Se solo ritorniamo, per un attimo, a quella vigilia di Natale, a quella batosta subita a Bergamo, a Gasperini gioioso e saltante, braccia al cielo, con i giocatori del Milan in stile, armata Brancaleone, usciti dal campo umiliati e con le teste basse, ma giunti a casa sorridenti e con le valigie pronte, per vacanze da Nababbi, solo così è più facile rendersi realmente conto di quanto e quale salto di qualità sia stato fatto, arrivando addirittura a vincere lo Scudetto.
Ed è proprio da quello splendido tricolore, che è in bella mostra sulle nuove maglie del MILAN, che Puma ha realizzato riuscendo subito a raccogliere gradimento e vendite, ben superiori al passato, che i tifosi milanisti sperano che venga fatto tutto il possibile per essere competitivi e confermarsi ai vertici sportivi e possibilmente non solo italiani.
A scanso di equivoci vorrei chiarire alcuni passaggi che facilitano la comprensione dei miei scritti e delle mie posizioni. Inizierei con il ribadire un concetto a cui sono particolarmente legato, che nello Sport si compete per vincere, (onore a tutti i partecipanti), non certo per fare utili di bilancio e neppure perdite. Molte delle regole che il Fondo Elliott, proprietario del Milan, ha messo in pratica, si sono dimostrate tanto giuste quanto logiche, mentre altre poco gradevoli e prive di quella eleganza, che comunque fa parte del bagaglio storico di un Grande Club come è il Milan. Ogni riferimento al licenziamento di Boban, al ritrattare accordi già presi, o alla difficoltà di chiudere contratti per risparmiare il "centesimo", non è casuale. Usare la frase: "non si vive di solo denaro", probabilmente non si addice a questa proprietà e di ciò mi dispiace. E' altrettanto vero che ho sostenuto con piacere il concetto del "monte ingaggi", così come ho condiviso e compreso i motivi per cui si è preferito perdere giocatori a parametro zero, piuttosto che sottostare a veri e propri ricatti. Una prassi molto usata in America e che dovremmo abituarci a vedere sempre più spesso, anche in Italia e probabilmente in Europa.
Ma più di tutto mi piace il modo con cui la Dirigenza sceglie i giocatori da portare al Milan. Devono vestire la maglia rossonera principalmente per realizzarsi come calciatori e non solo per lo stipendio particolarmente vantaggioso. Dietro alle riduzioni di ingaggio, di Tonali o Florenzi, o al rinnovo di Theo, che a fronte di offerte più alte, ha accettato la proposta milanista, ci sono tutte le spiegazioni di una squadra costruita su valori solidi, che escono da quelle variabili, spesso incomprese, che portano giovani ragazzi, per quanto fortissimi, a smarrirsi. Resto convinto che questo Milan sia nato nei giorni bui della sosta obbligata al campionato per la pandemia. Il solo arrivo di Pioli, a campionato già iniziato, non sarebbe stato sufficiente a dare un filo logico alla stagione. Ibra e Kjaer hanno aiutato per riportare quella mentalità che era andata totalmente perduta. Non è un caso se oggi non vi è più alcun giocatore di quelli acquistati da Fassone e Mirabelli, mentre ci siano tutti quelli arrivati con Maldini e Boban.

Ora spetta a Maldini e Massara inserire i tasselli giusti. Giornalmente ci vengono proposti i soliti nomi: De Kateleare, Ziyech e Sanches, in una altalena di emozioni che li avvicina o li allontana, solo per il piacere di vedere la resistenza delle "coronarie rossonere". Tre giocatori fortissimi, in ruoli diversi e perfetti per il Milan del futuro.
Arriveranno? Sul talento belga, provo a sbilanciarmi dicendo si, solo per il fatto che un conoscente che abita in Belgio, è da più di un mese che afferma che il giocatore del Bruges vestirà in rossonero. Per Zieych, talentuoso giocatore marocchino, ex Ajax, di proprietà del Chelsea, ma fuori da ogni loro progetto, mi sembra alquanto difficile e di ciò mi dispiace tantissimo. Zieych è quel classico nome che avrei preferito non venisse accostato al Milan, per poi provare a prenderlo negli ultimi giorni di mercato. Più che un problema di costo, non dovrebbe essere impossibile ottenere il prestito con diritto di riscatto al raggiungimento di obiettivi prefissati, singoli e di squadra, o la riduzione del suo ingaggio, che trasformato da biennale a triennale, non appare impossibile, è l'affollamento di giocatori già in rosa ad apparire come l'ostacolo più grande. Casty, Messias, Saelemekers. Almeno lo spagnolo deve essere venduto, il brasiliano, fresco di riscatto, può anche fare il jolly di attacco in più ruoli, come piace a Mister Pioli, mentre il giovane belga appare inamovibile. Ecco, qualora si rinunciasse al nazionale marocchino, senza prendere altri, non sarei per nulla contento.
Discorso Renato Sanches. E' da gennaio che sento che verrà al Milan. Lo avevo già dato per fatto in un articolo con le S e oggi sento che pensa al PSG (dove non giocherebbe) e ad uno stipendio più sostanzioso? Ottimo, altra delusione, ma saluti senza baci e concentriamoci su altri.
Il problema concreto è che solo riuscendo a vendere gli esuberi è possibile farsi un'idea precisa di chi inserire. Certo il Milan ha perso un giocatore, forte e funzionale, come Kessie, che speravamo venisse sostituito da Sanches, ma contemporaneamente sono arrivati Adlì, comprato l'anno scorso, spendendo ben 10 Milioni (dubito vivamente che Maldini fosse favorevole all'operazione, oltretutto perdendo Favre, ben più talentuoso) e Pobega di rientro dal prestito al Torino. Qualora Bakajoko rimanesse, non solo il reparto sarebbe troppo affollato, ma anche il monte ingaggi verrebbe danneggiato da sprechi inutili. Duarte è rimasto in Turchia, Romagnoli si è accordato con la Lazio, Daniel Maldini è avviato verso Verona, in prestito, restano solo Caldara e Casty a cui trovare una squadra e almeno le uscite sarebbero sistemate.
Anche l'arrivo di Origi, ottimo attaccante belga, ex giocatore del Liverpool, non può essere apprezzato come merita a causa di un grave problema muscolare che lo tormenta da più di un mese. Quando sarà pronto? A quanto trapela non a brevissimo e forse neppure per l'inizio del campionato. Se così fosse verrebbe facile la battuta: "ma li prendiamo tutti noi?". Considerato che Ibra sarà fermo fino a gennaio e Lazetic probabilmente verrà mandato a fare esperienza in qualche formazione di serie B, è auspicabile una rapida e duratura guarigione.
Dobbiamo quindi solo armarci di tanta pazienza e fiducia. Quello che serve, lo sanno anche i magazzinieri, il solo De Kaeteleare, ammesso che arrivi, non sarebbe sufficiente, ma ci sarà tutto il tempo per scriverne.

Intanto ripenso a quel cinque a zero di Bergamo, NOI che all'Atalanta avevamo inflitto un 9 a 3 che rimarrà nella storia del calcio e che oggi siamo Campioni d'Italia, sognando la seconda stella e la "beffa" alla seconda squadra di Milano che l'aveva già stampata sulle bandiere anche se con l'asterisco.