Ieri sera ho visto la sfida tra l’Arsenal e il Milan. Le società spendono milioni di euro per creare una squadra competitiva, i calciatori passano diverse ore ad analizzare gli avversari davanti agli schermi, i tifosi spendono tempo prezioso e molti soldi per assistere alla propria squadra del cuore e poi indovinate chi decide la partita? L’ARBITRO.

Ieri abbiamo assistito ad una farsa. Dopo un rigore inesistente concesso all’Arsenal dove Ricardo Rodriguez tocca (sfiora) Welbeck, al Milan vengono negati la bellezza due rigori. Il primo, nettissimo, per fallo di mano di Mustafi. Il secondo, meno evidente, per un fallo da ostruzione su André Silva.

Poteva essere una partita bellissima. Anzi, a tratti lo è stata. Peccato solo che sia finita al 70° non per colpa di Donnarumma (che in verità ha evidenti colpe sul secondo gol preso), ma per le presenza di un arbitro inadeguato a certi livelli.
Dopo le clamorose sviste in Champions League (clamoroso ieri il contatto Alonso-Piquè ed il fallo di Veronghen su Douglas Costa in Juventus-Tottenham) spero il caro presidente Čeferin cambi al più presto la sua posizione sul Var. Il calcio ha bisogno di progredire ed è impensabile che nel 2018 si vedano ancora certi errori arbitrali. Su alcuni episodi, abbiamo visto anche in Italia (chiedere alla Lazio) che anche l’assistenza video non è infallibile in quanto è sempre e comunque gestita dall’uomo. Tuttavia le statistiche non mentono. Da quando è stato introdotto questo strumento le sviste arbitrali si sono ridotte di molto.

Gli episodi citati prima però non rientravano nella casistica di episodi dubbi. Si trattavano di azioni chiare, limpide che il Var avrebbe corretto sicuramente.
Se vogliamo migliorare il calcio, non si può non prescindere dall’uso del Var.