Ieri sera il Milan ha sentito la stanchezza per il tour de force di questa prima parte di stagione. I rossoneri, infatti, hanno giocato ben 9 match di coppa a fronte di un Genoa che, fra un impegno di campionato e l'altro, si è sempre potuto riposare e allenare con regolarità. I liguri, pur modesti tecnicamente, arrivavano sempre primi sul pallone e, all'inizio della ripresa, sono andati in vantaggio con Destro, lasciato libero da Calabria. Il difensore aveva ancora la testa negli spogliatoi, per cui non ha seguito gli sviluppi dell'azione sul palo destro della porta, il suo, mentre Romagnoli e Kalulu erano al centro dell'area, la loro zona. Lo stesso Calabria, tuttavia, si è riscattato pareggiando subito dopo con un gran diagonale, una legnata che si è insaccata vicino al palo dopo aver attraversato tutta l'area di rigore. Il Genoa cercava e otteneva il raddoppio con un colpo di testa ancora di Destro sull'unica sbavatura di Kalulu, che non arrivava a intercettare un cross alto. Come nel caso di Calabria, lo stesso Kalulu ha poi siglato il pareggio con un tocco di destro stilisticamente pregevole, su un assist di testa di Romagnoli da azione di calcio d'angolo. Poco prima, Pioli aveva giocato una carta apparentemente anonima, ma vincente, l'ingresso di Diaz al posto di Tonali senza decentrare Chala sulla mancina. In tale maniera, il tecnico rossonero ha dato un pizzico di rapidità a una squadra lenta, senza perdere la sostanziosa caparbia di Chala nella zona nevralgica del campo. In termini essenziali, la partita starebbe tutta qua, ma per chi non ama limitarsi all'essenziale, sarà bene entrare in qualche dettaglio.

Pioli ha schierato una formazione iniziale razionale che, tuttavia, non ha fatto sfracelli innanzitutto a causa della mancanza di velocità, che ha zavorrato le gambe dei suoi. Come scritto su, il Milan ha finora giocato molte  più partite degli avversari, che sembravano quasi schierare un numero maggiore di giocatori, data la capacità di essere sempre primi sul pallone. Il secondo motivo, inoltre, per cui il Milan non ha creato molte occasioni sta nel fatto che le assenze non si stanno solo accumulando, ma anche protraendo e, per quanto le riserve si impegnino a fondo, se sono riserve un motivo ci dovrà pur essere. Le prestazioni dei singoli, in tal senso, non vanno giudicate molto negativamente. Quando le cose non girano nel complesso, anche il singolo, spesso, viene tirato indietro nelle sabbie mobili della confusione.

Ieri, comunque, Pioli era molto lucido e sul pezzo, e non ha perso mai la testa. Verificato che il problema era generale, ha evitato di sostituire i giocatori a casaccio, anche dopo il vantaggio genoano. Dopo l'immediato pareggio rossonero, quando l'atmosfera si era momentaneamente rasserenata, ha colto l'occasione per richiamare in panchina Rebic e inserire Hauge, che appariva nervoso (e quando Ante Tonino Rebic non è sereno, rischia vedersi sventolare il cartellino rosso). Così facendo, ha evitato di mortificare il ragazzo facendolo apparire colpevole del risultato, cosa che non sarebbe stata vera.

Dopo il nuovo vantaggio genoano, maturato all'esito di un periodo di netto predominio rossoblu, Pioli ha intuito che, fisiologicamente, i padroni di casa si sarebbero poco a poco ritirati a difesa del bottino. Ne ha concluso che occorreva inserire un giocatore delle doti più offensive, anche a costo di sbilanciare la squadra, per evitare di regalare un uomo a chi si sarebbe, molto probabilmente, trincerato dietro munite fortificazioni. Usciva Tonali, secondo centrocampista insieme a Kessie. L'ex-bresciano, in effetti, non aveva brillato, anche perché i raddoppi genoani lo avevano spinto spesso, come mareggiate, sulla fascia di Calabria e del neo-entrato Saelemaekers (in precedenza di Castillejo). Il terzetto di giocatori, confinato in una striscia di campo e circondato da un nugolo di avversari, era diventato un gruppo di disperati che si pestavano i piedi a vicenda. Al posto di Tonali, comunque, entrava Diaz, con Kessie che diventava centromediano in pianta stabile e Chala che rimaneva nella sua posizione, ma con il compito ora di stare più attento in fase di copertura. Un uomo in più avanti, fresco e smanioso di fare, scompaginava il Genoa e lo rendeva meno lucido fino al tocco vincente di Kalulu su torre di Romagnoli.

La giornata non è stata neanche tanto sfavorevole al Milan. La Juventus ha lasciato punti con l'Atalanta, nonostante abbia fruito di un rigore che, dato al Diavolo, avrebbe fatto piangere intere tifoserie, compresa quella bianconera. Il Napoli ha lasciato i 3 punti all'Inter che, ed è questa la nota negativa della giornata, è giunta a tiro del primo posto. Se il Milan, infatti, non vincesse contro il Sassuolo, i cugini potrebbero scavalvarla grazie all'impegno non proibitivo contro lo Spezia. Oggi, anche la Roma dovrebbe avvicinarsi regolando il Torino. però il fatto che i rossoneri non abbiano perso terreno nei confronti dei bianconeri e averne guadagnato sul Napoli, dà un minimo di significato anche a un risultato non esaltante come quello di ieri. Fino a marzo scorso, del resto, ci definivamo noi stessi una squadra di scappati di casa, quindi sarebbe risibile disprezzare le posizioni da Champions e ragionare in termini di scudetto o niente. Comunque, le prossime due avversarie del Milan sono, classifica alla mano, compagini superiori al Genoa, ma se i rossoneri dovessero iniziare a recuperare i pezzi, nonché a superare la fase di momentaneo affanno, saranno Sassuolo e Lazio a dover temere i rossoneri che, rallentamento a parte, continuano a essere imbattuti.

Ora qualche spigolatura finale ci starebbe bene. Sì, dai! Calabria è stato un po' protetto dalla stampa amica, ma l'errore sul primo gol è tutto suo e lo ha dimostrato la rabbia con cui è andato a cercare un gol da posizione difficilissima. La reazione, tuttavia, testimonia che ormai è un valore aggiunto di questa formazione e qualche errore ci può stare. Kalulu dovrebbe tornare in panca quando rientrerà Kjaer, però segnatevi il suo nome. E' emerso dal calcio giovanile solo da 3 partite e, in quasi 270' (più i minuti di recupero) ha mostrato una sicurezza non scalfita da un paio di sbavature e dal mancato colpo di testa sul secondo gol di Destro. Ha anche dimostrato di non somatizzare gli errori, andando a marcare una rete di piatto destro con una postura da manuale. Segnatevi il nome di Kalulu, ribadisco, perché farà un carrierone. Raiola e Donnarumma, dal canto loro, stanno facendo il gioco del poliziotto cattivo e di quello buono, uno dice no e l'altro sì, ma alla fine non firmano mai. Come finirà? Non lo sappiamo, ma di certo la professionalità del giocatore non è in discussione, vista l'ennesima parata decisiva di ieri sera.