Sono un simpatizzante del Napoli, una volta tifoso, anche se non in modo esagerato. Mio padre mi portava allo stadio a vedere giocare il calcio, quando il calcio era una passione per i nomi-bandiera di squadre come l'Inter, il Milan, il Napoli; le vedevo quando scendevano in campo qui a Bologna, dove abito, con Bulgarelli, Pascutti e dall'altra Cané, Panzanato e Juliano. Ognuna di loro aveva la sua bandiera e nel Napoli di quei tempi, anni 70, c'era Juliano.

Era un calcio legato più alle appartenenze, alle maglie, alle bandiere; oggi non è più così: molte bandiere sono scomparse o si sono strappate al vento forte del business. Oggi c'è un calcio fatto di soldi, di utili, di profitti, di quotazioni in borsa e il romanticismo di quegli anni è surclassato dalla logica del profitto, dei risultati. Ecco che i giocatori, come gli allenatori, diventano mercenari assoldati per portare trionfi e soldi alle società, sempre le stesse e così lo si può dire per gli allenatori, Sarri ne è l'ultimo esempio e di fronte a tutto ciò, da simpatizzante Napoli, sono assai amareggiato tanto che "Piange il Cuore", ma è l'evoluzione di questo mondo ed il calcio ne è coinvolto.

Peccato che con questa politica, si immagina solo che chi abbia più mezzi da investire possa permettersi di fare da asso piglia tutto, lasciando ben poco ad altre piccole società che rischiano ogni anno si sparire. "Piange il Cuore" anche per quello... Ma sono le leggi del mercato che purtroppo si discutono ma non si riusciranno mai a cambiare.