Non sono un tifoso juventino. Non sono proprio un tifoso, perchè il tifo per una squadra mi impedirebbe di avere una visione libera e obiettiva sul calcio, condizione essenziale per gustarne appiena la bellezza.

Ciò premesso, mi sento in dovere di intervenire per fare chiarezza su uno degli argomenti forti dell’anti juventinismo militante sempre affluente ai giorni nostri. Secondo i detrattori della Vecchia Signora, una prova indiretta della natura, per così dire, “fraudolenta” delle sue vittorie starebbe proprio nel celebre motto: “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta!” (frase attribuita a Giampiero Boniperti). Ebbene, dare importanza esclusiva alla vittoria implicherebbe “vincere ad ogni costo”, quindi “con ogni mezzo”(anche ricorrendo alla frode). In pochi passaggi logici, del tutto arbitrari, si è giunti ad etichettare un’ esortazione a primeggiare come un invito all’affermazione senza regole e senza limiti, o peggio, ad un’apologia dell’illegalità.

Niente di più sbagliato.

“Vincere è l’unica cosa che conta”, non è altro che un richiamo all’eccellenza nella pratica quotidiana: solo chi arriva primo viene ricordato ai posteri. Perchè l’albo d’oro, nel calcio come nella vita, concede memoria eterna a chi ha vinto e non a chi è arrivato secondo.  Ma per arrivare sempre primi occorre abnegazione, sacrificio, forza mentale per essere davanti a tutti. Perchè vincere una volta è impresa difficile, ma confermarsi lo è infinitamente di più. Ecco allora che “Vincere è l’unica cosa che conta”  è ravvisabile in CR7 che, a quasi 35 anni, ogni giorno integra l’allenamento quotidiano con sedute in palestra a casa. “Vincere è l’unica cosa che conta” ha animato lo spirito di tutti i giocatori della Juventus il 18 Aprile 2018 a San Siro, quando all’ 86’ perdevano 2-1 contro l’Inter. Mancavano 4 minuti alla sconfitta che avrebbe decretato di fatto l’abdicazione dei bianconeri dopo 7 scudetti consecutivi (un record già difficilmente ripetibile). “Vincere è l’unica cosa che conta” è la capacità di resettare la mente dopo ogni obiettivo conquistato per concentrarsi sulla partita successiva, da affrontare con pari motivazione e volontà di primeggiare, a prescindere dal titolo in palio e dal blasone dell’avversario. Tutto ciò non solo non ha niente di fraudolento, ma anzi ne rappresenta l’antitesi. L’eternità si raggiunge percorrendo la faticosa via maestra, senza dilettevoli scorciatoie. L’inganno è frutto di un colpo di mano, magari ben studiato, ma improvviso, veloce, che ha bisogno di nascondersi e di sparire. L’onestà è solare, edificante, prospettica e si fortifica con il tempo: come costruire la casa sulla roccia, rispetto alla capanna sulla sabbia.

“Vincere è l’unica cosa che conta” perchè “La storia la scrive chi arriva primo, tutti gli altri la leggono”. E’ questo, semmai, il corollario coerente con la sua premessa (ed infatti la frase è stata ripresa da Antonio Conte, ex-juventino).

Buon campionato a tutti