Il Milan comincia il 2022 nel migliore dei modi battendo la Roma di Josè Mourinho. I rossoneri si impongono sulla compagine giallorossa con il risultato di 3 a 1 grazie ai gol di Giroud e Junior Messias nel primo tempo e del rientrante Leao nel secondo.
Riavvolgendo il nastro della partita, il risultato sembra anche stare stretto ai ragazzi di Pioli che nel corso della gara sono stati vicinissimi a sfiorare un punteggio tennistico, considerando i legni colpiti da Brahim Diaz e Florenzi e il rigore fallito da Ibrahimovic a pochi istanti dal fischio finale.
Eppure, ci si sarebbe aspettata tutt’altra partita ieri sera a San Siro. Il Milan arriva nuovamente in totale emergenza, dovendo far fronte all’assenza di buona parte della difesa titolare, privata dei vari Tomori, Romagnoli e Calabria a causa del Covid. Sommando i giocatori impegnati in Coppa d’Africa e quelli fermi ai box per infortunio, la squadra di Pioli si presenta al primo scontro diretto del girone di ritorno senza dieci giocatori. I rossoneri schierano quindi un’inedita coppia centrale composta da Kalulu e Gabbia e durante la ripresa deve ricorrere anche al desaparecido Andrea Conti, che non vedeva il campo da gioco dallo scorso gennaio 2021.

I rossoneri si approcciano alla partita con la fame e la cattiveria tipica delle giornate migliori. Sin da subito, la squadra riesce a far valere il proprio gioco: la palla si muove veloce da un lato all’altro del capo attraverso continui cambi di campo che obbligano i giocatori romanisti ad inseguire malamente e in maniera disorganizzata gli avversari. La squadra di Pioli riesce inoltre ad approfittare di ogni singolo errore della difesa romanista: prima Abraham allarga stupidamente il braccio in area di rigore, concedendo a Giroud il rigore del vantaggio, mentre poco dopo Ibañez regala il pallone allo stesso francese con un retropassaggio sconsiderato verso Rui Patricio, spalancando la porta per il raddoppio di Messias. Nonostante il doppio vantaggio, il Milan continua a spingere per tutta la durata del primo tempo e le occasioni della Roma si contano sulle dita di una mano. Tuttavia, a pochi minuti dalla fine del primo tempo, dopo l’ennesima parata fenomenale di Maignan su un colpo di testa di Abraham, i giallorossi accorciano grazie allo stesso Abraham sugli sviluppi di calcio d’angolo.

La fine del primo tempo lascia intendere ad un inizio di ripresa arrembante della squadra di Mourinho.
I giallorossi si gettano nella metà campo avversaria nel primo quarto d’ora del secondo tempo, ma le vere occasioni latitano e il Milan riprende il pallino del gioco velocemente. La partita, già accesa e nervosa alla fine del primo tempo, si infiamma ancora di più: iniziano a fioccare i cartellini gialli dal lato romanista e alla mezz’ora della ripresa arriva anche il rosso per Karsdorp. Come già anticipato, il Milan continua a premere e va vicino al terzo gol con le traverse di Diaz e Florenzi prima di chiudere definitivamente la gara con Leao, che sfugge in velocità alla difesa avversaria battendo poi un incolpevole Rui Patricio. Prima della fine della partita c’è spazio per un altro rosso nelle file della Roma a causa di un fallo di Mancini che costa il secondo rigore per il Milan, nuovamente fallito, però, da Zlatan Ibrahimovic.

Il Milan supera con estrema facilità il primo ostacolo importante del girone di ritorno. Nonostante le pesanti assenze, tutti giocano una partita ordinata ed è praticamente impossibile trovare qualcuno al di sotto della sufficienza. A far da padrone del reparto difensivo e dell’intero centrocampo, è uno straripante Sandro Tonali, rigenerato dalla sosta di fine anno e tornato con forza alle prestazioni che lo avevano visto protagonista nella prima parte del campionato. Il classe 2000 dirige come un vecchio direttore d’orchestra la squadra, mordendo le caviglie dei vari Zaniolo, Pellegrini e Abraham, ma agendo nel frattempo da collante di alta qualità fra la fase difensiva e offensiva della squadra. Un Tonali in questa condizione fisica può diventare una pedina importante anche per il centrocampo azzurro di Mancini in vista degli scontri diretti per la qualificazione al prossimo Mondiale e, incrociando le dita, per lo stesso Mondiale che si giocherà il prossimo inverno in Qatar. Da segnalare l’ennesima prova di Maignan fra i pali che fa ormai di Donnarumma un lontano ricordo; ottima la serata di Giroud, bravo a farsi spazio fra le maglie avversarie e ad approfittare delle sbavature della difesa romanista; ulteriore prova consistente quella di Krunic, centrocampista tuttofare che si è guadagnato sul campo la fiducia del mister e l’apprezzamento dei tifosi.

Al contrario, la Roma esce distrutta da questa trasferta a Milano. La squadra è disunita, disorganizzata e non riesce ad approfittare di un avversario falcidiato dalle numerose assenze. A questi fattori si aggiunge un nervosismo che durante la serata è andato crescendo, caratterizzato da continue proteste e discutibili richieste di rigori e cartellini per gli avversari.
La ciliegina sulla torta arriva a fine gara da Josè Mourinho che, invece di accettare la meritata sconfitta, prima si scaglia contro arbitri e VAR e poi si pavoneggia per aver rifiutato tre anni fa la panchina del Milan. Un attacco gratuito, l’ennesimo tentativo di sviare l’attenzione dai veri problemi di una squadra che si ritrova con otto punti in meno rispetto al campionato precedente. Un messaggio di un allenatore che ha fatto della provocazione il proprio cavallo di battaglia, ma che, dopo anni di esoneri e stagioni poco special, risulta solo stucchevole e dozzinale per la sua immagine.

Si dice che chi ben comincia è a metà dell’opera e il Milan ha cominciato benissimo.
Si è rivista una squadra riposata e che ha fatto valere il proprio calcio per tutta la durata della partita. Adesso non ci resta che attendere il rientro dei diversi titolari per alzare il livello qualitativo e affrontare al meglio il girone di ritorno. Questo Milan può e deve confermarsi fra le prime quattro del campionato.