Ho un figlio di un anno e mezzo, e sebbene manchi ancora parecchio tempo ad un eventuale suo impegno in una qualche attività sportiva, mi sto interrogando su cosa sarebbe più giusto per lui.
Nonostante negli ultimi anni di attività sportive se ne siano aggiunte parecchie anche nelle frazioni di piccoli comuni, come dove abito io, è fuori discussione che il calcio rappresenti ancora lo sport principe per importanza e diffusione, e con un padre così appassionato di questo sport mi sto preparando all'ipotesi che un giorno mi chiederà di andare a giocare a calcio.
E a quel punto cosa dovrei fare? Non nego che fino a qualche anno fa quando passavo per questi campetti e vedevo i piccolini che rincorrevano, pensavo che non avrei visto l'ora di poter accompagnare mio figlio in quel campetto per gli allenamenti o per la partita al sabato o domenica mattina. Ma col tempo e vedendo cosa gira intorno a questi bambini, mi sto un pochino ricredendo.
Mi riferisco a ciò che è diventato il calcio giovanile, con genitori che accusano insultano minacciano gli allenatori, rei di non fare giocare sempre il loro figlio, che sarà sicuramente il futuro Cristiano Ronaldo, e fanno giocare quel ragazzino obeso che non dovrebbe mai scendere campo. Con sceneggiate di cattivo gusto e allenatori impotenti davanti a tutto questo. Allenatori, che io conosco personalmente, che vengono invitati a schierare quel giocatore, perché il papà paga le divise, o non fare giocare quello per altri motivi.

Ora, siamo sinceri, di genitori invadenti e a volte arroganti ce ne sono sempre stati, la differenza è che allora di fronte a certe scenate il bambino in questione si sentiva in colpa, era quasi imbarazzato per il genitore e cercava di placare gli animi. Eravamo bambini che giocavano a calcio per il solo piacere di farlo, eravamo tutti uguali e se anche c'era quello più forte di tutti, non lo faceva mai pesare, anzi, ci aiutavano ed eravamo davvero una squadra. Ora i bambini chiedono ai genitori di intervenire, di fare la voce grossa, e più sono bravi più sono stronzi e prendono in giro i compagni meno dotati. Perché loro sono i migliori e devono già dimostrarlo.
Come potrei io difendere il mio piccolo uomo? Io che faccio parte di quella generazione che se dopo una partita, tornavi a casa e dicevi a tuo padre che non eri stato in panchina tutto il tempo, la risposta era, bhe significa che qualcun'altro ha meritato più di te di giocare. O se per caso entravi duro su un avversario, era il primo a sgridarti, esortandoti di andare piano che era solo un gioco. Cosa dovrei fare? Abbassarmi al livello di questi genitori per non lasciare mio figlio in balia di certa gente? O stare in disparte e lasciare che si faccia le ossa? Ma ora la lotta è impari.

Sicuramente prenderò spunto dall'educazione di mio padre, che da piccolo mi ha portato spesso allo stadio, ma non solo a vedere la "sua" Inter, ma mi ha portato a vedere tutti i grandi campioni, perché il bello del calcio non ha bandiere. Mi ha portato a vedere Zico, Socrates, Falcao, Platini, Scirea, Di Bartolomei, Beccalossi, ecc.... Ecco questo lo farò sicuramente, ma se mi chiederà di andare a giocare a calcio, cosa farò?