A questa domanda sicuramente bisognerebbe scrivere un trattato, ma per ora ci limitiamo a delineare quelle che potrebbero essere le possibili ragioni della mancata rinascita dei Gunners.
In passato la formazione londinese ha trovato terreno fertile nel calcio transalpino. Henry, Pires, Vieira e Wiltord sono soltanto i primi della lista targata Wenger (guarda caso anche quest'ultimo francese), e con questi profili il club del Nord di Londra è riuscito a vincere un titolo senza perdere manco un match. Purtoppo gli anni passano e la squadra cambia.
Non solo: via Highbury e nuova era nell'Emirates Stadium senza però ottenere grandi successi, incassando anche l'ennesimo k.o. europeo. Come mai l'Arsenal non riesce più a vincere? Perché la squadra non riesce ad essere più fastidiosa come nel lontano 2004? Spiegazioni. 

GESTIONE - Come già preannunciato bisogna fare un salto indietro nel tempo per capire questo blackout. Quindici anni fa c'era un gruppo collaudato, affiatato e cinico caratterizzato da un mix di veterani e giovani talenti. Gioco tecnico, dal palato finissimo e quasi perfetto che trovava in "Titì Henry" il giusto catalizzatore. Con il passare degli anni però l'Arsenal si è piaciuto un po' troppo: zero acquisti di spessore, sperimentazione e prospetti forse troppo acerbi lanciati in mare come dei branzini tra degli squali aggressivi come quelli degli altri giocatori cresciuti e sviluppatisi in Inghilterra. Wenger ricopre sempre il ruolo di manager, ma questo non tranquillizza i tifosi che nel 2012 (complice un gruppo non ancora formato) si sono visti dei "Diavoli Rossi" di fronte. Risultato? 8-2. Sì, proprio otto gol con i telecronisti imbarazzati nel commentare una debacle forse vista soltanto nei videogiochi. Tecnico sotto accusa, giocatori demotivati e in una zona di comfort immeritata visti anche le passate stagioni. Ritorni flop, new entry inadeguate e i sostenitori più accaniti letteralmente infuriati.
Come si colma il gap con le altre inglesi? Come si torna a vincere? Forse una risposta può darcela il benedetto calciomercato. 

SOLUZIONI - In difesa non basta il solito Koscielny a tenere su la baracca. Per questo motivo i biancorossi necessitano di uno stopper di spessore per dare manforte alla retroguardia. Prendiamo ad esempio il Liverpool: 85 milioni di sterline ben spesi per Van Dijk, giocatore già consolidato in Premier. Epilogo? I Reds hanno trovato un uomo di fiducia votato anche come il miglior centrale del campionato. Dimostrazione di come senza un profilo fortissimo non puoi fare assolutamente nulla. E a centrocampo? Manca un regista. Buona la stagione di Torreira, ma accanto a lui c'è bisogno di un vero metodista in grado di dettare i ritmi di gioco. Nomi da consigliare? Su tutti Rakitic del Barcellona. Davanti Lacazette sembrerebbe leggermente spaesate, quindi spazio a una seconda punta o ali rapide e tecniche. Isco e Bale farebbero comodo, ma se vogliamo pescare in casa basta soltanto guardare in casa Everton per l'ala destra Richarlison. Nel tunnel che porta al rettangolo verde i giocatori sono stati vittime di uno sfottò firmato Wayne Rooney. Frecciatine e gesto della cipria, quasi a voler etichettare gli avversari come delle "femminucce". Per il ritorno a bei vecchi tempi serve una scossa utile per evitare altri siparietti spiacevoli... ma soprattutto per tornare a vincere.