Da oggi 4 maggio è consentito alle società di calcio della serie A di far riprendere gli allenamenti ai propri calciatori in forma individuale, previa verifica del loro stato di salute, incluso il tampone antivirus. Di ciò ne danno enfatica notizia tutti gli organi di informazione. Il Governo, su sollecitazione della FIGC, sostenuta fortemente dall’establishment del calcio italiano e soprattutto dall’opinione interessata dei mass media, ha ceduto nonostante le residue resistenze del Ministro dello Sport Spadafora.

Quest’ultimo, l’ultimo ad ammainare la bandiera della prudenza, è stato oggi attaccato duramente dal sen. Renzi che invoca la ripresa del campionato di serie A evidenziando il ruolo economico che il calcio ha nel Paese per il suo fatturato, per il numero di lavoratori che sono impiegati e soprattutto per la passione che coinvolge l’intera nazione. Tutto vero, sono argomenti che abbiamo già sentito ripetere tante volte e che solo la gravità della pandemia ha fatto passare in second’ordine difronte alla necessità di salvaguardare la salute di milioni di italiani.
Ora, però, cosa succederà o potrà succedere?
I calciatori che sono andati all’estero subito dopo l’esplosione del coronavirus dovranno rientrare alla svelta e mettersi in quarantena per 14 giorni e soltanto dopo tale periodo potranno mettersi a disposizione delle proprie squadre per iniziare gli allenamenti il 18 maggio congiungendosi ai propri compagni di squadra che erano rimasti in Italia. Possiamo dire serenamente che se questi calciatori tarderanno a tornare in forma sarà stato per una loro scelta personale e non potranno che far ricadere su se stessi eventuali responsabilità per un rendimento insoddisfacente.

Ma mi chiedo: è solo questo lo scenario che si potrebbe profilare alla ripresa del campionato che si ipotizza già dal mese di giugno o potrebbero esserci altre situazioni più o meno impreviste? E quali?
Cosa succederebbe (facciamo le corna!) se un calciatore risultasse positivo al tampone durante questo scorcio di campionato? Qualcuno ci ha pensato? Quali potrebbero essere le conseguenze? Il calciatore in questione verrebbe isolato, messo in quarantena (per l’ennesima volta; per alcuni, come gli juventini, sarebbe la terza) e tutto proseguirebbe come prima in nome del principio “the show must go on”, come se si fosse trattato di un normale infortunio muscolare e nulla di più? O sarebbero presi nuovamente provvedimenti drastici dal Governo?

Alla ripresa del campionato tutti i calciatori, nessuno escluso, continueranno a fare la vita che facevano prima del coronavirus, pur nel rispetto delle ordinanze governative, ordinanze che tuttavia non hanno impedito a tesserati di diverse squadre di contagiarsi. E non potrebbe allora verificarsi di nuovo questa eventualità (sempre facendo le corna) proprio in considerazione del fatto che il calcio è uno sport di contatti, tra giocatori della stessa squadra e con gli avversari e anche con l’arbitro se ci si avvicina per protestare sudati e con la bava alla bocca per un rigore non concesso?

Poiché queste domande gli addetti ai lavori se le saranno poste allora mi viene il dubbio tra due possibili risposte: o della salute dei calciatori non interessa molto, tanto sono strapagati e quindi possono anche rischiare il contagio, tanto più che essendo giovani e forti fisicamente potranno cavarsela sicuramente; o la ripresa degli allenamenti è solo un pannicello caldo tirato fuori dal cassetto per anestetizzare le masse, per dar loro l’illusione che si sta rientrando lentamente nella normalità, per tenere buoni i sostenitori più accesi della ripresa del calcio giocato, cioè coloro che parlavano di ripresa anche quando i morti erano più di 500 al giorno.

Francamente trovo tutto ciò allucinante, fuori da ogni logica, tenuto conto che ad oggi, nella fase 2, poco o nulla è cambiato sia da un punto di vista sanitario (i morti giornalieri sono scesi di numero ma sono ancora nell’ordine delle centinaia e non sono bruscolini), né è cambiato il modo di vivere nella società essendo ancora vigenti numerose restrizioni disposte dal Governo.

Capisco la smania di raccontare le azioni di gioco da parte dei giornalisti, è il loro lavoro e senza si trovano a disagio; capisco anche i presidenti delle società di calcio perché vorrebbero incamerare gli introiti derivanti dai diritti televisivi; capisco anche le tv private cui verrebbero a mancare i proventi della pubblicità e capisco tutti i tifosi, me compreso, che non vedono l’ora di ammirare i propri idoli in azione.

Ma ha un senso tutto questo senza avere la certezza che la pandemia ha esaurito il suo diabolico cammino e che la società intera, non solo il mondo dello sport che è una sua espressione, può riaprirsi serenamente alla vita quotidiana nella consapevolezza che non ci sono più rischi per nessuno?

Nel mio precedente articolo intitolato “Organizzazione campionati: le soluzioni giuste” del 27.03.2020 avevo ipotizzato ottimisticamente la ripresa del campionato tra i mesi di luglio-agosto-settembre con scivolamento in avanti di tutte le altre manifestazioni sportive. Qualche illustre personaggio dello sport (mi sembra Galliani, ma anche Lippi) ha sostenuto, come penso anch’io, che prima di pensare al prossimo campionato occorre portare a termine quello in corso con tutte le partite da giocare senza scorciatoie come i play off. Se ciò – viene sostenuto – comporta di ultimare la stagione tardivamente anche in autunno bisognerà farsene una ragione. E una ragione dovrebbe farsela anche l’UEFA che, secondo il suo Presidente, pretenderebbe di avere già entro agosto tutti i nomi delle squadre italiane aventi titolo a partecipare alle competizioni europee. Questo sig. Ceferin è evidentemente anche virologo o ha la sfera di cristallo per predire il futuro!

Vorrei concludere ricordando a tutti che siamo ancora prigionieri dentro casa da oltre due mesi e che è forse prematuro parlare di ripresa del campionato di calcio, che manca si a tutti gli sportivi ma che non deve farci dimenticare le quasi 30.000 vittime del coronavirus verso le quali dobbiamo avere rispetto e, soprattutto, memoria.


Pierluigi

4 maggio 2020