Ieri la Juventus era all'ultima spiaggia, dopo lo sciagurato crollo di Empoli. Qualcuno aveva sbagliato a non preparare psicologicamente la squadra a una penalizzazione quasi certa, per cui le zebre erano state travolte in Toscana.
Con 5 punti di distacco dal Milan, la Juventus poteva soltanto cercare di vincere per rimanere in corsa e approfittare di un'eventuale fatal Verona del Milan. Se avesse vinto con il doppio scarto, avrebbe avuto la speranza di arrivare quarta per differenza reti e, se lo scarto fosse stato superiore, di passare in vantaggio negli scontri diretti (si ricordi che il Milan aveva vinto la partita di andata per 2-0). Non era semplice e, comunque, questa necessità ha costretto la Juventus a snaturarsi per travolgere l'avversario, mentre è stata strutturata da Allegri per prevalere di corto muso.

Non c'è molto da dire sul match. I bianconeri schieravano un buon numero di uomini a centrocampo, ma era un centrocampo nato per addensare gli spazi al limite dell'area di rigore e blindare la porta aspettando la distrazione avversaria. Il Diavolo si è potuto permettere, quindi, il lusso di un Diaz regista offensivo. come aveva giocato spesso nella prima parte del campionato scorso (ieri è stato migliore nei 25' iniziali della ripresa che nel primo tempo) senza che lo spagnolo formato tascabile andasse in testa coda.
In un contesto del genere, la Juventus faceva tremare le mura di Dite, residenza del Diavolo, al minuto 24 (incursione a destra di Kean che bucava come il burro la zona di Tomori e andava a crossare per l'incursore Di Maria in netto ritardo... come un treno della linea Milano Porta Genova - Mortara). Poco dopo, tuttavia, segnava il Milan con Giroud. Penso che a un osservatore scrupoloso non sia sfuggito che il gol è venuto da un traversone di Calabria simile a un colpo di mortaio sparato dalle batterie di fascia destra. Il cross, molto lungo, passava sopra i cavalli di frisia bianconeri che, almeno fino allo svantaggio, erano stati il punto di forza dei torinesi. Anche con la Juventus che alzava i ritmi, era stato necessario eludere la densità juventina al limite della propria area di rigore, tutto sommato sapiente e ben realizzata.

Dopo la rete, la Juventus iniziava ad alzare i ritmi e a spingere in maniera sempre più generosa fino al termine, ma si rivelava sempre meno lucida, mentre il Milan si riservava un paio di belle palle gol con Saelemaekers e Leao.
La Juventus è stata grintosa e agonisticamente all'altezza, ma ha difettato di sostanziale perfidia calcistica. La rassegnazione, per quanto l'orgoglio abbia cercato di risvegliarla, si è percepita nel momento in cui, a fine match, Rabiot si è intrattenuto con cavalleria a parlare con i connazionali Maignan e Giroud. Anche sconfitto di misura, infatti, il Milan avrebbe avuto la qualificazione a portata di pareggio in casa col Verona. Una sconfitta più larga avrebbe complicato la vita ai meneghini, ma la qualificazione sarebbe rimasta nelle loro mani in caso di successiva vittoria contro gli scaligeri.

Non sappiamo, inoltre, cosa farà la UEFA, per cui anche una qualificazione in Conference potrebbe essere vanificata da un'esclusione deliberata dall'organismo europeo. Insomma, non si gioca benissimo nelle condizioni in cui lo ha fatto la Juventus e, se non si tiene conto di questo, non si capisce molto di quello che è accaduto. Poi la penalizzazione di 10 punti è stata, tutto sommato, ragionevole alla luce dell'eccessiva disinvoltura bianconera nelle faccende contabili, per cui la Juventus sarebbe ridicola nell'atteggiarsi a Conte di Montecristo della mutua.

Quella rossonera fu vera gloria? Non è molto rilevante. Contano gol e punti in classifica secondo regolamento e in conformità delle decisioni federali. E quelli dicono che il Milan si è qualificato. Del resto, nel 2019 Cairo scrisse addirittura alla UEFA chiedendo di accelerare la squalifica del Milan dalle coppe per ragioni di FPF. . Il Milan avrebbe potuto far ricorso all'arbitrato di Losanna che già gli aveva dato ragione un anno prima, però preferì chiuderla lì con Ceferin, che sembra un tipo molto permaloso, e accettò la sanzione. Se non si è vergognato il Torino di disputare il turno preliminare di EL grazie alle vicissitudini del Milan (e dopo averlo poco elegantemente preteso) non si vede perché ora il Diavolo debba rinunciare a incassare l'anima dei bianconeri, come si conviene al Signore delle tenebre. Un Milan che, oltretutto, è rimasto sempre fuori della controversia giudiziaria fra la Figc, il procuratore Chiné e i bianconeri.

