Pioli sembra aver definito, almeno per il momento, l'impostazione base della squadra, che si basa su un centrale, possibilmente un regista (sic!), due mezze ali e una mezza punta larga a destra, nell'ordine Bennacer, Paquetà, Chala o Bonaventura e Suso. Una delle mezze ali parte arretrata, fiancheggiando il regista a destra in mediana, per consentirgli di non perdere palla in difesa. Quando l'azione riparte, la mezza ala riprende la posizione naturale supportanto la mezza punta. La mezza ala di sinistra ha una funzione di raccordo fra il pacchetto arretrato e l'attacco, ben protetta alle spalle da Krunic, pronta a trasformarsi in trequartista o mezza punta, as the case may be. Punta di diamante dello schieramento dovrebbe essere un finalizzatore puro come Piatek, preferito al talentuoso Leao, il quale è un centravanti vero, ma ama la manovra e rischia di pestarsi i piedi con gli altri.

Questa è, ovviamente, la teoria, la quale può scontrarsi con la realtà e non, detto in tutta onestà, per colpa di Pioli. Ad esempio, se manca Bennacer, come è accaduto ieri, il sostituto è Biglia che, a differenza di Bennacer, non è mai stato un regista neanche quando era in attività. Ricordo Biglia, infatti, già quando giocava in Belgio e fronteggiò il Milan in Europa, mostrando di essere un centromediano alla De Jong e nulla più. Ora poi è, in pratica, un ex-giocatore che non ha più nulla da spendere.

La dura realtà è poi, quella degli infortuni, perchè la mezza punta che gioca larga a destra dovrebbe essere Suso, con Castillejo o Rebic di rincalzo. E da questo punto di vista il destino sembra esserei accanito contro i rossoneri che contro il Napoli si sono trovati senza l'indisposto Suso, l'infortunato Castillejo e, perfino, senza l'oggetto misterioso Rebic, infortunatosi subito.

Le squalifiche avevano tolto, oltre a Bennacer, anche Chala, ma in questo caso è stato un colpo di fortuna, senza nulla togliere al turco che ultimamente si sta impegnando molto e con profitto. Bonaventura, infatti, ha segnato un gol coi fiocchi e i controfiocchi, rivelandosi il migliore in campo. Proprio la prestazione di Bonaventura, che ha faticato molto a riprendere la forma, tira in ballo l'aspetto della preparazione fisica, che ora sembra un problema superato. Ormai la squadra appare sciolta nella corsa e nei movimenti, anche se tende a calare un po' nel finale, registrando ancora qualche problema sul fondo. Ma nel complesso il Milan è, dal punto di vista fisico, quasi allineato alle altre squadre.

Il problema vero è Piatek, signori, perchè se Biglia è una riserva, alla quale si spera di dover ricorrere il meno possibile (meglio mai...), il polacco è ormai destinato a essere il titolare fino all'anno nuovo e, forse, anche dopo, se il mercato non portasse un rinforzo vero. Ed è il titolare, perchè è evidente che Pioli preferisce una punta di diamante pronta a perforare gli avversari con puntate rapide e letali, rispetto a un centravanti manovratore come Leao. Purtroppo, tuttavia, anche in questo caso la teoria si sta scontrando con la realtà, perchè non solo Piatek non è "una punta di diamante pronta a perforare gli avversari con puntate rapide e letali", ma è un ectoplasma che, vista la condizione fisica ormai decente della squadra, non può neanche invocare problemi di preparazione. Il polacco non è nulla e, in certi momenti, dà l'impressione di essere in attesa di una cessione liberatoria. Il gol mancato su assist di Hernandez nel secondo tempo grida, infatti, vendetta come il sangue di Caino contro Abele, esattamente come il gol mancato contro la Juventus e altri simili mancati in precedenza.

Questo Piatek tiene in ostaggio tutta la squadra, vanificando quanto di buono fatto dai compagni. La tiene in ostaggio, non soltanto perchè Pioli ha ormai impostato la squadra in maniera che costruisca per un finalizzatore, ma anche perché occorre un atto di coraggio per dire "sei una riserva" a chi ha fatto il campionato dello scorso anno. Pioli, come lo è stato Giampaolo prima di lui, è prigioniero della speranza che ogni partita sia quella buona. Personalmente, suggerisco da sempre una staffetta con Leao in cui Piatek sia destinato a giocare solo un tempo, il primo tempo per lavorare ai fianchi gli avversari o il secondo per sfruttare la freschezza atletica. Capisco, però, che tale solizione significhi rinunciare a priori a un altro possibile cambio e può diventare un problema se, come ieri, si rendano necessarie altre soluzioni tattiche.

In sostanza, sono convinto che il Milan sia a un passo dalla soluzione dei suoi problemi più gravi, ma non riesce a fare tale passo, perchè c'è Piatek che, come la ball 'n chain dei carcerati di una volta, gli impedisce di muoversi. Il Milan deve, pertanto, solo augurarsi che il polacco si sblocchi e metta dentro almeno le occasioni come quella di ieri o quella avuta contro a Juventus. In tal modo, potrebbe iniziare a macinare quei punti che lo terrebbero in piedi fino a gennaio 2020. A quel punto toccherà alla società portare a Milanello un altro attaccante, purchè sia degno di questo nome, e un altro centrocampista in grado di fare il regista, quando dovesse mancare Bennacer.

I nomi? Non contano, come nella Legione Straniera. In questa fase il Milan non deve essere prigioniero dei nomi nè del colore del gatto, ma pensare che qualsiasi gatto, se mangia il topo, è un buon gatto, qualunque sia il suo colore.