Parliamoci chiaro: quella della Juventus, per nove (9) lunghissimi anni, è stata un'autentica dittatura entro i confini nazionali. Nessun altra squadra da club italiana, dal 2012 fino al 2021 ha mai realmente potuto di sperare di contendere lo scudetto ai bianconeri.
Certo sono tantissimi gli elementi che hanno contribuito a fare della Juve un avversario formidabile e inarrivabile e non tutti sono riconducibili alle indiscutibili abilità della dirigenza juventina e al conseguente valore intrinseco della rosa..

Il momento di empasse delle milanesi ha certamente facilitato i tantissimi gloriosi scudetti consecutivi. Figure storiche e autentici mostri sacri come Berlusconi e Moratti che hanno lasciato le rispettive squadre a società estere che hanno visto nel brand milan e inter più un occasione economica che un fatto -anche- di cuore 
Mancando le milanesi a livello di reale competitività ecco che la Juventus si è ritrovata a doversi giocare lo scudetto contro squadre che, per quanto fantastiche e ben allenate (vedi il Napoli di Sarri), non avevano la minima possibilità di avvicinarsi alla qualità e al potenziale economico dei bianconeri. 
La Juve stravinceva in Italia e tutto sommato ben figurava anche in champions. Due finali perse (ma in finale ci devi comunque arrivare) ed eliminazioni spesso ingiuste (magari ci fosse stata già la VAR) e sul filo del rasoio contro avversari del calibro di Bayern e Real.
La Juventus, per sintetizzare, era imbattibile in Italia e temutissima in Europa.
Ma ora non è più così!
Non mancano, ancora oggi, certuni juventini che per giustificare in queste annate la mancata vittoria del trofeo più ambito del mondo (la champions) dicono che delle 7 che han vinto il Milan almeno 5 son state portate a casa senza una reale concorrenza. Ammettiamo che sia vero. Allo stesso modo però poi un milanista potrebbe dire che dei 9 scudetti vinti di recente dalla Juve praticamente tutti sono stati vinti senza la reale competitività delle milanesi che non sono una colpa della Juve, sia chiaro, ma che hanno certamente facilitato di molto il compito. 

E ciascuno sportivo ammetterà che se tu Juve scendi in campo con la consapevolezza di essere sempre e comunque la più forte questo in un certo senso ti dà quell'arroganza sportiva (positiva) di riuscire comunque a trovare l'energia e la forza mentale per ribaltare le sorti di una partita che si mette male o di dilagare in quelle che si mettono bene. In effetti la Juve ha affrontato l'Empoli con il fiato sul collo di inter e milan che già da forti squadre dopo la prima in giornata hanno messo i bianconeri nelle condizioni di riconcorrere. 
Si aggiungono, oltre al ritorno delle milanesi, delle scelte di mercato non del tutto convincenti e non parlo dell'uscita di Cr7 ma di una politica scellerata che ha puntato sempre a riempire il reparto avanzato di tanti top player in concorrenza fra di loro sottovalutando di contro il centrocampo che è stato sempre rimpolpato con buoni/discreti giocatori che non fanno mai una reale differenza. Se metti un Rabiot nel sassuolo quello ti fà piu o meno le stesse prestazioni di un Locatelli e se una partita và storta non se ne accorge quasi nessuno. Ergo a cosa serviva Locatelli nella Juve?

Ci sono poi fattori fisiologici. Quei perni mostruosi che formavano la tanto decantata BBC: Barzagli, Bonucci e Chiellini o non ci sono più o non ci puoi realmente puntare in quanto invecchiati con conseguenti infortuni a fasi alterne oppure erano forti solo perchè c'erano gli altri due.
Non ha neppure aiutato la vicenda superlega che fatto perdere moltissimo peso politico e di immagine alla dirigenza juventina che fino a prima di questo episodio ne avevano raggiunto tantissimo

Ecco perchè la Juve non è più un top team ed è inesorabilmente arrivata a fine ciclo. Chiudo con le parole emblematiche di Chiellini durante la debacle in casa di ieri contro l'Empoli... ''non è squadra!'' pare che abbia detto. Siamo d'accordo! ma i motivi non sono quelli che pensa lui (stiamo giocando senza spirito di gruppo) ma molto più probabilmente questi che ho esposto io. 

Concludo dicendo che se ''...vincere è l'unica cosa che conta...'' ecco poi che quando non si vince scattano la depressione, la rabbia e le accuse reciproche. Forse alcuni problemi sono anche nella mentalità storica di una squadra che oramai si deve abituare a non essere più considerata una top in Italia e un outsider temutissima in Europa.