Da quando ho letto della storia di Emerson, un tarlo attanaglia il mio cervello evidentemente poco occupato: per ricapitolare, l'Emerson gioca col Brasile, d'altronde è brasiliano, quindi scende in campo, ha quella maglia là etc etc. Poi il Brasile non lo convoca più. O comunque lui da panchinaro al Palermo diventa l'Emerson richiesto da Conte (e mi duole dirlo ma è tutto merito di Spalletti, che lo mette in campo con la Roma ancora quando non fortissimo e quasi pseudo-matteo ferrari perchè convinto del fatto che comunque "ha un bel piede" nda) e arriva la... chiamata dell'Italia e Emerson va. Perchè? Perchè tanto col Brasile erano solo amichevoli.

Potete girarla come volete: erano amichevoli, non erano partite, il nome era scritto male sulla maglia. Ciò non cambia che Emerson c'era e che ora non c'è più ed è rispuntato in azzurro.

Sia chiaro: non la trovo una cosa sbagliata. Non la trovo neanche una cosa così buffa, la trova una cosa tutto sommato ovvia. Una chiamata in nazionale può non arrivare per un sacco di motivi: c'è già il tuo doppione, ad esempio. E allora meglio guardare altrove. No?

D'altronde perchè privarsi di un talento, di uno show, di azione? Il calcio è un gioco. La nazionale però fondamentalmente no. Tecnicamente è una cosa seria. Ma tra oriundi davvero davvero improbabili (e dite quello che volete ma Camoranesi come esempio sta proprio là in alto) e nazionalizzazioni divertenti (Oliveira Belgio) non vedo tanta lontananza con un calciatore che finite le convocazioni  con la sua nazionale passi ad un altra . nuova bandiera per nuova bandiera, per citare entourage, "una differenza c'è, ma non so qual è".