In bilico tra santi e falsi dei sorretto da quell’insensata voglia di equilibrio”. Questo magnifico estratto giunge dalla canzone Estate dei Negramaro. E’ l’esatto paradigma della vita attuale. Camminiamo sul filo del rasoio. Ogni sbilanciamento a destra o sinistra è potenzialmente in grado di aprire a una catastrofe. Non c’è un manuale. Siamo senza linee guida e proseguiamo la nostra corsa rallentata, tanto da apparire ormai a passo di lumaca, nel buio pesto, privi di ogni lampada. E’ una condizione logorante, devastante che tormenta infinitamente l’animo umano e dimostra tutta la fragilità del suo essere imperfetto. Non è mantenibile a lungo perché blocca, frena e impedisce l’esistenza stessa. Non si può durare tanto se si ha paura di qualsiasi cosa. Questo stabilità assolutamente precaria è pure dello sport che, come elemento della realtà, non può esimersi completamente da essa. Con cadenza ormai settimanale, uno Stato Europeo modifica il proprio lockdown ed è chiaro che quando a compiere tale attività sono soprattutto Italia, Germania, Francia, Spagna o Inghilterra, le conseguenze per le varie discipline potrebbero essere importanti. Come si può pensare, per esempio, di disputare la Champions senza le compagini di una di quelle nazioni? Non si possono poi dimenticare le indicazioni dell’UE con le sue “zone rosso scuro” che di certo non agevolano la manovra. Sicuramente si troverebbe una soluzione pure a tale enigma, ma non sarebbe così semplice. In effetti non credo che si possa assistere a un nuovo blocco generale perché le conoscenze sono diverse rispetto a un anno fa e penso sia ormai dimostrato che il professionismo sportivo non ha influenza sulle curve epidemiologiche.

EQUILIBRIO PRECARIO
E’ tutta una questione di equilibrio. Nessuno si trova a proprio agio in piedi su un esile filo appeso tra due montagne a tanti metri da terra. Così accade anche all’interno della singola squadra. In questo momento non esiste compagine che appaia vantare un’enorme solidità. In tanti devono trovare la quadratura del cerchio. Anzi, l’hanno agganciata. Ma non è certa. Non è sicura. Penso al Real Madrid, al Liverpool, al Barcellona, all’Atletico Madrid, alla Juve, al Psg, al City… Vi pongo un quesito? Secondo Voi, chi vincerà la Champions? State pensando eh … Credo che la risposta sia sempre complessa perché non esiste torneo più enigmatico e aleatorio. Un rigore sbagliato, un palo, una traversa, un errore del portiere o dell’arbitro... La dea bendata pone lo zampino in maniera troppo determinante e non è detto che trionfi sempre il migliore. Esistono anni, però, in cui si riconosce, in un determinato club, un potenziale in grado di far saltare il banco. La passata stagione sicuramente è stata molto particolare, ma dopo il lockdown era piuttosto semplice presumere che i bavaresi avrebbero avuto le carte in regola per salire sul tetto d’Europa. Basti ricordare pure la tripletta dei Galacticos. Erano effettivamente la compagine più forte del lotto. Sergio Ramos, Marcelo, Carvajal, Modric, Kroos, Casemiro, Ronaldo, Benzema … Troppo roba per chiunque altro. Oggi, non si riesce ad avere la medesima garanzia perché manca un gruppo che abbia raggiunto il suo equilibrio non precario. Si potrebbe pensare ancora ai tedeschi rossoblù, ma non è così scontato.

Tale situazione da cosa dipende? Se dicessi che il centrocampo è unico e decisivo, sarei folle. In un sistema complesso, come un club, un elemento influenza l’altro. Non può esistere un fattore che sovrasta tutto il resto. Se la rimanenza del gruppo è composto da dilettanti, neanche la mediana più forte del mondo riesce a vincere un torneo tra pari. Questo reparto, però, ha sempre attirato la mia ammirazione e la mia attenzione. Penso che tal modo di ragionare sia confortato dai dati. Se si osservano le grandi squadre dell’ultimo periodo, si nota come in quel ruolo fossero devastanti. Penso a una stagione fra molte e mi balza alla mente la Juve targata Allegri del 2014-2015. Il rombo composto da Marchisio, Pirlo, Pogba e Vidal la rendeva micidiale. L’ha trascinata sino alla nota finale di Coppa a Berlino concedendole un percorso europeo mai assaporato da prima di Calciopoli. Contro chi persero quella gara? Beh … di fronte c’era il Barca di Luis Enrique che con Rakitic, Busquets e Iniesta faceva tremare il mondo. Il citato Real che centrò la tripletta di Champions vantava Casemiro, Modric e Kroos. Come si poteva pensare di superare quel trio? Pazzesco. Il centrocampo rompe l’azione avversaria prima che giunga di fronte all’ultimo baluardo, ma deve anche costruire la manovra poi finalizzata da altri. Ultimamente gli si impone pure di chiudere la trama gettandosi nello spazio. E’ il polmone, la mente e il braccio. Il mediano moderno è un tuttocampista. E’ necessario che sappia fare ogni cosa ma, in realtà, più che il singolo è il reparto ad avere compiti così ampi e difficili.

