Il Pescara 2018/2019 si presenta ai nastri di partenza come una squadra fresca e giovane, ben strutturata e con l'obbiettivo di fare un buon campionato di serie B, senza fare troppi voli pindarici. Giocare la serie B con spensieratezza. Questo deve essere il dogma del Delfino Pescara 1936.

L'obbiettivo della compagine abruzzese in prima battuta deve essere quello di confermarsi sempre più una realtà della Serie B, restare in Serie B, fare un buon calcio e lanciare giovani elementi che poi potranno emigrare verso lidi più importanti e permettere al club di fare cassa. Sento dire che l'obbiettivo deve essere la zona play off che permette di giocarsi un posto per la promozione in Serie A. Non è così.

Credo che questo possa essere un di più, ma non deve essere un obbligo, un obbiettivo da raggiungere a tutti i costi perché se non fosse raggiunto sarebbe un fallimento. Penso che il Pescara debba fare una stagione spensierata e confermarsi una realtà della Serie B. La Serie A non è una realtà che si addice ad un club come il Pescara, che in Serie B ormai è di casa.

Il Pescara tutte le volte che è andato in Serie A ne è uscita con le ossa rotte. Meglio fare una Serie B dignitosa che una pessima Serie A. Il Pescara di Bepi Pillon giocherà con il 4/3/3. Molti sono gli elementi interessanti presenti nella rosa del Delfino. C'è la punta Mancuso, c'è il trequartista e esterno d'attacco Del Sole, c'è il centrocampista Melegoni, vivaio Atalanta, sinonimo di garanzia di qualità e c'è il forte difensore francese Andrew Gravillon tra gli altri.

Il 4/3/3 di Pillon è diverso da quello di Zeman, è più equilibrato e meno spettacolare, ma è pur sempre una squadra che giocherà un calcio offensivo. Il capitano Brugman sarà il perno del centrocampo. La rivelazione può essere il difensore uruguaiano Elizade. 

È probabile che la formazione titolare di base possa essere un 4/3/3 composto da Fiorillo in porta, Matteo Ciofani, Marco Perrotta (Campagnaro), Gravillon, Balzano (Elizade)in difesa, Memushaj (Melegoni), Brugman, Machin a centrocampo, Marras  (Capone), Cocco (Monachello), Mancuso (Del Sole) in attacco. Coach: Bepi Pillon. Nelle rotazioni delle punte potrebbe rientrare anche Mirko Antonucci, promettente punta esterna presa dal vivaio della Roma.

Ed è questo che deve fare il Pescara, puntare sui giovani, possibilmente prenderli dai vivai dei top club della A e in più assicurarsi degli elementi esperti per la categoria come ha fatto con Cristiano Del Grosso, che ha tanta esperienza accumulata non solo in Serie B ma anche in A. Un po' come faceva il Prato, in serie C, per intenderci. La compagine toscana aveva una peculiarità nel fare mercato. Quasi tutta la sua campagna acquisti, ogni anno, era sempre rivolta nel prendere elementi dalle primavere di A e B e li lanciava. Max Vieri e Eddy Baggio sono stati due elementi che sono passati per Prato, fratelli dei più famosi Bobo Vieri e Roberto Baggio. E riusciva a costruire sempre delle belle squadre. Questo a cavallo degli anni 90. 

Una cosa simile ma più a largo raggio deve fare il Pescara. Prendere il Luca Crecco di turno dalla Lazio e il Mirko Antonucci di turno dalla Roma e in più fare anche scouting all'estero prendendo elementi come Elizade e lanciare qualche elemento meritevole dal suo vivaio come successe in passato con Morgan De Sanctis e Marco Verratti.

Il Pescara si avvia ad affrontare una stagione con spensieratezza e senza pressioni. I play off per accedere in A non sono obbligatori. Essere sempre più una realtà della Serie B italiana e proporre un buon calcio e lanciare qualche giovane promettente e valorizzarli per poi rivenderli. Questa è la mission possible di Pillon e del suo Pescara.