Ho sempre sostenuto che l’identificazione dei ruoli di stopper e libero sotto lo stesso nome (”centrali”) abbia portato ad errori fondamentali. In realtà per una difesa ottimale (funzione vitale, anche se i difensori vengono pagati meno degli attaccanti, il cui gioco è più appariscente) deve esserci l’uomo responsabile del reparto, che deve governarla ed essere in grado di prevedere da dove arriva la minaccia e di intervenire tempestivamente, chiudendo l’eventuale buco rimasto ed impedendo il colpo finale dell’avversario.
Tipico l’intervento in scivolata esplosivo e preciso sulla palla. I grandi liberi (ultimi in ordine di tempo Samuel e Barzagli) hanno fatto la fortuna delle loro rispettive squadre, molto al di là dei meriti, anche se in parte riconosciuti. Con il progressivo ritiro di Barzagli, che aveva portato il duo Chiellini-Bonucci, che, prima del suo arrivo era un po’ “zoppicante”, ai vertici mondiali, ha perso il suo baluardo difensivo, anche se Chiellini si è progressivamente trasformato riuscendo ad assumere il suo ruolo in modo eccellente. Purtroppo il difensore juventino è soggetto a problemi fisici, anche per i suoi interventi ai limiti dell’impossibile, per cui la Juventus ha cominciato a dimostrare le sue debolezze difensive, che sono diventate crepe quando lui veniva a mancare. I quarti di finale contro l’Ajax a Torino del 2019 ne sono stati la prova lampante.

Ma ora veniamo a De Ligt.
Dopo le prime incerte partite il giovane ha cominciato ad assumere maggior sicurezza e senso della posizione, e, dopo le due eccezionali performances contro l’Atalanta e l’Atletico di Madrid, ero sicuro che avessimo trovato l’uomo giusto, in grado di assumere il ruolo di libero e garantire un futuro vincente alla nostra amata Juve. In questo convincimento pesava non poco anche la coincidenza tra il progressivo miglioramento del difensore ed il ritorno di Barzagli in un ruolo importante nello staff tecnico di Sarri. In quest’ottica, il prezzo pagato per le prestazioni del giovane olandese non erano un costo ma un ottimo investimento opportuno e necessario.
Alcune prestazioni non ottimali, in coincidenza con la crescita di alcuni “concorrenti”, hanno poi un po’ emarginato il giovane e messo in discussione l’entità dell’investimento.

Nonostante tutto però sono convinto che col tempo l’acquisto si rivelerà quello giusto, a patto che De Ligt si guadagni, ed i compagni gli riconoscano, nonostante la giovane età e le difficoltà linguistiche, il ruolo di leader della difesa. Sotto questo profilo è importante il ruolo e la collaborazione dei compagni ed in particolare di Bonucci.
Lo stesso non può essere il leader della difesa perché non ha mentalità dell’ultimo uomo e la capacità di prevedere la provenienza delle minacce; è più portato all’impostazione dell’azione, anche quando questo comporta dei rischi e talvolta l’intercettazione dei suoi passaggi provoca problemi.
Come afferma anche Capello: impostare? Il difensore prima di tutto deve saper difendere. Pertanto Bonucci, a cui va tutto l’amore di noi tifosi, può fare il capitano della squadra ma non della difesa e l’uomo su cui puntare per i prossimi anni per fare il leader della difesa è De Ligt: ne ha tutti i numeri tecnici e fisici, oltre che morali: voglia di vincere ed entusiasmo. E la partita di Coppa di ieri con l’Udinese è un passo nella giusta direzione: si è visto l’olandese non solo intervenire con tempismo e decisione, ma anche comandare una difesa ben posizionata come poche volte si è notato quest’anno.