Nella terzultima puntata della seconda stagione di "Piccole squadre che fanno miracoli, vi racconto la storia di una squadra che nella metà degli anni novanta ha vissuto un momento magico arrivando a sfiorare la finalissima in una coppa europea. Vi presento il Vicenza di Francesco Guidolin. Siamo a Vicenza, una città del Veneto composta da 109.239 abitanti. Il comune è famoso per alcune bellezze tra cui: la Basilica Palladiana, il Teatro Olimpico, il Palazzo Chiericati, la cattedrale di Santa Maria Annunciata e la Piazza dei Signori. Era la città natale di un grande architetto: Andrea Palladio. Lì c'è una società calcistica: il Lanerossi Vicenza. Nel corso della sua storia, i biancorossi hanno vissuto un ventennio d'oro: dalle bandiere Luis Vinicio e Giulio Savoini, il sergente Giovan Battista Fabbri che trasformò un giovanissimo Paolo Rossi (futuro campione del mondo 1982) e il cosiddetto Real Vicenza. Il club nell'annata 1977-1978, raggiunse da neopromossa il suo miglior risultato di sempre arrivando a conquistare il secondo posto in Serie A. Ha lanciato anche un certo Roberto Baggio, che vinse nel 1993 il suo primo Pallone d'oro. Nel 1990, la società cambiò la sua denominazione e divenne poi: Vicenza Calcio. 

Dopo l'undicesimo posto conquistato in Serie B nella stagione precedente con Renzo Ulivieri in panchina, il Vicenza decise di ingaggiare come nuovo allentore, Francesco Guidolin (futuro tecnico dell'Udinese) per centrare l'obiettivo della Serie A che manca ormai da tantissimo tempo. Il presidente e la squadra sono fiduciosi e non vedono l'ora di inziare. L'inizio del campionato non è delle migliori, i Berici si trovano al decimo posto e la promozione sembra lontana, ma grazie ad un cambio di rotta, la squadra riesce a disputare un'ottimo girone di ritorno e conquista il terzo posto che vale di fatto il ritorno nella massima categoria dopo ben sedici anni. La città spezza un'incantesimo e i tifosi non sanno che quest'uomo raggiungerà degli obiettivi importantissimi.

Arriviamo alla stagione 1995-1996. Il Vicenza è pronta a giocare in Serie A. La rosa biancorossa viene rinforzata con gli arrivi di: Luca Mondini, Giampiero Maini, Davide Belotti, Gabriele Ambrosetti, Daniele Amerini, lo svedese Joachim Björklund e due uruguaiani Marcelo Otero e Gustavo Mendez. Nell'estate di quell'anno gli abbonamenti erano altissimi, sono ben 12.000 sottoscritti a seguito del ritorno nella massima categoria degli Berici. Il campionato sarà sorpredente. Il Vicenza grazie al suo bel gioco, riuscì a vincere delle partite importanti contro la Juventus, Lazio, Roma e Napoli. Il Vicenza si inserisce nella lotta per centrare un posto in Europa. Il sogno svanisce alla terzultima giornata per mano del Parma e la squadra chiude il campionato al nono posto.

La svolta arriva nell'annata 1996-1997. Alla corte biancorossa arrivarono: Alessandro Iannuzzi, Giovanni Cornacchini, il diciasettenne camerunense Pierre Wome e il diciottenne Fabio Firmani. Per il Vicenza sarà una grande stagione. In campionato la squadra sorprese di nuovo tutti grazie al bel gioco di Guidolin. I Berici, occuparono per una volta il primato in classifica il 24 novembre 1996 nella partita vinta contro la Reggiana. Il sogno europeo si spezza ancora una volta nelle battute finali di campionato, alla quart'ultima giornata contro la Sampdoria, con i biancorossi che non andarono oltre il pareggio. In Coppa Italia, il Vicenza sarà la vera protagonista. Dopo aver eliminato la Lucchese ai sedicesimi di finale, i Berici eliminarono anche il Genoa agli ottavi e a sorpresa il Milan ai quarti. Il miracolo continua sul più bello e la squadra biancorossa elimina in semifinale il Bologna e conquista per la prima volta la finale di Coppa Italia. I tifosi rivivono i momenti magici del ventennio d'oro e si preparano a conquistare un trofeo molto importante. Il Vicenza arrivò a sfidare il Napoli in finale nel doppio confronto. I biancorossi all'andata cedettero per uno a zero, ma al ritorno, il 29 maggio 1997 il Vicenza riesce a pareggiare i conti e arriva ai tempi supplementari. Maurizio Rossi trova il goal del momentaneo due a zero a due minuti dalla fine ed entra nella storia,Berici vedono il loro primo e storico trionfo e due minuti più tardi arriva anche il 3-0 con Iannuzzi e il Vicenza riesce a conquistare una storica Coppa Italia. Gianluca Gentilini è il protagonista assoluto nella seconda parte del campionato e i biancorossi dopo tanto tempo tornano in Europa. Andranno a giocare la Coppa delle Coppe. La stagione fu scossa da alcuni fatti. Viene sottoposto a sequestro conservativo le azioni detenute dalla Otto S.r.l e il presidente Pieraldo Dalle Carbonare venne arrestato. La presidenza passò a Gianni Sacchetto, poi ad aprile subentrò l'avvocato Luigi Arena e infine a maggio l'avvocato Virgilio Marzot.

Giungiamo all'annata 1997-1998. Il Vicenza è pronto a disputare il suo cammino europeo nella Coppa delle Coppe. La società viene acquisita dall'ENIC e diviene il primo club italiano di proprietà straniera. Con la vittoria della Coppa Italia, i biancorossi disputarono la Supercoppa italiana e vengono sconfitti per mano della Juventus per 3-0. Per i Berici, la Coppa delle Coppe si rivelerà avvincente. Dopo aver eliminato la Legia Varsavia, la squadra elimina anche lo Shakhtar Donetsk agli ottavi e il Roda JC ai quarti. I tifosi sono increduli, il Vicenza potrebbe vincere anche una coppa europea e per farlo dovranno sfidare il Chelsea in semifinale. All'andata, i biancorossi battono i Blues grazie al goal di Lamberto Zauli e la città esplode di gioia. Ancora un'altra vittoria e la finale può essere realtà. Al ritorno, il Chelsea passa in vantaggio con Poyet, ma i Berici trovano subito il pari con Luiso e il sogno si avvicina sempre di più. Nel secondo tempo, gli inglesi rialzano la testa e vincono per 3-1 (segnerà anche Zola) che vale l'accesso alla finale e il Vicenza si vede spezzare una finale che sembrava essere in tasca. Tutta la città è orgogliosa di questo cammino e l'avventura di Guidolin in terra vicentina si chiuderà proprio quì. Il 16 maggio, il tecnico di Castelfranco Veneto al termine della sua ultima partita da allenatore con i biancorossi lascerà delle belle parole:

«Perché io faccio raccolta di ricordi. Perché è una dei perché vale la pena di vivere: costruire dei ricordi. E io qui a Vicenza ne ho costruiti tantissimi di meravigliosi.»

Oggi il Vicenza ha assunto di nuovo il suo vecchio nome: Lanerossi Vicenza. Rifondata nel 2018, il club concluse la stagione in esercizio provvisorio.  Il 31 maggio, subentra il Bassano di Bassano del Grappa, che rileva i cespiti della vecchia società all'asta di liquidazione e trasferisce la sede sociale a Vicenza. Quella squadra, nella metà degli anni novanta ha stupito tutti e un sogno così non si ripeterà mai più.

Un abbraccio Pasqui.