Il Milan meno brillante della scorsa settimana si impone - meritatamente - contro il Torino per 1 a 0. Un risultato che gli sta stretto, non tanto per il gioco espresso quanto piuttosto per le occasioni che Ibra e Castillejo, hanno fallito sotto porta. Ma tant'è e alla fine è arrivata la vittoria che nei giorni precedenti non era arrivata per una serie di episodi (derby) e una decisione arbitrale sbagliata, per non dire altro. Il Milan di Pioli, di cui io per primo sono stato un detrattore, ha trovato comunque una sua quadratura derivante essenzialmente un'idea tattica chiara, esaltata dall'innesto di Ibrahimovich e l'epurazione delle "mele marce" dallo spogliatoio. Quindi oggi non siamo certo uno squadrone, ma nemmeno quell'armata brancaleone che rispondeva alle indicazioni di Giampaolo. Tuttavia proprio per questo - oppure nonostante questo - ogni vittoria viene commentata con una sorta di contro canto. Manca chiarezza nell'organizzazione societaria, mancano gli sponsor e adesso pure manca la serenità nello spogliatoio. Questo perché Musacchio ha accusato un dolore al polpaccio al momento del cambio e qualche giornalista oggettivo ci ha subito letto una critica a Pioli e conseguente spaccatura dello spogliatoio.

Bah. Io per esempio che sono d'accordo sul fatto che la società sia da rifondare da Singer in giù, non posso però non guardare che al contrario la squadra, dopo mesi di magre figure, stia finalmente riportando il sorriso a noi tifosi. Vero che il difficile viene adesso, a partire da domenica con quello che è a tutti gli effetti scontro diretto, ma almeno ci arriviamo con qualcosa da dire e non solo con il peso del nostro blasone.
Qualcosa che invece pare non ci perdoni nessuno, visto che appena alziamo la testa ci saltano addosso. Perchè?