Quando si pensa alle partite, si pensa ai novanta e più minuti. Ma il dopo a cosa serve? Non prenderemo in considerazione una o più partite - quindi non fate della foto che ho messo il vostro pensiero, perchè è la prima che ho trovato scrivendo arbitro - ma il solo motivo di dover esprimere un pensiero dopo la fine della gara. Cosa cambia? Nulla. Molto spesso tra le tv varie va di scena la 'moviola', che poteva essere utile negli anni passati, quando il grande Aldo Biscardi e il compianto Maurizio Mosca ne chiedevano una in campo, quindi qualcosa che avrebbe portato l'arbitro ad avere consigli appena dopo il un fuorigioco non visto o un gol irregolare, per terminare con un rigore netto da fischiare o da rivedere. Ecco che dopo trent'anni nasce la VAR, strumento che aiuta l'arbitro a prendere una decisione, che a occhio nudo non si vede, ma che al rallenty lo possa portare a ripensare di quella svista e di conseguenza a fischiare un rigore, a esplellere un giocatore che fa un fallaccio, o che dice cose fuori luogo verso l'arbitro o altro. Biscardi quindi è stato l'artefice di questo VAR, e questo glie ne va dato merito, anche perchè tren'anni de Il Processo Di Biscardi, ogni volta ripeteva 10,100,1000 volte "Vogliamo la moviola in campo!" e altro ridere sopra il suo solito "Non parlate in più di tre o quattro per volta che sennò non si capisce niente!".

Oggi la tecnologia è all'avanguardia, l'arbitro potrebbe sbagliare meno, e molte volte non accetta aiuti, perchè è libero di scegliere se constatare l'aiuto tecnologico oppure no, e in certe occasioni si prende le sue responsabilità, sbagliando, e non per questo la direzione arbitri potrebbe decidere di tenerlo fermo per qualche giornata o addirittura retrocederlo in campionati minori, per una specie di punizione. Detto questo, mi sorge spontaneo chiedere: ma a cosa servono le trasmissioni sportive della sera, che fanno parlare ex arbitri, se c'è il VAR  e gli arbitri se ne assumono le responsabilità di non andare a vedere? Credo a nulla. Perchè dico questo, perchè nel percorso della giornata, i direttori ai lavori, cioè l'AIA (Associazione Italiana Arbitri), hanno ben controllato chi ha sbagliato gravemente o meno e hanno già pensato se punirlo o meno per i suoi errori, mentre in tv si continua a sentire "Questo è rigore!", "Questo non è rigore!", "Questo è da rosso!", "Questo non è da rosso!". Capisco che la tv per far vedere i gol deve per forza di cosa occupare almeno due o più ore, ma che si parli di calcio giocato, e non di errori in campo, anche perchè nessuno degli addetti ai lavori, è interessato a sapere o sentire quello che hanno da dire; ex arbitri, conoscitori di calcio, persone dello spettacolo etc, etc.

Quando una gara termina su qualsiasi risultato, è normale pensare a un rigore dato o non dato, ad una espulsione contro o a favore, ma quello sta nei novanta e più minuti, quindi errori che se l'arbitro o il VAR non decide di assegnare un fallo o meno, è tutto questione di 30, 40 secondi, o un minuto, dopo diviene solo passato, quindi è inutile pensare, innervosirsi (con chi poi...) e continuare a recriminare guardando i notiziari sportivi o cose simili. La gara quando è finita è finita, le società possono farsi sentire, ma per la maggior parte non lo fanno, ben sapendo che attaccare l'AIA, o i suoi addetti ai lavori, potrebbe portare a qualche svista in più in altre gare, che da tifosi e società, potrebbe essere preso come un "Ma che c'hanno preso di mira?", anche se poi non è così. Un arbitro può essere in buona giornata e riuscire a completare il suo lavoro nel migliore dei modi, quindi accettando le decisioni della VAR, cambiare il suo errore e dare un rigore o meno. Ma quando è in cattiva giornata? In quel caso, può sbagliare, ammonire dove non c'è da ammonire, espellere dove non c'è da espellere, non sentire il VAR su un rigore o meno, e decidere di testa sua. Questo purtroppo deve essere accettato da società, tifosi e giocatori, che invece di infierire con parole poco consone verso un direttore di gara dovrebbero avere la testa connessa con la lingua, perchè molto spesso cadono nel dire parole che poi li portano ad essere espulsi per parole verso la vita privata di un arbitro, guardalinee o giocatore avversario. 

Parlare dopo che l'accaduto è passato? Non serve a nulla, solo a portare un tifoso a gridare "Ce l'hanno rubata!", ma poi alla fine a rubare chi è stato? L'arbitro che ha sbagliato a non vedere il VAR e fare di testa sua? Oppure il VAR che dovrebbe essere sempre presente in campo e prendere anche le decisioni che l'arbitro non si sente di prendere? Per questo ho pensato: ma perchè la VAR non aiuta l'arbitro a tutto campo?. Non dico che l'arbitro non debba arbitrare, anzi, dovrebbe fare il suo mestiere come sempre, ma se il richiamo dal VAR gli dice che qualcosa che ha fischiato non era da fischiare o che una entrata non era da giallo ma da rosso, e che un fallo a metà campo non c'era perchè l'avversario ha preso la palla e non il piede o la gamba, tante cose sarebbero ben diverse, quindi tante situazione che poi si devono sentire da trasmissioni sportive, sarebbero cancellate, e si parlerebbe solo del calcio giocato e niente più. Il calcio è di tutti, ma fermiamoci al campo, perchè il parlarne dopo serve davvero a poco, direi a niente.