L'annata calcistica che si sta chiudendo riflette la difficoltà generale di potere svolgere le attività sportive in un ambito sereno e ben delineato. La pandemia ha distrutto risorse e soldi e, nondimeno certezze e programmi che non hanno consentito a tutte le squadre di seguire i dettami e le aspirazioni che ognuno si prometteva di perseguire. 

Il problema dei soldi è salito prepopentemente alla ribalta nella questione della Superleague, bocciata dai massimi organismi europei e presto bocciata anche dal pubblico sportivo e da giocatori di molte squadre. Come a dire, non abbiamo bisogno di soldi, i valori sportivi bastano e avanzano. E qui vorrei vedere se i tifosi si accontenteranno di squadre modeste, con giocatori di media fascia, che costano poco ma rendono anche poco. Vorrei vedere se non faranno proteste e cori davanti alle sedi calcistiche o manifestazioni nelle curve(quando saranno riaperte) se i risultati non saranno all'altezza delle attese. Se i giocatori che inneggiano a valori sportivi si decurteranno lo stipendio oppure giocheranno gratis, in attesa che possano essere pagati. Mi sembra l'elogio della follia,  come se Erasmo da Rotterdam avesse orchestrato la pazzia collettiva, ed anche la panacea di tutti i mali. Passata la sbornia deleteria della pandemia(che prima o poi dovrà finire) si conteranno gli urli di guerra o il pianto greco della disperazione? Sappiamo che qualche società, come il Bordeaux, è fallita, ed altre seguiranno, che ci sono società indebitate quanto un debito sovrano, mentre lo sport dilettantistico langue disperatamente, con la conseguente perdita di giovani promesse, oppure solo giovani che vogliono semplicemente fare sport. La D.A.D. nello sport non è possibile, e seppure ci siano problemi legati alla scuola, si dimentica che i problemi delle società no-profit che pensano solo ad educare giovani, sono enormi. Quegli organismi così bravi a lanciare strali ed anatemi, saranno altrettanto bravi nell'eliminare le difficoltà e le povertà del sistema sport? E dove troveranno le risorse? Magari riducendo lo stipendio di Ceferin, appena aumentato? Bene, vedremo cosa succederà, ma si può preventivare che le squadre già ricche non avranno molti problemi, perché loro i soldi sanno dove trovarli. Si dovrà capire come faranno le squadre con pochi soldi o asset in grado di generare entrate in grado di supplire alle perdite che stanno subendo.

