Il Milan stava giocando una bella partita, poi Pioli l'ha fermato sul più bello. Il caro signor Serra ha fatto il resto, che non è stato poco.
E' vero che il Diavolo vinceva solo 1-0
con gol di Leao (aveva sbagliato anche un rigore, ma il gol del portoghese probabilmente non sarebbe arrivato nell'ipotesi in cui il penalty fosse stato realizzato), però stava giocando bene e dava spettacolo. C'era solo da insistere, come era nelle possibilità della squadra, e raddoppiare. Non erano previste partite in settimana. I rossoneri avrebbero avuto 6 giorni per recuperare energie e far riposare le fibre muscolari fino al match contro la Juventus. La si sarebbe potuta definire una situazione ideale.
C'era proprio bisogno che il signor Stefano Pioli tirasse indietro la squadra nella ripresa? No, non c'era bisogno né ragione e dovrebbero finire una volta per tutte le boutade sui limiti del gruppo, quando i suddetti limiti sono principalmente del tecnico. A Pioli si applica bene il proverbio: "La prudenza è la paura che procede in punta di piedi". La sua prudenza rasenta il terrore panico, più che la paura.
Rispetto le opinioni di tutti, ma nel contempo non posso non lanciare un j'accuse, perché si continua a deprimere un'intera squadra per mascherare i limiti dell'allenatore, spesso incerto fino all'inverosimile, incerto fino al punto da mettere a rischio anche i risultati ormai a portata di mano. Lo Spezia era nelle mani del Milan, ma è stato lasciato colpevolmente in vita in attesa che, a sua volta, colpisse il Diavolo con un colpo di coda da scorpione.

Questo non esclude che la sconfitta con lo Spezia abbia altri risvolti, ancora più sgradevoli.
Se tutto si fosse limitato alla solita inerzia post-vantaggio del Milan, staremmo qui a commentare un'altra partita come Milan-Sassuolo 1-2 dello scorso aprile. Invece, lasciando in vita lo Spezia che, oltre alla rete dello svantaggio, aveva subito una decina di palle gol nette, Pioli ha dato spazio alle impreviste e imprevedibili gesta dell'arbitro Serra.
Il direttore di gara è stato prima molto comprensivo con Gyasi, già ammonito e autore proprio del gol decisivo per lo Spezia. In secondo luogo, ha lasciato visibilmente correre alcuni falli dei liguri. Si è poi superato ignorando un vantaggio di Messias lanciato a rete, un vantaggio immediato ed evidente, ma  così immediato ed evidente da essere impossibile per chiunque non  accorgersene e concederlo. L'avrebbe visto anche una talpa, ma non lo ha visto il signor Serra.
Nulla può giustificare una tale rapidità nel fischiare un calcio di punizione, peraltro per un fallo meno clamoroso di altri ignorati come veniali, con la palla che contestualmente sta viaggiando spedita verso l'uomo solo in zona goal.
Ed essersi scusato non giustifica il direttore di gara, bensì rende di gusto ancora peggiore quello che ha fatto, perché le sue scuse danno l'idea dello sberleffo all'innocente che viene condannato ingiustamente. Riuscirà a dormirci su il direttore di gara? Sìììììì, state sicuri che ci riuscirà molto bene. Ci riuscirà in maniera eccellente. Gli arbitri hanno sempre il sonno molto pesante. Gli arbitri sono come il banco al tavolo da gioco, alla fine non perdono mai e vincono sempre.
In un certo senso, il signor Serra ha compiuto il c.d. delitto perfetto, perché quando si fischia o non fischia un rigore, c'è sempre la possibilità che il VAR intervenga, ma una volta che l'azione è stata fermata, il direttore di gara non può farla riprendere. Può solo chiedere scusa. Non è un caso, infatti, che ormai l'off-side venga fischiato quando l'azione si è esaurita, eventualmente annullando il gol irregolare, se è giusto che venga annullato.
Quando ha chiesto scusa, anzi, l'arbitro è sembrato Luciano Vannucchi nei panni di Don Rodrigo e proprio nel momento in cui invita Massimo Girotti, che veste i panni di Fra Cristoforo, ad affidare Lucia alla sua protezione. "La vostra protezione? la vostra protezione?". Giocatori e tifosi rossoneri si sono sentiti come quel personaggio del "Promessi sposi" e posso garantire i neutrali che non è stata una bella sensazione.
Niente, il delitto perfetto che darà lo scudetto all'Inter è stato consumato. Ne ho viste di tutti i colori nel calcio, comprese le lattine e le monetine. Ma una bizzarria come quella di Milan-Spezia non mi era mai successo di vederla. Una specie di capriccio degno del grande Francisco Goya e, per giunta, realizzato con la gentile collaborazione del tecnico rossonero. Chapeau!

