Il pareggio contro il Sassuolo non era un'eventualità remota e, infatti, si è verificata. Sassuolo-Milan non costituiva uno scontro diretto, ma comunque un impegno dal quale poteva scaturire anche un risultato non positivo. Si è verificato il meno negativo dei risultati negativi. E' già qualcosa.
Se non altro, il match di ieri ha chiarito una cosa a tutti coloro che caldeggiavano l'impiego di Saelemaekers dal primo minuto con Messias relegato in riserva stabile. Saelemaekers e Messias, pur con caratteristiche diverse, sono due buoni elementi, seri e volenterosi, ma destinati a giocare un tempo ciascuno. Uno dei due giocherebbe contro avversari freschi e, quindi, si beccherebbe tutte le critiche, mentre il secondo avrebbe la chance di fare bella figura trovandosi davanti il nemico un po' meno brillante. Da questo punto di vista è corretta la scelta che Pioli ha fatto di alternarli, senza considerare uno dei due meglio dell'altro. Non ha senso, però, ritardare la staffetta e non operare la sostituzione subito all'inizio del secondo tempo. I 10 minuti o il quarto d'ora in più con l'esterno destro fresco potrebbero essere decisivi.

Ieri, al Mapei Stadium, Pioli ha fatto turn-over e questo in sé è stato sacrosanto. Gli effetti dello stress sulla muscolatura dei giocatori si vedono nel lungo periodo ed è bene prevenirli piuttosto che curarli. Il problema è venuto dalla maniera in cui questo turn-over è stato messo in pratica e, soprattutto, aver puntato, per l'ennesima volta su Brahim Diaz in posizione di centrocampista avanzato, sia pure spostato a destra, con Pobega a sinistra in cerca della penetrazione. La passioncella calcistica di Pioli rischia di costare molto caro ai rossoneri. Visto il rendimento di Diaz lontano dalla porta, il tecnico si comporta come quei terrapiattisti e creazionisti, per i quali i risultati di secoli di scienza sono fuffa.
Il Sassuolo è sceso in campo con uno schieramento chiaro e limpido. In attacco Dionisi aveva realizzato un triangolo, mentre a centrocampo avreste potuto tracciare una linea orizzontale per congiungere i tre sassolesi come punti geometrici. Questo assetto era la rampa di lancio per un gioco dinamico con cui gli emiliani attaccavano almeno in 6 e difendevano almeno in 7. Praticavano un calcio dispendioso che, tuttavia, ha reso gli spazi densi per gran parte della partita. In qualche momento il Sassuolo rifiatava, ma il Milan non riusciva a sfruttare la terra di nessuno.
Il Milan aveva Bennacer vertica basso del centrocampo e due mezze ali delle quali una era Pobega, apparso in crescita, sulla mancina. La mezz'ala di destra era il rientrante Diaz, come si è detto,. Questa pedina si è rivelata il tallone d'Achille dello scacchiere, ma non occorreva essere Nostradamus per prevederlo. Diaz è andato in tilt, correndo a vuoto e sempre fuori posizione, o troppo avanti o troppo arretrato. Questo ha amplificato le difficoltà di Saelemeakers, dovute ai limiti tecnici, trasformandole in incubi da indigestione. Non solo, ciò ha mandato in tilt anche Florenzi, autore di una bruttissima prima fase.
Non è un caso che proprio Saelemaekers e Florenzi, i cirenei che portavano la croce per Diaz, abbiano confezionato l'intervento in coppia che causato il rigore per il Sassuolo. Non è stata, però, casuale neppure la parata di Maignan sul rigore di Berardi. Maignan, infatti, è un grande portiere. L'attaccante del Sassuolo, da rigorista esperto, batteva il rigore alla Kessie con rincorsa lenta, per costringere l'estremo difensore rossonero a muoversi. Maignan rimaneva freddo al suo posto e Berardi poteva cambiare traiettoria alla palla solo all'ultimo momento. Il portiere rossonero si tuffava a destra, ma prendeva la sfera con la mano di richiamo, la sinistra: freddezza e riflessi.

