Di una cosa il signor Stefano Pioli non potrà lamentarsi ovvero di non aver potuto lavorare in pace. A partire da giugno del 2020, si è formata un'intera compagnia di cantori, bardi, aedi e menestrelli, dalla cui alata ispirazione è scaturito un intero ciclo epico che lo vede protagonista. E' nata così la saga eroica del grande mister, al cui confronto sbiadiscono quelle di Ragnarr Loðbrók, del pelide Achille, di Orlando paladino di Francia, del Cid Campeador e consimili eroi. Da tempo in attesa del Messia, i tifosi ci hanno creduto, ma non è questa la cosa grave. L'impressione è che ci sia cascato anche l'interessato, persuaso ormai di essere infallibile anche di fronte all'evidenza. Stefano Pioli, infatti, dà l'impressione di essere convinto che qualsiasi intoppo vada attribuito al caso e che, insistendo a sbagliare, prima o poi i fatti gli daranno ragione. Qualcuno ha detto che è una pazzia fare sempre la stessa cosa, aspettandosi un risultato differente, ma Pioli è di parere diverso, anche se i fatti gli danno torto. Tornate, infatti, con la mente al match di ieri o rivedetelo in una replica di Milan TV, poi ripassatelo alla luce delle considerazioni che seguono e giudicate.

Contro la Sampdoria, i rossoneri avevano schierato dei giocatori fuori ruolo, nonostante ce ne fossero abili e arruolati a sufficienza. Non solo, il Milan era sceso in campo timido timido timido, quasi che temesse chi lo sa quali terribili conseguenze nel cercare il gol contro tale terribile avversario. Aspettava l'episodio favorevole, senza rischiare nulla per costruirselo, ma poiché l'episodio può accadere anche a favore degli avversari, si era verificato proprio a vantaggio della Samp. Alla fine era stato uno dei giocatori più trascurati dal tecnico, Hauge, a salvare capra e cavoli con un gol di pregio allo scadere. Segnatevi il nome del norvegese, perché non avrebbe più rivisto il campo nelle 3 partite successive.

Contro il Genoa, il Milan aveva iniziato bene, ma una volta passato in vantaggio, aveva pensato bene di gestire la situazione, magari sperando nel contropiede. Il Genoa aveva atteso con pazienza la distrazione del Milan su calcio d'angolo. C'era voluta un'autorete per salvare il Milan, più un doppio salvataggio di Kjaer e Tomori.

Contro il Sassuolo, Pioli ha evitato soltanto l'errore di schierare una formazione iniziale con giocatori fuori ruolo, ma per il resto, ha messo insieme nello stesso match un'intera antologia di manchevolezze. Se era buona l'idea di mettere Rebic e Leao sulla stessa linea, tale mossa doveva essere finalizzata a una manovra offensiva convinta, non a tentativi condotti da una forza ridotta di rossoneri. Tutto, quindi, finiva per perdersi ai limiti dell'area emiliana. In sostanza, si rivedeva la timidezza vista contro la Sampdoria e il gol rossonero nasceva da un'invenzione di Chala, che rimaneva un colpo isolato. I rossoneri, infatti, dopo aver peccato di timidezza sullo 0-0 come contro la Samp, commettevano l'errore di non insistere per il raddoppio, esattamente come avevano fatto contro il Genoa. Il Milan attendeva il contropiede? De Zerbi lasciava che il Milan gestisse la partita, per giocarsi tutto nella seconda parte del secondo tempo con Raspadori, il purosangue giovane della scuderia. Pioli inseriva Mandzukic, la cui utilità è solo sui palloni alti. Ora, visto che il Milan non cercava il raddoppio, era evidente che il cambio non serviva in attacco, ma per mettere centimetri sui calci d'angolo del Sassuolo. De Zerbi, tuttavia, aveva fatto entrare il rapissimo Raspadori, quindi era chiaro che avrebbe giocato palla a terra. Il terribile 1-2 di Raspadori era, pertanto, una punizione giusta, anche perché il tecnico rossonero si ostinava a ostracizzare Hauge, cioè chi lo aveva salvato contro la Sampdoria. Forse non sarebbe successo niente con Hauge in campo, ma il norvegese poteva essere almeno la carta della disperazione.

Si dice: "La morte prova 3 volte". Credo che ciò valga anche per la sconfitta, la quale aveva fatto i suoi 2 tentativi contro Sampdoria e Genoa, fallendo. Ieri ci è riuscita. Pioli ha dichiarato che è mancata la qualità, riferendosi forse ad alcune giocate approssimative di Leao, Saelemaekers e Rebic in fase di finalizzazione. E' accaduto 4-5 volte, però, non di più. Solo in un caso, oltretutto, quando Leao ha dosato male il tocco per Rebic, poteva scaturirne una palla gol, che in quella fase era solo potenziale. Pioli ha anche affermato che alcune situazioni potevano dare vita a una rete, ma questo vale solo per quella in cui Saelemaekers ha sparato sul difensore un passaggio in area di Leao, mentre negli altri casi, si potevano solo intuire gli sviluppi della manovra. Va aggiunto anche che, poco prima che entrasse Mandzukic, il generoso Saelemaekers aveva dimostrato di essere groggy, sparando indietro un no-look su cui Tomori aveva dovuto rimediare. E' rimasto in campo ancora a lungo. Calabria, inoltre, generosissimo a sua volta, era reduce da un infortunio e non ne aveva più, ma è rimasto a giocare, quando il fresco Kalulu avrebbe potuto dare di più in difesa. Uno sfacelo, insomma, che fa pensare quantomeno a una totale mancanza di lucidità dell'allenatore rossonero.

Se il famoso Pippo della canzone non lo sa che quando passa ride tutta la città, Pioli non lo sa, che se l'avversario resta vivo, prima o poi il servizio te lo fa. Ieri il Milan ha lasciato vivo il Sassuolo, buonissima squadra con un bravo allenatore, che ha combinato al Milan un servizio di cui i rossoneri potrebbero anche non scordarsi mai più. E il Sassuolo non è il Manchester City. Dopo la Sampdoria, qualcuno aveva parlato con disprezzo di gogna del mondo social verso il tecnico, per delegittimare il diritto di critica. Poi si è ironizzato sugli esegeti del curriculum di Pioli, questa volta per legittimare tale curriculum, senza considerare che non è un'esegesi notare una cosa lampante. E' un fatto che, in 17 anni di carriera, Pioli non ha mai completato 2 anni consecutivi sulla stessa panchina. E' notare una cosa evidente. Si può crescere, è vero, ma non mi sembra che nel caso di Pioli sia avvenuto. Nessuno dubita, com'è ovvio, che Pioli sia una persona perbene, ma se tutte le persone perbene pretendessero di allenare grandi squadre, staremmo freschi, no?

La Roma ha fermato l'Atalanta, che resta lì, comunque. Il Napoli si è rilanciato, ma ha stroncato la Lazio. Le aquile, vincendo domenica, avrebbero avuto la possibilità di scavalcare virtualmente il Milan, considerata la partita da recuperare col Torino. Ora i rossoneri hanno ancora la possibilità di perdere una partita ed essere qualificati alla Champions, visto che sono in vantaggio nei confronti diretti contro i partenopei.
Basterà? Ho dei dubbi visto quanto successo domenica.