Se mai sbagliano quei rossoneri che, nel mondo social, parlano della Juventus in termini di chi sbaglia paga. Se nel mondo del calcio tutti dovessero pagare le porcherie che si compiono, non sarebbe sopravvissuta una sola squadra al mondo e, forse, il football avrebbe chiuso i battenti poco dopo il 1862, data di fondazione della più antica società professionistica, il Notts County. Certa retorica si addice ad altre squadre e ad altre tifoserie. La qualificazione va presa e tenuta stretta, perché nel mondo degli affari (lo sport professionistico rientra nel mondo degli affari) vige la legge terribile del mors tua vita mea. Però ci si deve fermare a quello e fare tesoro di ciò che le cavolate altrui ti hanno dato, sapendo che te lo hanno dato proprio... le cavolate altrui. I frac bianchi, per intenderci, non devono essere indossati sulle maglie rossonere, perché ognuno deve mantenere il proprio stile.
In conclusione, forse domenica prossima i rossoneri avrenno fatto anche più punti dei bianconeri sul campo, ma senza la penalizzaione, molto difficilmente la cosa sarebbe mai accaduta.

E' interessante notare, invece, che l'aggressività di Pioli non si è attenuata per niente dopo Juventus-Milan. Già esplosa dopo la vittoria morbidissima sulla Sampdoria, è rimasta intatta dopo il successo di Torino. Anzi. già prima del match il tecnico aveva sfidato il mondo, probabilmente Capello, affermando che il centrocampo è un reparto inutile ai fini del risultato. Per carità, si sapeva bene che per Pioli si gioca in 11 e tutti devono essere pronti a fare di tutto e a impegnarsi mettendoci... concentrazione, determinazione e cattiveria... affari vari e perdite di tempo... vado in giro, mi informo, faccio cose e vedo gente... patatì patatà... Bibì e Bibò con il capitan Coccoricà... ecc. . Probabilmente al tecnico di Parma deve essere piaciuto molto il film degli anni '80 "Karate Kid" e Maignan deve essere pronto a giocare in attacco e Giroud in porta, ok. 
Lo si sapeva, ma Pioli non aveva mai fatto outing in maniera così esplicita. 
Il fatto è che Cardinale, dopo Inter- Milan, lo aveva ignorato riservando le carezze solo alla squadra e ai tifosi, un brutto segnale. Non li aveva fatti neanche a Maldini, a dire il vero, altro brutto segnale, questa volta per la dirigenza. 
In realtà, Maldini aveva distinto implicitamente la sua posizione da quella del tecnico, non nominando Pioli nel dare 8 in pagella alla stagione. E aveva confermato De Ketalaere, ma dopo la Sampdoria Pioli aveva affermato il contrario e rincarato la dose dicendo di attendersi giocatori forti, da Milan.

Ieri, pur con un accenno formale ai buoni rapporti con Maldini e Massara, Pioli ha ribadito che non gli interessa l'età dei giocatori, ma che vuole giocatori forti. Dal momento che Maldini potrebbe obiettare che sta trattando giocatori di qualità, va da sé che Pioli si riferisce a quei giocatori che... Stefano Pioli valuta come forti.

E' giunto, quindi, il momento della resa dei conti.
Pioli vuole decidere la campagna acquisti riservandosi quantomeno a right of veto sulle scelte tecniche. I dirigenti, a loro volta, sembrano più intenzionati a rilanciare De Ketalaere che a spendere soldi per Diaz. Pioli, tuttavia, ha messo al centro del progetto proprio Diaz.
Le voci finora circolate sulla volontà della dirigenza di tenere lo spagnolo si diraderanno a campionato finito. Forse Diaz rimarrà, perché no? Ma non a 30 né a 25 né a 20 milioni. A Pioli questo non va giù.
Kamada, a ben vedere, sembrerebbe più un giocatore segnalato da Spalletti, che lo ha incontrato in Champions. Milinkovic-Savic e Loftus-Cheeck richiamano alla mente più Sarri che Stefano Pioli. Frattesi farebbe pensare a De Zerbi.
Un bel rebus del quale a Cardinale non frega nulla
, tanto è vero che se ne tiene fuori. E' un po' deluso tanto di Maldini quanto da Pioli, ma un'eventuale rinuncia al tecnico di Parma, se mai, andrebbe a diminuire il budget di Maldini per il mercato.

Negli USA non ci sono i regali dei presidenti ai tifosi. Maldini ha spinto per il prolungamento del contratto di Pioli? Maldini si puppi Pioli e cerchi di andarci d'accordo, pagando dal budget per il mercato l'eventuale sostituzione. Pioli lo sa e affonda il coltello nella piaga. E come dargli torto?
Flaiano diceva che gli Italiani non hanno paura dell'inferno, perché ci sono le dannate e coi diavoli (i diavoli, guarda caso...) ci si può sempre mettere d'accordo. Milano è in Italia e un accordo, con ogni probabilità, verrà trovato. 

Ma seguite questo scontro, che il tifoso più curvaiolo si rifiuterà di vedere e che negherà dicendovi: "Come fai a saperlo? Vivi a Milanello?". E' una querelle cui non avremmo mai pensato fino a poco tempo fa, quando Maldini e Pioli si davano pacche sulle spalle a vicenda, ma che c'è e va risolta prima possibile.