PIRLO, CHE MEDIANA!
La Juventus è stata recentemente criticata soprattutto per questo ruolo. Negli ultimi anni non convinceva e tutt’ora non è gradito a molti appassionati tra cui parecchi tifosi bianconeri. In realtà, Pirlo pare vantare un centrocampo assolutamente invidiabile. La rivoluzione avviata la scorsa estate ha condotto a sorprese importanti. Il riferimento non è ad Arthur, già ampiamente noto. Ma soprattutto a Weston Mckennie. E’ lui il regalo migliore che il mister lombardo potesse trovare dentro l’ovetto di cioccolata. Assieme a loro agisce un certo Rodrigo Bentancur che, stagione dopo stagione, diventa sempre più maturo e consapevole. Come l’ottimo vino. La mediana formata da questi 3 giocatori è una delle migliori d’Italia, ma non si disdegna nemmeno guardando al resto d’Europa. Il brasiliano ha ammesso di aver trovato la sua confort zone nel ruolo di mezz’ala. In effetti, ai tempi del Barcellona, occupava proprio quella posizione. Andrea aveva provato a schierarlo come regista, ma non ha la giocata geniale che necessita tale elemento. Se si pensa che somigli al suo allenatore, si è completamente fuori strada. Il valore del carioca è rispecchiato soprattutto dalla capacità di tenere il pallone. Con lui è in banca. Non lo perde mai perché è dotato d’immensa tecnica sopraffina e non fallisce il passaggio sul breve. Diventa più complicato chiedergli l’assist di 40 metri o la magia di prima. Sono meno nelle sue corde. Deve avere il tempo di ragionare e vedere l’azione. Meglio, quindi, schierarlo più vicino alla porta avversaria con l’uruguaiano a coprirgli le spalle. L’ex calciatore del Boca, infatti, è maggiormente abile in fase difensiva. Ma non si tratta del noto tuttocampista. Bentancur non è letale negli inserimenti. E’ una dote che sicuramente può affinare. Al momento, quindi, pare perfetto se schierato davanti alla difesa dove Pirlo non dispone di alcun suo alter ego. Meglio, perciò, affidarsi a un giocatore con caratteristiche diverse. Se proprio servirà far ripartire l’azione con il lancio lungo, l’impostazione sarà affidata a Bonucci. Mckennie, invece, è come Vidal. E’ esattamente lui, ma con un colpo di testa micidiale. Il texano ha già realizzato 4 gol in serie A e uno in Champions. Considerato che non è stato schierato con una continuità disarmante, il bottino è magnificamente ampio. Ha una forza fisica devastante in grado di spaccare con i suoi strappi. Ha una capacità d’inserimento mortifera e pure buona tecnica. Penso possa migliorare nel tiro che sicuramente non difettava al cileno nella sua versione bianconera. Il trio è magnificamente armonioso. Trattasi di ottimo puzzle. Con buona pace di Ramsey e Rabiot che sono risultati troppo discontinui per certi livelli. Anche se non verrà mai ammesso e si sosterrà la tesi per cui alla Juve sono tutti titolari, pare palese che finalmente Pirlo abbia scovato gli uomini giusti su cui puntare. E’ lampante che, con molteplici sfide da disputarsi, ogni giocatore in rosa avrà le sue chance. Non vorrei, poi, che si dimenticasse Kulusevksi. La maggior parte della critica ritiene che sia un attaccante. Nonostante la giovane età non gli garantisca ancora tante prestazioni su elevati livelli, in coppia con Cristiano sta mostrando un buon valore. Continuo, però, a sostenere una mia vecchia teoria. Almeno in caso di necessità, credo che sia assolutamente in grado di essere mezz’ala. Ha doti aerobiche eccellenti e vede bene il gioco. Lo dimostra con passaggi illuminanti ed è pure abile nello strappo cost to cost.