In questo contesto, mi inserisco alla questione Juventus. Le difficoltà prima espresse hanno di fatto compresso la capacità di svolgere un' adeguata rincorsa al campionato ed alle coppe europee. Avere ingaggiato un giovane allenatore come Pirlo, non è stata una scommessa, ma un chiaro investimento per il futuro. Teniamo presente che oltre alla nuova guida tecnica si è ricomposto un gruppo nuovo, con molti giovani e con esperienze diverse, senza la possibilità di seguire un'adeguata preparazione tecnico-atletica, e l'impossibilità di giocare amichevoli, e di allenare l'intesa tra i calciatori. Le continue situazioni legate al virus, hanno provocato degli stop che spesso creavano lunghe soste e perdite di tono atletico e di reinserimento in squadra. Gli incontri ravvicinati hanno spossato i giocatori, soprattutto chi aveva impegni di campionato, coppe e nazionali. Le energie spese sono state difficili da recuperare, e se ci mettiamo anche altri piccoli infortuni, il quadro può essere esasperante. L'altro problema è legato al rinnovamento della rosa, spesso difficile perché in un mercato così bloccato e senza adeguati mezzi finanziari, chi ha dei giocatori a fine carriera, difficilmente riesce a collocarli facilmente. E sovente si sono costruiti veri e propri artifici finanziari e accordi sfavorevoli, pur di riuscire a mettere in uscita coloro che non facevano più parte del progetto sportivo, seppure il sostituto ideale non fosse ancora disponibile, e l'esperienza in qualche caso avrebbe fatto comodo. Si è ad un guado, da una parte ci sono Szcesny, Buffon, Danilo, Bonucci, Cuadrado, Chiellini, Alex Sandro, Ramsey e Ronaldo. Dall'altra i vari Bentancour, Mc Kennie, Arthur, De Ligt, Demiral, Frabotta, Morata, Dybala, Rabiot,Chiesa e Kulusevski. I primi i "vecchi", i secondi i "giovani". Diciamo che è mancato il Trait d'union necessaario allo sviluppo del gruppo compatto che avrebbe portato a molti punti in più, persi per strada per inezie e piccole inesperienze, senza le quali, la Juve avrebbe tranquillamente dieci punti in più, insidiando persino lo scudetto all'Inter. Si, si sono perse  per strada occasioni ed opportunità, svanite spesso per poco, come l'eliminazione in Champions, e le partite perse malamente contro squadre di bassa classifica, o pareggiate per mancanza di concentrazione. Ma si può rimediare, perché la Juventus i giocatori bravi li ha, devono solo ricomporsi internamente, e ritrovare la giusta forma per chiudere in crescendo. Ma seppure la Juventus fallisse il traguardo Champions, non ne farei un grande dramma. Capisco he le risorse che vengono a mancare sono ingenti, ma sono sicuro anche che la società farà aggiustamenti e recupero di spese eccessive, oltre alla capacità di reperire risorse che un gruppo Fiat (ora Stellantis) non ha difficoltà a reperire in qualche modo. Sarebbe un momento di riflessione e di ripartenza, dove la squadra sarebbe finalmente costruitta con innesti di qualità e riconferme di giovani che potranno solo migliorare e fare tesoro delle esperienze di quest'annata difficile, ma formativa. Certamente tutto questo dovrebbe passare dalla risoluzione del problema Ronaldo. Non è stato il cambio di passo che tutti si auguravano, almeno non nelle proporzioni dello stipendio che riceve, meglio sarebbe investire in altri giovani che sarebbero un investimento produttivo anche nel breve, plasmandoli nella disciplina societaria e nell'organico. Liberare i giovani dall'influenza di un leader carismatico ma non produttivo come Ronaldo, può essere sulle prime una difficoltà, ma nel medio periodo consente di lasciare esprimere le risorse nascoste ed inespresse di tutti i giovani e meno giovani, presenti nella rosa. 

Pirlo deve continuare, perché esonerarlo sarebbe come ripudiare lo stesso progetto deliberato quest'anno, ma non portato avanti per mancana di coraggio. La Juventus non ha certo la possibiità di aspettare come altre società, indugiando nei risultati e nelle decisioni, in attesa della crescita lenta del gruppo squadra, ma in questa occasione può fare un'eccezione alla regola e ripartire lentamente, senza bruciare troppe risorse, ma investendo programmaticamente, e ritrovarsi con un insieme di giocatori in grado di aprire un ciclo  di lunga durata, apportando ogni anno innesti ragionevoli nella spesa e di prospettiva sportiva.   Agnelli deve ripartire con un nuovo progetto e se serve, un nuovo staff, che sia in grado di individuare i giovani che possono fare il salto di qualità e aggregarsi nella competizione per i traguardi che solitamente una società come la Juventus deve perseguire. La riduzione dei costi può essere il contraltare alle mancate entrate iniziali, ma se l'investimento nei risultati cresce, la disponibilità finanziaria si adeguerà presto alle necessità aziendali, con ritorni di immagine e di propaganda. Gli strali e le contumelie ricevute da vari soggetti sempre pronti a fare le "pulci", potranno essere rimandati al mittente e soprattutto fare vedere che alla Juventus si cresce, mentre  i soliti "piagnoni" si leccheranno le ferite. Buon campionato a tutti.