C’è poco da dire sul 2020 biancazzurro, i momenti di gioia si contano sulle dita delle mani. Sono sicuramente di più gli allenatori alternatisi in panchina; con ben cinque cambi.

L’anno era partito subito male: la sconfitta interna contro la Salernitana costa il posto a Luciano Zauri, tecnico emergente che in estate era stato promosso in prima squadra, dopo un brillante campionato nella primavera adriatica. Al suo posto viene chiamato un’altra scommessa del presidente Sebastiani; l’ex Juve Nicola Legrottaglie, anch’egli proveniente dal settore giovanile. 

Andando ad analizzare bene l’annata, possiamo dire che proprio nel mese di Gennaio vengono poste le basi per un anno disastroso, umoristicamente parlando: “Chi ben comincia è a metà del opera”. Ma perché mandare via Zauri alla ripresa del campionato e non prima. Quando era sulla graticola già da diversi mesi, per un espressione di gioco frammentario con prove poco convincenti e una classifica deficitaria. Dando magari al nuovo arrivato la possibilità di poter sfruttare la sosta per poter integrare al meglio i suoi schemi. Ecco appunto il nuovo arrivato! C’è tutto un girone di ritorno da affrontare, non si è ancora all’ultima spiaggia, in questi casi di solito ci si affida ad un mister navigato, d’esperienza. Invece no l’ennesimo azzardo naturalmente a costo zero. E dulcis in fundo la ciliegina sulla torta al gong del mercato invernale: la cessione di Machin ( il presidente dirà che è stato il ragazzo ad essere voluto andare via, intanto qualche euro nelle casse societarie sono arrivate) e rimpiazzato dall'infortunato Pucciarelli che qualche partita l’ha fatta grazie al prolungarsi del torneo per Covid e un Bozinov mai pervenuto. Arrivato in una forma fisica imbarazzante il bulgaro si è fatto notare solo per l’espulsione dalla panchina allo Scida di Crotone.

La partenza del tecnico siciliano avviene comunque nel miglior dei modi con forse la più bella prova della stagione il 2-0 sul Pordenone al Dacia Arena di Udine, a cui fa seguito la vittoria in casa contro il Cosenza, grazie ad una prodezza del talentino Bočić all’ultimo minuto, che manda in visibilio il pubblico pescarese. L’ebrezza però finisce subito con tre pesanti sconfitte senza prova d’appello nelle successive partite, fino a risorgere nel 2-1 ai danni del Ascoli. Anche qui gioia arrivata solo al novantesimo grazie ad un invenzione di Memushaj, insomma la manovra latita e per fortuna i singoli ne fanno da padrone!

Il campionato si ferma per tre mesi e mezzo causa pandemia. Il Pescara che riparte fa ben sperare grazie al secco 3-1 sulla Juve Stabia, ma è solo una goccia nel oceano, perché nelle restanti nove partite conquista appena sette punti, che portano alla retrocessione sul campo, ma salvata dalla giustizia sportiva che condanna il Trapani  alla lega pro per illecito. Nonostante sulla panchina Adriatica era arrivato Sottil per Legrottaglie. Grinta, sacrificio e la verve di Zappa l’unico a salvarsi, non sono sufficienti senza una ben precisa identità di gioco. Si va ai play out contro il Perugia del pescarese Massimo Oddo. I 180 minuti regolamentari non bastano , entrambi le compagini vincono tra le mure amiche con il medesimo risultato di 2-1. È ancora un terzino: Masciangelo aiutato dalle parate di Fiorillo a salvare i dannunziani dal inferno della retrocessione, grazie alla realizzazione del penalty decisivo nella lotteria dei rigori al Curi di Perugia, che vede tra l’altro l’addio al calcio giocato di Hugo Campagnaro.

La nuova stagione 2020/21 parte con i proclami del presidente Sebastiani: “quello visto nella cadetteria passata non succederà mai più”. A sorpresa viene ingaggiato il tecnico Oddo, che con la squadra però non legherà mai. Quattro punti in nove match con quasi tutto lo spogliatoio contro, gli costano l’esonero a favore di Roberto Breda. Nel frattempo continuano i soliti contenziosi con De Cecco per: Poggio si Poggio no e l’altro ex socio Danilo Iannascoli in merito alle irregolarità di bilancio. Nel mezzo le voci di un fantomatico acquirente tale Pavanati, tornato a distanza di poche settimane nel anonimato, che sembrava dare più la sensazione di passare dalla padella alla brace, che intavolare un progetto volto al bene della Pescara Calcio. Con il nuovo tecnico trevigiano inizialmente pare intravedersi una nuova squadra, che in campo scende almeno con un piglio diverso. La vittoria al Del Duca di Ascoli e il 3-2 al blasonato Monza fanno ben sperare. Ma le ultime prestazioni dell’anno contro Entella e Cosenza, riportano il delfinodi nuovo nei suoi incubi peggiori.

L’anno che verrà non promette nulla di buono. La squadra spesso appare piatta, incapace di proporsi, scollegata tra i reparti e non registrata in difesa, il bel gioco si è visto solo a tratti. Al mister Breda, i cui punti conquistati sono dovuti perlopiù a prove di carattere, spetterà il compito di trovare la giusta quadratura. Una mano dovrebbe arrivare dal mercato di gennaio, ma i soliti nomi snocciolati, giocatori in prestito in cerca di rilancio non entusiasmano una piazza ormai stanca, che intravede davanti a se la strada per la salvezza lunga e tortuosa!