E LE ALTRE?
Il Milan
Chi, quindi, meglio di questo centrocampo? Guardando alla classifica di serie A si nota che la capolista è il Milan. I rossoneri stanno guidando il campionato con un 4-2-3-1 che, nel cuore della squadra, vede Bennacer e Kessie. Davanti a loro, ecco Calhanoglu. Tonali, Krunic e Meité paiono essere i sostituti. Non inserisco Diaz perché lo vedo troppo offensivo per considerarlo parte della truppa. Pur giocando nella medesima posizione, mi pare che il turco riesca a ricoprire compiti tattici diversi. Beh… Se si guarda al recente passato rossonero, i tifosi possono sicuramente tirare un enorme sospiro di sollievo. L’algerino sta crescendo come un rigoglioso virgulto. Purtroppo è vittima di qualche infortunio e la sua dose di fosforo unita a tanta corsa sicuramente mancano. L’ivoriano ha un fisico eccezionale. Strappa e si inserisce, ma senza eccessi. D’altronde, con 4 attaccanti davanti a lui, il suo compito è principalmente quello di schermare. E’ forte di testa e batte pure i calci di rigore. Niente male. Credo che i 2 compongano un’ottima linea completata magistralmente dalla sapienza illuminata di Calha che, come il migliore dei maghi, riesce a essere geniale ed elegante. Il compito di infilarsi nelle piaghe delle retroguardie avversarie è soprattutto suo e lo svolge ottimamente. Il giovane italiano è un’eccellente alternativa. Meité andrà meglio valutato. Krunic, invece, non pare avvicinabile ai compagini.

L’Inter
I titolari dell’Inter sembrano quelli che maggiormente si paragonano al valore dei bianconeri. Barella, Brozovic e Vidal formano una mediana di grande valore. L’ex giocatore del Cagliari è l’apoteosi del tuttocampismo. Al momento è persino più completo di Mckennie perché dispone di un ottimo tiro da fuori. Il croato è un fantastico equilibratore di gioco e Arturo deve recuperare serenità in modo da riavvicinarsi ai livelli dei trascorsi sabaudi. Forse non riuscirà a toccare più certi apici, ma sicuramente può mostrarsi migliore di quello osservato nella prima fase di annata. Come lo juventino, questo trio si completa perfettamente e l’amalgama può risultare micidiale. La panchina, però, non sembra esattamente all’altezza. Sensi sarebbe un discreto regista o soprattutto una buona mezz’ala. Ma gli infortuni stanno demolendo la sua carriera. Deve sicuramente recuperare la migliore condizione. Vecino è un bel giocatore. Arcigno e roccioso. Di certo può fornire un contributo superiore a quello visto dall’attuale versione del collega cileno, ma tra i due esiste ancora una categoria. Chiedo, invece, venia a Gagliardini. Il suo impegno è encomiabile. Ritengo, tutto sommato, che non sia adatto a una big.

La Roma
Anche la Roma è dotata di una mediana di importante fattura. Il 3-4-1-2 di Fonseca schiera una coppia composta da Lorenzo Pellegrini e Veretout. Tanta roba. L’italiano è uno dei migliori centrocampisti del campionato. Per la gioia di Mancini che davvero, in ottica Europeo, sembra vantare l’imbarazzo della scelta. Il francese è favoloso. Questo duo sarebbe magicamente assortito e accompagnato davanti da giocatori come Mkitaryan e Pedro. Peccato che il portoghese non abbia praticamente mai potuto utilizzare tanta tracotanza di meraviglia. Così sono giunte situazioni riadattate che non possono essere paragonabili ai titolari. L’ex calciatore del Sassuolo è magnifico anche dietro alle punte, ma Villar o Cristante non hanno il suo stesso effetto se in coppia con Jordan. Insomma, la coperta è leggermente corta …

L’Atalanta
Gasperini, invece, ha vestito la sua Dea con un 3-4-2-1. De Roon e Freuler sono lì nel mezzo a ricordarmi una stupenda canzone di Luciano Ligabue. “Finchè ce n’hai stai lì. Una vita da mediano. Da chi segna sempre poco. Che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco”. Si tratta di ottimi giocatori. Sono fantastici gregari e lo fanno con una straordinaria capacità di essere, in realtà, protagonisti perché nel gioco dell’Atalanta nessuno è insostituibile, ma tutti sono importanti e il caso Gomez lo ha dimostrato. I bergamaschi sono riusciti a salutare il loro capitano e calciatore più forte senza troppo colpo ferire. Anzi… Al suo posto è subentrato Pessina e Mancini si sfrega nuovamente le mani. Si tratta di un giovane italiano molto forte, dotato di capacità tattiche fenomenali. Ilicic, invece, rappresenta il diamante. Fragile, ma troppo luminoso e assurdamente bello. Se non fosse stato per quello stramaledetto covid seguito dall’odioso lockdown, Josip avrebbe persino potuto ambire a un Pallone costruito con un metallo davvero prezioso. Lo sloveno è supremo. E’ poesia pura. E’ arte. Non gli si può chiedere troppo in copertura, ma a quello scopo sono adibiti i 3 citati compagni. Quando si tratta di attaccare, non resta che inchinarsi. Malinovski e Miranchuk sono ottime alternative. Ma sono solo loro. Ciò che rende immenso Gasperini, però, è proprio la capacità di rendere altisonante qualsiasi materiale. Sì, quella dei lombardi è una delle mediane migliori in Italia.

