"Ti amo anche se vinci", una delle frasi che rappresentano al meglio l'essere tifoso.
Amore incondizionato verso una squadra, un modo di vivere, passione che supera tutto e quasi dimentica quello che dovrebbe essere lo scopo per il quale la squadra scende in campo: la vittoria.

"Quando vinci sei di tutti, quando perdi sei solo mia", senso di appartenenza, essere della Roma, e non essere romanista, appartenere alla squadra, sempre, ancor di più nella sconfitta.
Il tifo si sviluppa nella persona in modo autonomo, nessuno decide di tifare ma viene quasi travolto da un qualcosa più grande di sè, che non riesce a controllare.
Essere tifoso vuol dire condividere passione con altre migliaia di persone ma sentirsi speciale, diverso da tutti gli altri. Tifare in casa, in trasferta, da solo o con gli amici, spendere tempo, soldi, forze con la convinzione che tutto verrà ripagato, non dal risultato della gara ma dall'emozione che si prova durante.
L'ansia i giorni prima della partita, la scaramanzia, la radio e i giornali, le speranze che ti accompagnano e non ti lasciano mai. L'inno prima della gara, la birra, il fischio d'inizio, il coro, la gioia del gol e l'amarezza del gol subito.
Ma alla fine dei 90 minuti, tutto finisce. Finisce la partita, finiscono i cori, si esce dallo stadio e si torna a casa.
Rimane solo l'essere tifoso, e si riparte dall'inizio. Dall'ansia per la prossima partita.
Per questo tifiamo.