"A fine carriera tra i primi tre allenatori della storia, ci sarò io", parole e musica di Andrea Pirlo. È il 25 marzo 2019 e il "maestro", come da molti soprannominato, occupa la prima pagina della Gazzetta dello Sport. Intervista esclusiva. In questo momento in tanti si interrogano su quale Juve sarà quella del neo allenatore. Ci può dare qualche indizio l'intervista rilasciata alla rosea in quell'occasione. La citazione di Pirlo tra gli allenatori è per Carlo Ancelotti. A lui si deve l'invenzione che ha cambiato la carriera al fantasista bocciato all'Inter. Al Milan l'allenatore nato a Reggiolo lo inventò regista, il resto è storia. Pirlo sembrerebbe ispirarsi ad Ancelotti per la gestione di spogliatoio e campioni. Auguri. Tolta qualche sfortunata esperienza, come l’ultimo anno a Napoli, Carlo è uno dei migliori gestori della storia recente del calcio.

Altri due nomi che saltano fuori nell’intervista sono Guardiola e Mancini. Entrambi, secondo Pirlo, allenano squadre che giocano un calcio moderno. Guardiola al City, infarcito di trequartisti e punte. Mancini con la Nazionale. Altre informazioni si ricavano da qualche intervento, come quello su Instagram, ospite di Cannavaro: Pirlo amerebbe il 4-3-3, possesso palla e tutti avanti. I riferimenti all’Europa si trovano spesso: Andrea sostiene che dimensione e obiettivi della Juve debbano essere continentali. Lo dicono un po’ tutti, poi quando c’è di mezzo uno scudetto, la maggior parte degli allenatori diventano patriottici. Farà riposare Ronaldo o Dybala contro, per esempio, Roma o Napoli perché in Champions si gioca il primo posto nel girone? Aspettiamo qualche elemento in più, ma pare che Pirlo sia un altro tassello nel mosaico del bel gioco voluto dal nuovo corso juventino. Con Sarri è andata male. Cosa avrà più di lui Pirlo?