(Riflessione ispirata dall'articolo di Men's Health...) E' il prode Pipita, cresciuto di panza, che vaga affamato nel campo di gioco, un occhio alla palla e, nell'altro, a fuoco il gustoso Chiellini che a fianco s'avanza. Quel tale Suarez gli aveva narrato che non era male il Chiello all'assaggio e, ora, è così provocante, al passaggio, quel cibo che quasi lo sfiora di lato! Che fare? Provare anche lui con un morso? L'assaggio non basta a riempire la panza e, mentre l'immagina, quella pietanza gli sfugge di lato e lui l'ha rincorso, e si trova in difesa ansimando al suo fianco, che tutti si dicono: "Va', copre anche dietro!" ma lui, disperato, col cibo ad un metro, già rantola un poco, oramai troppo stanco: le mani sui fianchi e il pensiero ch'è vana la corsa già fatta, o l'altra da fare, e, con l'acquolina che inizia a colare, osserva quel cibo che ormai si allontana. E' triste il momento del buon cannoniere: non trova conforto in quel cibo fuggente e mogio, pensando ch'è meglio di niente, si volta a guardare l'ossuto portiere.