Parlare di Andrea Pirlo e della sua storia è banale e ripetitivo, ma serve solo precisare che Andrea, sin da quando aveva 15 anni, si è sempre fatto consigliare le migliori alternative (su ogni cosa) da chi riteneva preparato ed affidabile per poi decidere con fermezza ed indipendenza la soluzione migliore.
Questo per cercare di far capire ai tanti critici che è insensato continuare a parlare della poca esperienza in panchina al cospetto di colui che è destinato a diventare uno dei più importanti allenatori del panorama mondiale dei prossimi 20 anni.
Prima cosa, pensate che l’esperienza di collaboratori come Tudor, Baronio e altri non possa completare qualsiasi aspetto tattico o tecnico possa presentarsi? Quanti allenatori possono vantare un vice con un curriculum da primo allenatore come Tudor?
Seconda cosa, per un’allenatore di Serie A (e di un top TEAM) può valere di più l’esperienza di panchina in un settore giovanile professionistico, in una prima squadra di C e B o oltre 20 anni di lezioni quotidiane dei più grandi maestri di calcio del mondo?
Non vorrei offendere le utili lezioni teoriche di Coverciano, ma chiedete a Roberto Mancini cosa ha risposto al “docente” Romeo Benetti che gli chiedeva seriamente di fargli vedere a palleggiare per potergli dare l’abilitazione...
Per allenare la Juventus e questi top team, più della gavetta servono tante altre qualità che non sono per tutti.
Inutile continuare a rapportare i punti fatti e la gavetta di Sarri a quelli di Pirlo, perchè l’allontanamento di Sarri è dovuto principalmente alla mancanza dei punti di forza che possiede Pirlo (STORIA, COERENZA e RISPETTO).

Vi invito ad osservare, a fine partita, l’atteggiamento dei calciatori avversari verso Pirlo, indipendentemente dal risultato finale e vi sfido a trovare altri allenatori che ricevano un simile attestato di stima e rispetto. Pensate conti poco?
Qualcuno può pensare che Lewis Hamilton quando scenderà dalla Mercedes non potrà fare il TEAM PRINCIPAL in F1 se prima non avrà fatto anni di esperienza nei kart?
Io penso che Andrea Agnelli abbia aperto una strada nuova, oggi i bilanci impongono che non si possano pagare contratti milionari pluriennali a più allenatori e che la prima regola sia quella di mettere l’allenatore al centro di un progetto e di difenderlo da tutto e da tutti indipendentemente dai risultati che possono essere condizionati da molteplici fattori a lui non imputabili.
I calciatori delusi (per non parlare dei media) possono essere belve affamate, che quando l’allenatore è “ferito” sentono l’odore del sangue e si avventano contro per finirlo… qui solo le società ed i presidenti seri sono in grado di non farsi reciprocamente del male.

Certi discorsi si possono sentire al bar, ma sono inaccettabili da ex giocatori professionisti di alto livello, chi conosce la dinamica di uno spogliatoio di una grande squadra ed il confronto con grandi e strapagati campioni dovrebbe sapere che l’esperienza di panchine minori conta veramente molto meno del carisma e del rispetto meritatamente guadagnato da anni di campo vissuti da protagonista mondiale.
Finisco con un consiglio, frenate le gratuite contestazioni al lavoro di Pirlo, siamo al cospetto di chi diventerà uno dei migliori allenatori dei prossimi 20 anni e anche se cercherete poi di cancellare tutto, ci sarà sempre qualcuno a ricordarvelo.