I giocatori di Serie A odiano il Fantacalcio?
Il Fantacalcio è probabilmente il gioco più amato dai tifosi appassionati di calcio in Italia, praticato da gente di tutte le età e stili di vita differenti, oggetto di discussione continua tra amici e in grado di far parlare di sé in ogni momento utile della giornata, per esempio al momento dell'uscita di news riguardanti le squadre della massima competizione del nostro campionato.
Inventato da Riccardo Albini nel 1990, che prese spunto dal fantasy baseball praticato negli USA, fu nel 1994 ad ottenere grande notorietà, grazie alla collaborazione con La Gazzetta dello Sport, che ospitò il gioco sulle sue pagine fornendo le votazioni utili per calcolare i punteggi delle fantasquadre. Grazie all'avvento del web il Fantacalcio è diventato un fenomeno di massa a livello nazionale, anche per merito delle numerose applicazioni e varianti per partecipare (in Italia è un marchio registrato di proprietà dal 2017 di Quadronica Srl, titolare della piattaforma Fantagazzetta). Si pensi che ad oggi si contano più fantallenatori, all'incirca 6 milioni, che persone che effettivamente praticano calcio, "solamente" 4 milioni. Se, come appena visto, il gioco è amato dalla stragrande maggioranza dei tifosi, diversa è la questione riguardante i protagonisti, ovvero i calciatori. Siamo infatti in grado di distinguere tra di loro chi può addirittura definirsi un "appassionato" e chi invece lo odia. 

Vediamo quali sono le motivazioni che portano un professionista di Serie A a parlare male del fantacalcio, dove troviamo coloro che se ne disinteressano fino a casi estremi in cui si arriva a veri e propri battibecchi con le persone.
Come detto, gran merito del successo del gioco più amato dai tifosi italiani è stata la progressione del mondo digitale, che ha portato con sé la creazione dei social network, i quali hanno permesso un "avvicinamento" tra calciatori e fan, in grado oggi di interagire tra loro più frequentemente, in modo più facile ed immediato. I giocatori, proprio attraverso i loro canali social, spesso vengono tartassati di messaggi dai fantallenatori, da chi chiede gol e assist fino a richieste di autogol ed espulsioni, nelle situazioni in cui lo si ha come avversario. Se il più delle volte questi messaggi vengono semplicemente ignorati, troviamo situazioni in cui i giocatori risultano infastiditi da queste continue richieste, portandoli a vedere il Fantacalcio di cattivo occhio.
Tra i giocatori che non lo amano particolarmente troviamo: il centrocampista del Cagliari Kevin Strootman, il quale disse in un'intervista: "Cosa non mi piace? Il fantacalcio. Ci sta gente che mi scrive: "Kevin, mi fai un gol per il fantacalcio?’ Ma come, solo per quello devo fare gol?", l'ex esterno del Milan Suso: "Gli italiani sono fissati, vogliono che io faccia gol solo per il fantacalcio o come si chiama! Siete strani davvero, eh" e il fantasista dell'Atalanta Josip Ilicic, arrivato ad eliminare i profili social a causa di commenti negativi che gli arrivavano per le sue cattive prestazioni.

Questi 3 esempi trattano di giocatori stranieri "stupiti" (in negativo) dal comportamento di alcuni: se infatti ai più è nota la grande passionalità degli italiani (riprendendo una frase di Churchill, vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno a una partita di calcio come fosse la guerra), in pochi si aspettano una così grande importanza data anche al gioco del fantacalcio, contrariamente magari agli standard ai cui sono abituati nei loro paesi di nascita. Se nella maggioranza dei casi troviamo commenti leggeri e divertenti dei fantallenatori rivolti ai propri beniamini, purtroppo ci sono possibilità di trovarsi davanti a parole ben più pesanti e assolutamente inaccettabili: queste le dichiarazioni dal terzino della Fiorentina Cristiano Biraghi, in seguito ad una partita non brillante contro il Verona: "Sono disposto ad accettare pure gli insulti a patto che riguardino la mia prestazione. Ciò che non posso accettare è che venga tirata in ballo la mia famiglia. Qualcuno ha scritto sul mio profilo Instagram augurando la morte ai miei familiari. Ecco, per me questi non sono tifosi, né della Fiorentina né di altre squadre. Quello che mi ha fatto sbottare e ciò che mi ha scritto una persona alla mia famiglia, augurando che morisse nel ritorno a Firenze solo perché mi accusava di averlo fatto perdere al fantacalcio".
Dunque il comportamento di alcuni fantallenatori che prendono il Fantacalcio sul personale minacciando i calciatori, offendendoli e facendo commenti inopportuni e sgarbati, fanno sì che i giocatori ne prendano le distanze, fino ad arrivare ad odiarlo. 

Ciononostante, è possibile trovare anche calciatori che si considerano dei veri e propri appassionati del Fantacalcio, giocandoci con i propri amici o addirittura con i compagni di squadra, decidendo il più delle volte di "comprarsi" e intenti a non deludere le aspettative dei fantallenatori. Tra i più noti troviamo il bomber della Fiorentina Dusan Vlahovic, che ha recentemente affermato di fare il Fantacalcio con alcuni compagni e di aver puntato con fermezza su se stesso.
Il Fanta quindi può essere anche arma di avvicinamento (in senso positivo) tra giocatori e tifosi; infatti durante la stagione 2018/2019, ci fu un divertente scambio di battute tra Kevin Prince Boateng e un suo fantallenatore: quest'ultimo, dopo aver appreso la notizia della partenza dal Sassuolo al Barcellona del jolly ghanese, durante la sessione invernale di calciomercato, inviò un messaggio tramite Instagram al giocatore, chiedendo un rimborso per i crediti spesi per acquistarlo al Fantacalcio. Boateng vide il messaggio e rispose chiedendo l'IBAN del ragazzo: alla fine i 2 si accordarono per mandare quei soldi in beneficienza, mettendo il lieto fine alla storia e aiutando chi è in difficoltà.

Se tutte le persone approcciassero al Fantacalcio per ciò che realmente è, ovvero un semplice gioco, in grado di unire e far divertire milioni di persone, sicuramente assisteremmo ad un minor numero di episodi spiacevoli, con i calciatori che si interesserebbero più volentieri all'argomento, nella speranza di sentire spesso storie simili a quella di Boateng e del giovane tifoso.