Benvenuti a Castel di Sangro
Il mio viaggio nella quarta puntata della seconda stagione di "Piccole squadre che fanno miracoli", mi porta in un piccolo paese dell'Abruzzo. Siamo a Castel di Sangro, una città con 6.707 abitanti della provincia dell'Aquila, è tradizionalmente parte integrante del Sannio che costituisce il principale centro dell'Alto Sangro. Lì c'è un club calcistico: l'Associazione Calcistica Dilettantistica Castel di Sangro Cep 1953, una società che non ha mai vinto un trofeo, che ha limitato nelle divisioni minori e che ha avuto un periodo d'oro. Siete pronti per questa avventura? Allora cominciamo.

Gli anni in Serie C2
Siamo nella stagione 1989-1990, i Sangrini arrivarono per la prima volta in Serie C2 con una squadra giallorossa modellata dal nuovo direttore generale Leonardo Leonardi, in campionato si conclude con un buon ottavo posto. Al secondo anno in Serie C2, i giallorossi ottengono una salvezza inaspettata, arrivata solamente grazie alla vittoria negli spareggi finali con un quattordicesimo posto. Una svolta ebbe nell'annata 1991-92, la società sangrina ingaggia come nuovo allenatore Luigi Boccolini e indovinate dove si piazzerà ? Chiuderà per la seconda volta a metà classifica (in sesta posizione), la presidenza verrà affidata ad un certo Gabriele Gravina (che poi diventerà presidente della FIGC nel 2018) e la società confermò Boccolini anche per l'annata 1992-1993. Viene notevolmente rinforzata con l'arrivo di Antonello Altamura, Claudio Bonomi, Tonino Martino e Pietro Fusco. Nonostante i due punti di penalizzazione, i giallorossi migliorano la loro posizione in classifica chiudendo con un ottimo quarto posto a meno quattro punti dalla seconda classificata, il Prato.

Giungiamo alla Serie C2 1993-1994, i Sangrini decisero di sostituire Boccolini con un certo Osvaldo Jaconi; ma il tecnico di Larino preferisce di allenare il Catania e la società giallorossa decide di optare Pierluigi Busatta. Dopo soli tre mesi, i siciliani vennero esclusi dal campionato per problemi di rilancio e il Castel di Sangro dopo un inizio disastroso, rimpiazza Busatta e ingaggia per la seconda volta Jaconi. Grazie a lui e ai nuovi acquisti: Roberto De Juliis e Gianluca Colonnello, la squadra riesce a salvarsi concludendo la Serie C2 al settimo posto, disputando un ottimo girone di ritorno. 

Una doppia promozione storica
È il 1994, il Castel di Sangro comincia la sua sesta stagione consecutiva in Serie C2, l'obiettivo è arrivare in C1. Osvaldo Jaconi è la carta giusta per portare i giallorossi verso una promozione inaspettata. Con 15 vittorie, 11 pareggi e 8 otto sconfitte, i Sangrini conquistano un terzo posto che vale quanto un trofeo e pensate un pò, per la prima volta arrivano anche ai play-off, un risultato mai raggiunto dalla società sangrina. E l'11 giugno 1995, c'è Livorno-Castel di Sangro. Osvaldo Jaconi ci crede, vuole scrivere una pagina di storia fondamentale per la sua popolazione, si gioca una stagione intera; all'andata i giallorossi perdono per 4-2, ma alcuni giorni dopo il 18 giugno i Sangrini ribaltano la sconfitta dell'andata (2-0) e volano in finale. Incredibile, sono ad un passo dalla storia e l'ultimo ostacolo è il Fano. E il 25 giugno, ad Ascoli Piceno si gioca la finalissima con il Fano; dopo un rocambolesco 3-3 la sfida si sposterà ai calci di rigore. Dagli undici metri Marchetti consegnerà al club la promozione in Serie C1, tutta la città esplode di gioia per questo traguardo raggiunto e la società decide di confermare Jaconi anche per la stagione 1995-1996. Sarà l'inizio di un sogno.