A questo punto, si può solo, molto simpaticamente, invitare il signor Serra ad andare a mietere il grano, arcaica e nobile attività agreste che affonda le sue radici nel neolitico, in particolare nella zona c.d. mezzaluna fertile, fra la valle del Nilo e la Mesopotamia. Su, vada elegantemente a mietere il grano, ma quantomeno per un senso di cristiana carità, non si ripresenti più quando gioca il Milan. Ha già fatto tanto, troppo, stasera.
E poi il signor Serra aveva già dato segnali inquietanti alla fine del primo tempo, quando aveva fischiato una gamba tesa a Leao, che invece aveva subito il fallo da rigore. Il VAR aveva corretto la decisione, ma ciò ci dice che la sua era proprio una giornataccia. E per una strana e maligna casualità, pensate quanto strana e maligna, era anche una giornataccia a senso unico, nei confronti di una sola squadra, intendo.
Eppure, perfino la giornata storta, chiamiamola così, del signor Serra non avrebbe causato danni gravi, se mister Stefano Pioli non si fosse ostinato per l'ennesima volta a mantenere la partita sul filo del rasoio. Forse Pioli ha paura che i giocatori si affatichino troppo e si rompano? Ma perché, caro mister, il Milan è una squadra di giocatori di scacchi o di bridge, da dover giocare seduta? Per cosa li prepara, se non per correre come dannati durante l'evento agonistico? Come mai i giocatori delle altre squadre corrono e cercano di chiudere le partite, pur restando interi?
Il Milan tornerà a vincere, statene certi, magari già contro la Juventus, anche se ormai la sua vittoria rischierà di essere innocua ai fini scudetto. Sarà, anzi, di certo innocua.
Il problema è, tuttavia, decidere cosa ha deciso di diventare il Milan da grande. Se l'obiettivo della società rossonera è diventare una specie di Arsenal dei tempi di Wenger, quello che accettava  un quieto vivere nei pressi della zona Champions, allora Pioli può restare a vita sulla panchina. E' perfetto, visto che, se non ti guarisce mai, quantomeno non ti fa morire (a quello ci ha pensato ieri l'arbitro). La squadra verrebbe rinforzata ogni anno, ma provvederebbe il tecnico a fermarla tutte le volte che si dovesse fare strane idee di gloria. Perché anche i tifosi sono come i giocatori e non devono affaticarsi. Lo scudetto è un'emozione per cuori forti e il tifoso rossonero deve stare attento alle coronarie no? Si limiti a fare comitiva e a cantare le osterie col suo amicone, il grande mister!

In realtà, il signor Zardoronz è stato rimproverato severamente dalla sua signora per i gentili motti di cortese laude rivolte in corso di match ad alcuni protagonisti della partita. Lascio alla vostra libera fantasia immaginare la selezione di vocaboli e chi fossero i pregiatissimi destinatari. Cosa le ho risposto? Va bene ritrovarsi cornuto e anche di finire mazziato (in realtà non andrebbe bene e non sarebbe affatto ok, ma si fa finta che lo sia), però pretendere che un galantuomo sia anche contento è un po' troppo no? Potrò almeno fare come usano a Livorno ovvero mandare qualcuno alla Meloria, no? Andare alla Meloria, in fondo, è anche meglio di andare a mietere il grano. Ricorda le grandi battaglie del passato e suona colto.
Mi è giunta notizia che anche l'AIA si è scusata per l'arbitraggio del signor Serra, per cui la copertina ideale dell'articolo è quella in cui si nota meglio l'espressione contrita del direttore di gara. Sembra che rida in faccia ai giocatori del Milan, ma è solo un'impressione, maligni che non siete altro! Si sta scusando con la stessa spontanea sincerità dell'AIA.