Il Napoli
Si giunge, quindi, alle frecce della faretra di Gattuso e sinceramente non le invidio. I partenopei sono schierati con una coppia di uomini nel ruolo di schermo e un tris di trequartisti che supporta la punta. Nell’idea originale del calabrese, Fabian Ruiz e Bakayoko potrebbero essere i due mediani. Zielinski, invece, l’uomo che agirebbe davanti a loro. Credo che lo spagnolo potrà diventare un campione ma, sino a ora, la sua avventura italica ha mostrato soltanto rare gemme del suo indiscutibile talento. E’ sicuramente rimandato. Il franco-ivoriano dovrebbe rappresentare la forza fisica, i muscoli e il vigore. Il suo trascorso al Milan non ha sorriso e anche quello azzurro non è propriamente perfetto. Il polacco non è mai sbocciato. Ormai sono parecchi anni che è in Campania. Dopo il buon avvio empolese della sua carriera tricolore, non è riuscito a completare la crescita. E’ come bloccato. Per carità, nessuno di questi giocatori può ritenersi scarso. Ma temo che al fine di vincere lo Scudetto serva parecchio di più. Elmas, Demme, Lobotka, le alternative non mancano... Ma se si critica la mediana juventina, non oso pensare cosa potrebbe dirsi di quella napoletana.

La Lazio
La Lazio? Beh… Inzaghi schiera un classico 3-5-2. Leiva è il noto mediano dai polmoni d’acciaio della citata canzone di Ligabue. Luis Alberto è la qualità formato persona, mentre Milinkovic-Savic è semplicemente un marziano. E’ un centrocampo devastante. Il brasiliano, per esperienza e carisma, ha pochi eguali. Lo spagnolo gioca come se fosse sul velluto. Ha movenze tipiche di un ballerino. E’ elegante e mai banale. Segna e si inserisce. Il serbo è veramente di un altro pianeta. Di testa è imbattibile. Fisicamente risulta straripante quindi assolutamente incontenibile. Semplicemente un robot. Pecca, però, nella continuità ed è chiaro che l’Aquila paga soprattutto l’assenza di alternative. Per quanto sia un profilo interessante, Akpa-Akpro non può diventare il sostituto di una delle citate mezze ali. Tra loro esiste ancora un abisso. Parolo sta avendo una rispettabile carriera di ottimo livello e ha un’intelligenza tale da ritagliarsi sempre un ruolo determinante in ogni squadra ma, qualitativamente, i citati colleghi praticano un altro sport. Cataldi cresce e valgono i medesimi ragionamenti.

All’estero...
Gettando lo sguardo all’estero, si nota che il Bayern Monaco è ancora devastante. Goretska è un portento di qualità e quantità. Kimmick è stato riadattato e non sfigura di fianco al collega creando una cintura piuttosto solida che lascia spazio all’estro di Gnabry e Koman accompagnati dalla concretezza di Muller. Questi agiscono dietro al centravanti migliore del mondo: Lewandowski. Per il resto, però, si pare tornare sulla terra. Il Real Madrid conferma, tra gli altri, Kroos, Casemiro e Modric che per anni hanno rappresentato qualcosa di galattico, ma ormai iniziano a subire il tanto tempo trascorso insieme. Il Barca fatica a trovare la quadra dopo gli addii di Xavi e Iniesta. De Jong è sicuramente un colpo eccellente e uno dei migliori centrocampisti al mondo. Pjanic avrebbe dovuto garantire il salto di qualità. Non è stato così e il bosniaco è spesso relegato in panchina. Come non considerare, poi, l’Atletico, capolista nella Liga. Marcos Llorente, Saul, Koke, Torreira, Herrera, Kondongbia, Niguez… Si tratta di atleti che riescono sempre a porre sul campo un’energia infinita. Parlo della famosa “garra” che è lo specchio del Cholo Simeone, il loro allenatore. Se ci si sposta in direzione Francia, si trova il Psg con un campione del calibro di Verratti. Paredes rappresenta l’oggetto del desiderio di molti. C’è tecnica, ma si necessita l’ultimo step. Il City di Guardiola presenta uomini come Foden, Rodri, Gundogan, Fernandinho, De Bruyne... La classe non è mai mancata né all’allenatore spagnolo, né alle sue mediane. Il Liverpool si è rinforzato con quello che ritenevo essere uno dei migliori colpi in assoluto dello scorso calciomercato estivo. Il riferimento è a Thiago Alcantara. Un giocatore pazzesco! Per il momento, però, la stagione dei Reds non è magnifica e forse è tra le compagini che maggiormente soffrono l’assenza del pubblico così come patisce il grave infortunio di Van Djik. Bayern a parte, nessuno mi pare essere nettamente superiore alla Juve.