Il Milan che andava al riposo aveva costruito solo qualche occasione sporca, mentre il Sassuolo ne aveva creata una netta ovvero il rigore. In tal senso, Dionisi a fine partita avrebbe detto una cosa vera, anche se irrilevante ai fini del risultato, che è dato dai gol.
La scelta di schierare ancora Diaz aveva messo in difficoltà il Milan, ma Pioli aveva in serbo altri papocchi. Nella ripresa trascorrevano 10 minuti di ulteriore regalo agli emiliani, con Diaz sempre in campo. Pioli lo aveva spostato all'ala destra convinto che fosse un problema di posizione e non di distanza dalla porta, che restava inalterata, purtroppo per Diaz. Per il mister era solo questione di angolatura affermare che la terra è tonda, ma anche cambiando posizione si sarebbe visto che l'orbe terraqueo non è piatto.
Al 55° Pioli gettava la spugna e, con la morte nel cuore, inseriva De Ketalaere al posto di Diaz, mentre Tonali prendeva il posto di Pobega, apparso sempre ben posizionato e in crescita in fase di spinta. Deve migliorare in fase di interdizione
dove, come a volte capita a Krunic, tendeva a impegnarsi molto, ma con risultati non ottimali. Messias prendeva il posto di Saelemaekers.
Per qualche minuto, De Ketalaere metteva in soggezione il Sassuolo, che non trovava pià deserta la mezza destra. E  qui mister Pioli tirava fuori il vero papocchione dal cilindro. Toglieva Giroud, forse in vista del derby, ma non spostava Leao centravanti, ruolo già ricoperto dal portoghese. Schierava De Ketalaere al centro dello schieramento avanzato facendolo finire sempre spalle alla porta e, quindi, annullandolo. Adli, entrato al posto di Giroud, si posizionava a centrocampo sulla mezza destra.
Adli, col passare dei minuti, iniziava a fare gioco e incrociava spesso in posizione di ala sfruttando i movimenti verso il centro di Messias. Giocava tante palle il francese
, che non ha il cambio di passo per la fascia, ma sa giocare con i compagni e compensa la mancanza di progressione con il senso della posizione e del gioco collettivo. Di fatto però, tanto Tonali, finito a sinistra, che Leao e Adli predicavano per nessuno, visto che De Ketalaere giocava spalle alla porta in balia del Sassuolo che, per quasi tutto il resto della partita, difendeva in 9. E lo faceva senza rinunziare a distendersi, anche se non creava pericoli particolari per la porta di Maignan.
Il finale era da brivido, non tanto per il Sassuolo, che pure era sulle gambe, quanto per il Milan. I rossoneri avevano a lungo giocato sul filo dell'inferiorità numerica, perché Hernandez era stato ammonito nel primo tempo e aveva continuato a litigare con l'arbitro mostrandosi troppo nervoso. A metà ripresa aveva anche commesso un fallo su Berardi fermando una chiara occasione da gol, ma si era salvato per una posizione a dir poco millimetrica dell'attaccante emiliano. Eupalla, dea del calcio, faceva poi pagare al Milan questo aiuto. Uscito Kjaer, infatti, al rientro e coi muscoli affaticati, Florenzi si rompeva e il Milan restava in 10 perché aveva esaurito le sostituzioni. Per buona sorte del Diavolo il Sassuolo non ne aveva più e il match finiva 0-0 all'98°, dopo un lungo recupero per le numerose interruzioni.
Dionisi è apparso più lucido nell'analisi della partita, nonostante fosse ancora visibilmente pieno di adrenalina. Al contrario, Pioli è apparso nel pallone come a Bergamo. Si chiedeva infatti come si fa a giocare al 70° con la mancanza di lucidità tipica di quando mancano pochi minuti. In realtà, avendo giocato al calcio ad alti livelli, Pioli dovrebbe sapere quello che sa anche Zardoronz, che quei livelli non li ha visti neanche col binocolo. Arrivati alla ripresa, purtroppo, se il risultato non è quello ideale, non occorre arrivare al 90° per essere presi dall'ansia, ma l'ansia arriva e cresce sempre di più ogni momento che trascorre. Non solo, se sprechi De Ketalaere mettendolo centravanti spalle alla porta, innervosisci il giocatore e tutto il resto della squadra che butta dentro palloni persi.

In conclusione, il Milan ha un potenziale enorme che, in questo momento, Pioli non sfrutta, perché è prigioniero del sogno Diaz. Non voglio pensare che sia stato così masochista da aver avanzato De Ketalaere, nella speranza di trovare un ruolo nuovo al belga per farlo convivere con lo spagnolo tascabile. Di fatto, però, con la mossa di De Keta centravanti, il tecnico ha fatto come colui che, per mangiare una bistecca,  non solo impugna il coltello per la lama, ma lo usa come forchetta, mentre usa la forchetta come coltello.
Come scritto nel titolo, spesso Pioli sembra voler fare il galante o il cavalleresco verso gli avversari regalando loro ogni vantaggio. Visti i favori elargiti con magnanimità e prodigalità al Sassuolo, il risultato finale è stato utile, anche se non così utile.