Nel corso della conferenza stampa pre Inter-Lazio, Antonio Conte si è letteralmente scagliato contro quei giornalisti che hanno già preventivato un'accoglienza impietosa nei suoi confronti (solo fischi) da parte dei tifosi bianconeri in occasione del "derby d'Italia" del prossimo 6 ottobre.

E' legittimo chiedersi se Conte "ci faccia o ci sia".

Conte sa perfettamente che cosa abbia significato per il mondo bianconero il suo arrivo all'Inter che, a partire dal 2006, non rappresenta più per la Juventus una semplice rivale, ma un'entita' a parte, parallela, da non incrociare, se non per gli obblighi derivanti dalle partite stagionali.

E Conte sapeva e sa perfettamente tutto ciò, per cui appare incomprensibile il suo sfogo contro giornalisti, che paventano cio' che apparirebbe del tutto normale. Sarebbe da ipocriti pensare il contrario.

Provate ad immaginare il simbolo dell’Inter nei secoli dei secoli, ovvero Mourinho che, da allenatore della Juve, facesse il suo ingresso al Meazza. Dagli spalti interisti, pioverebbero solo fiori e cori di incitamento a perenne ringraziamento del triplete??? Suvvia, non scherziamo, per favore!

L’unica (fondamentale) differenza è che Mourinho – da persona intelligente quale è – non accuserebbe mai quei giornalisti che ipotizzassero un trattamento non commendevole da parte dei tifosi interisti.


E veniamo, alla fine, al punto.
Perché fischiare Conte? Se così facessimo, gli daremmo una dignità di avversario (peraltro temuto) che non merita. E pensate se, invece, anziché fischiarlo, gli riservassimo un “benvenuto” del tutto silente, paragonandolo ad un qualsiasi altro allenatore di una squadra qualsiasi?!

Sarebbe un autentico smacco proprio per lo stesso Conte essere accolto nel più assoluto silenzio da parte dei tifosi bianconeri.
Dobbiamo imparare a giocare la carta dell’indifferenza. E’ la più scaltra delle vendette!