la Nazionale.
In un mese nessuno pretende rivoluzioni,anche perché Gravina non doveva farne. Di annunci ne sono stati fatti anche troppi in questi mesi dai più, ma qualche perplessità non può che emergere su questa situazione di sospensione. 
O no?
Bisogna sicuramente dare tempo e ci mancherebbe, ma una fase così silenziosa in un calcio che necessita di cambiamenti strutturali importanti non può lasciare indifferenti.
Questi primi 50 giorni sotto la mia presidenza sono stati contraddistinti dal tentativo di ridare fiducia a un mondo che aveva perso alcuni riferimenti fondamentali. Ha dichiarato recentemente Gravina.
Ottimo.
Si può sapere come?