Storia del match
Fino agli anni '80 Pescara-Perugia per entrambe le tifoserie è stata una partita come le altre, tra due città vicinissime in linea d’aria ma scomode da raggiungere per l’impervio raccordo stradale, oggi in parte migliorato. Un match che si giocava sopratutto nella memoria del povero Renato Curi, centrocampista umbro abruzzese di adozione; nato nelle Marche e trasferitosi nel capoluogo Adriatico fin da bambino per motivi di lavoro del padre. Morto durante un Perugia-Juventus nell'ottobre del '77 a cui è intitolato la Stadio Cittadino e che oggi riposa in pace nel cimitero di San Silvestro nel capoluogo Dannunziano. A Pescara c’è anche una squadra dilettantistica intitolata allo sfortunato giocatore, con un settore giovanile importante che ha tirato fuori tra gli altri Massimo Oddo e D’Aversa. Ma le cose cambiano nell'estate del 1992 con il Pescara guidato da Giovanni Galeone appena fresco di Serie A. Il grifone militante nell’allora C1 viene rilevato da Luciano Gaucci, che per garantire una pronta risalita scippa ai biancazzurri a suon di miliardi delle vecchie lire: Gelsi, Pagano e Camplone, cui preferiscono i ricchi contratti del imprenditore romano alla massima serie.
Per la cronaca, l’anno seguente il Delfino ritornerà in serie B, anche perché i tre partenti non furono rimpiazzati degnamente, mentre i biancorossi conquistarono la promozione ma il Caf li rispedì nella terza divisione per illecito sportivo. I tifosi Pescaresi non presero bene questo giro di mercato e da lì inizio la rivalità con la città della Cioccolata. Anche con Gaucci gli scontri continuarono. Anni dopo rilevò le sorti del Catania Calcio. In una semifinale dei play off di serie c si ritrovò di fronte proprio gli Abruzzesi. All’andata fini 1-0 per la compagine allenata da Ivo Iaconi, ma in Sicilia i rossi azzurri vinsero con l’identico risultato ed in virtù del miglior piazzamento in classifica passarono il turno. Al Cibali si giocò in un clima ostile dove l’arbitro Bergonzi negò un rigore evidentissimo a Fanesi e poi convalidò un goal in fuorigioco del ex Cicconi. Ma le vie del Signore sono sempre infinite e qualche anno dopo il popolo pescarese ha la sua rivincita. Sempre in una semifinale di play off di C1 ci si ritrova davanti la Sambenedetteseultimo acquisto del ex vice presidente della Roma. Nel match di andata i rossoblu si impongono al Riviera delle Palme per 1-0. Al ritorno l’Adriatico si presenta in una bolgia di colori e lo striscione della Curva Nord: “Gaucci questa non si compra” conduce la squadra di casa alla vittoria. Gli ultimi incontri tra le due compagini sono avvenute sempre nella serie cadetta spesso in veri e propri scontri per la conquista dei primi posti della classifica, giocate in un equilibrio sostanziale. La più importante è quella della prima partita spareggio per andare in Serie A disputata al Renato Curi. Dove la squadra ospite allenata da Massimo Oddo s’impose per 1-2 garantendosi il passaggio del turno.

Come arrivano le squadre
Il Perugia dopo la vittoria di Ascoli, viene da un pareggio con il Crotone e due sconfitte consecutive con Cittadella e Pordenone, che hanno spento i sogni play off degli uomini di Serse Cosmi. Che ora devono cominciare a guardarsi le spalle per non essere risucchiati nei bassi fondi della classifica ad un punto di distanza proprio dai biancazzurri. Nel match di venerdì sera dovrà fare a meno degli squalificati Falzerano e Sgarbi e confida nella ripresa di bomber Iemmello a digiuno di goal dall’otto febbraio e prossimo obiettivo di mercato della società adriatica. 
Il Pescara è in piena crisi di gioco e risultati. Alla bella prova con la Juve Stabia sono seguite due sconfitte con Pisa e Cremonese ed un pareggio con l’Empoli, che hanno messo sulla graticola il tecnico Legrottaglie. Il presidente è arrabbiato sopratutto per l’ultima prova in terra Lombarda in un match delicato dove la squadra ha offerto una prestazione opaca sopratutto sotto porta. Così con un annuncio a sorpresa è stato esonerato Legrottaglie al suo posto arriva Andrea Sottil, che viene da una tormentata stagione a Catania nonostante i buoni risultati del suo 4-4-2. La colpa di questa rovina non è solo del ex Juve che paga la sua inesperienza e inadeguatezza alla categoria.
Nel mercato di gennaio la squadra anziché essere rinforzata è stata indebolita con le cessioni di Machin e Ciofani e gli arrivi di Bozinov salito alle cronache solo per una assurda espulsione a Crotone e Pucciarellisceso in campo una sola volta perché infortunatosi subito al primo allenamento del Poggio e se non ci sarebbe stato lo stop forzato la sua stagione sarebbe finita lì. Nonostante l’infortunio di Tumminello e le scarse prestazioni di Maniero non è arrivata la tanto agognata prima punta in grado di garantire quei goal salvezza che oggi mancano come il pane. Così come manca a centrocampo un vice Palmiero faro della manovra del gioco, alle prese con noie muscolari che da tempo minano la sua titolarità. Ma anche la stessa promozione dalla panchina primavera alla prima squadra del difensore cresciuto nel Chievo, lascia molto a desiderare per aver puntato su l’ennesima scommessa quando in un momento delicato ci si sarebbe dovuto affidare ad un allenatore più navigato ed esperto e non ad un altro esordiente come il già esonerato Zauri. Errore già fatto da Sebastiani tempo addietro con Epifani, ma sembra non servito nulla neanche a fare “il mea culpa” del presidente.