Nel campionato 1995-1996 di C1, il Castel di Sangro si rivela avvincente e immenso, chiude al secondo posto a soli 3 punti dal Lecce e dovrà disputare per il secondo anno consecutivo i play-off verso la promozione in Serie B. Dopo aver eliminato il Gualdo alle semifinali, i giallorossi affrontano l'Ascoli nella finalissima dei play-off, allo stadio Pino Zaccheria di Foggia. Jaconi manda in porta il secondo portiere di riserva Pietro Spinosa, al settimo rigore dei bianconeri, Spinosa neutralizza il tiro di Milana e porta il Castello in Serie B. In campo la squadra esplode di gioia, tutto il paesino è in festa, hanno scritto una pagina di storia bellissima per il nostro calcio, grazie ad un allenatore che ci ha creduto nei suoi sogni e ora vuole continuare di questo passo.

Gli anni in Serie B
È il 1996, la società sangrina per fare una bella figura davanti a tutto il suo pubblico si rinforza con: Massimo Lotti, Luca D'Angelo, Guido Di Fabio, Danilo Di Vincenzo, Fabio Rimedio, Andrea Pistella, Mimmo Cristiano e Filippo Biondi, inoltre decide di ristrutturare anche lo stadio, costringendola a giocare le partite allo stadio Guido Angelini di Chieti. Il Castello naviga nella zona retrocessione ma a gennaio ottiene tre vittorie contro Lecce, Salernitana e Genoa (recuperata il 15 gennaio), nove punti fondamentali per la zona salvezza. Dopo tre sconfitte contro Bari, Foggia e Empoli, Osvaldo Jaconi decide di rivoluzione il gioco: attenuazione della tattica del "fuorigioco"; rafforzamento della difesa con l'arretramento di Davide Cei a libero "classico"; infoltimento del centrocampo con l'inserimento di un uomo tolto dalla coppia d'attacco; "via libera" alle scorribande offensive di Martino e Bonomi; Gionatha Spinesi unica punta. Il modulo 1-3-5-1 frutta subito il pari a Padova con gol di Albieri e poi la vittoria in casa sul Cesena di Hubner con il primo goal di Alberti. A quattro giornate dal termine, il Castel di Sangro batte il Torino per 2-1 e si rilancia verso la salvezza; dopo un pari contro il Lecce, la sconfitta contro la Salernitana, gli uomini di Jaconi vincono alla penultima di campionato nel derby contro il Pescara per due reti ad uno e incrociano le dite nell'ultimissimo match della stagione contro il Bari. Non resta quindi che aspettare il risultato di Padova dove è impegnato il concorrente Cosenza: i silani si portano in vantaggio allo scadere con Luigi Marulla, ma al 93° arriva il colpo di testa del padovano Christian Lantignotti a sancire l'1-1 finale. Il Castel di Sangro, nonostante la sconfitta con il Bari per 3-1 si salverà grazie alle spese di squadre del calibro di Cesena, Cremonese e Palermo. Al debutto assoluto in Serie B, la piccola squadra dell'Abruzzo ha centrato una salvezza inaspettata e spera di rifarsi al secondo anno.

All'ultima stagione in Serie B, i giallorossi cercano conferme. In campionato nel girone d'andata, i Sangrini ottengono solo due vittorie, undici pareggi e cinque sconfitte confermando lo stesso trend dell'anno precedente, la squadra si trova in penultima posizione con 15 punti e vuole riscattarsi nel girone di ritorno. Ma nemmeno lì, le cose non vanno affatto bene: i giallorossi non riescono più a vincere e dopo la sconfitta contro il Chievo per 4-0, il club decide di esonerare Osvaldo Jaconi. In crisi di risultati, a dieci giornate dal termine il presidente Gravina decide di sostituire Jaconi con Franco Selvaggi, il Castel di Sangro ci prova in tutti modi ad uscire dall'ultimo piazzamento in campionato, ma non ci riuscirà. Si conclude così, una favola bellissima per il Castel di Sangro che nonostante le due stagioni difficili (una salvezza ottenuta) ha fatto innamorare tutti i tifosi di casa, un sogno così non si ripeterà mai più.

Uno scrittore americano Joe McGinnis, scrisse nel 1999 un libro chiamato: The miracle of Castel di Sangro.  Il popolare scrittore statunitense, trovatosi in Italia per un'intervista al connazionale Alexi Lalas, viene a conoscenza della favola della squadra abruzzese e decide di seguirla per tutto l'arco della stagione 1996-1997. Nel libro, che ebbe in Gran Bretagna e negli U.S.A. un notevole successo di vendite e che venne pubblicato in Italia solo due anni più tardi, McGinniss accusava il club abruzzese di aver combinato il risultato dell'ultima partita di campionato contro il Bari.