L'addio di Cristiano Ronaldo alla Juventus per molti ha rappresentato un fulmine a ciel sereno, ma per altri un naturale divorzio tra persone che non si sono mai veramente amate. Quando tre anni fa la Juventus annunciò l'acquisto di Cristiano Ronaldo, sembrò che la società avesse fatto finalmente il passo giusto verso la conquista di quei trofei che non riusciva a conquistare, e tra questi "brillava" la Champions League. 
Personalmente, mi misi in posizione giusta per fare gli scongiuri e mi preoccupai non poco di quello che poteva accadere. E che poi accadde, perché se è vero che Cristiano è sicuramente un dei più forti giocatori al mondo, è anche vero che molte cose non quadravano all'orizzonte. Per prima cosa, non basta un giocatore solo per fare una squadra invincibile. E questo fu dimostrato dal primo Napoli di Maradona, dove era attorniato da giocatori sì validi, ma piuttosto modesti. E solo l'arrivo di fuoriclasse come Careca, Giordano, Garella, Alemao ed altri nomi di primo piano gli consentì di vincere gli scudetti. Quindi, si aveva l'impressione che Dybala, Mandzukic ed altri ottimi giocatori, non sarebbero bastati a compensare quel gap tecnico che ci derivava dall'abbandono di Pirlo, Marchisio, Pogba e Vidal. Uno dei centrocampi più forti del mondo. E mentre si investiva per fare tanti gol, non ci si accorgeva che in mezzo al campo la situazione non era delle migliori, e non solo, anche sulle fasce, dove qualche comprimario accusava logorìo e vetustà. Un investimento completo avrebbe dovuto contemplare un Tony Kroos o un Modric in mezzo al campo, e un Marcelo sulla fascia, in modo da creare quella catena di fuoriclasse che, abituati a vincere, avrebbero dato quel tocco in più in grado di battere qualsiasi squadra. Ma il progetto Ronaldo aveva già prosciugato le finanze e rimaneva poco per altri acquisti. E questo l'amministratore Marotta lo aveva capito, tanto che proprio da quella vicenda prese lo spunto per andarsene prima che la barca affondasse. Ma i problemi non finivano lì. Giocatori come Dybala e Mandzukic incontrarono  la difficoltà di inserimento in un ruolo occupato da  Ronaldo, che richiedeva non solo la posizione in campo, ma anche il sacrificio dei compagni di squadra, tutti al suo servizio. 

E c'era anche una questione che lasciava perplessi: l'età di Ronaldo. Avere acquistato un giocatore di trentaquattro anni, anche se integro e dal fisico gladatorio, portava alla considerazione che non era lo stesso giocatore di dieci anni prima, e quindi non rientrava, non partecipava molto alla fase di non possesso palla, aveva minore freschezza fisica nei contropiedi. E' vero che ha segnato molto. Ma è anche vero che non ha segnato che una misera punizione, a fronte di decine di tentativi, togliendo a Pianic e Dybala l'occasione di tirarle anche meglio di lui. E che abbia segnato, lo si deve al sacrificio dei compagni, ed anche alla sua abilità tecnica e di esperienza. Ma alla fine, la sua Juventus è quella che ha vinto di meno negli utimi dieci anni, e con lui si è perso il primo scudetto, arrivando per il rotto della cuffia a partecipare alla prossima Champions. Con Tevez, si vinceva di più. In Champions, ad esempio, si è arrivati ad una finale (persa grazie all'arbitro Cakir), a partite dove il gruppo si esprimeva, e non con giocatori latitanti nei pensieri del loro essere. Tevez era un collante, spronava, lottava su ogni pallone, prendeva e dava colpi. Ronaldo sembrava invece un estetico, giocava come se si riflettesse allo specchio, come se fosse Narciso a contemplarsi da solo la sua bellezza. Non ha mai legato lo spogliatoio e avere saltato sulla punizione che ci è costato il gol contro il Porto, che ha portato all'eliminazione, è stato un gesto mal digerito dal popolo juventino. Ha inseguito i suoi record, non badando ai record della squadra. Ha guadagnato milioni, ma non è detto che se li sia meritati. Ed il peggio lo ha dato andandosene senza ringraziare, senza una parola buona, lamentandosi di non essere nella sua "vera" casa. In quanto a stile, una delusione totale.

Ora la Juventus viene definita "orfana" di CR7, ma io la definisco invece finalmente libera. I suoi giovani potranno crescere senza l'impiastro di un viziato quasi quarantenne che vuole la torta tutta per sé, senza sporcarsi di farina per cuocerla. Ognuno potrà finalmente prendersi sulle spalle la sua parte di oneri e di onori, e crescere veramente. I futuri fuoriclasse non mancano: Deligt, Chiesa, Kulusevski, e forse Dybala se si riprende e torna a giocare con la spensieratezza che aveva prima di incontrare Ronaldo.
In quanto a questa Juve, sono ancora disgustato dal trattamento riservato a Pirlo, che forse non avrà vinto lo scudetto, ma che due trofei a casa li ha portati ugualmente, consegnando la squadra ad una identità nuova, con un calcio rinnovato, e che chissà cosa direbbero di lui se fosse a questo punto dopo due partite di campionato. Ma Allegri è considerato un "Deus ex Machina", il nuovo traghettatore, sperando che la barca non affondi. Intanto deve già remare controcorrente.
Ad majora.