Il Milan e Giampaolo devono ringraziare Pepe Reina che ieri li ha salvati per ben 2 volte: la prima quando si è lasciato beffare come un ragazzino dalla punizione sporca di Schone e la seconda quando, allo scadere del match, ha parato il rigore dello stesso Schone.

Confesso che, quando ho visto la formazione con cui il Milan scendeva in campo a Marassi, ho concesso a Giampaolo il beneficio del dubbio ovvero che stesse lasciando in panchina Paquetà e Leao, i più talentuosi fra i suoi, per poter sfruttare al meglio le loro caratteristiche a partita in corso contro avversari stanchi. La stizza con cui, dopo il match, Giampaolo ha dichiarato di avere tanti giocatori a centrocampo e in attacco oltre Paquetà e Leao, la dice lunga sul fastidio che il tecnico di Giulianova prova nei confronti di questi 2 ragazzi, rei probabilmente di meritare il posto in squadra che dovrebbe spettare ai suoi beniamini, Chala e Piatek. In questo senso dobbiamo ringraziare Reina per essersi fatto fare fesso da Schone, perché se i rossoneri non fossero stati in svantaggio, avrebbero continuato a regalare 2 uomini, i suddetti Chala e Piatek, al Grifone, finendo probabilmente per andare in svantaggio più avanti con meno tempo per recuperare.

La papera indegna di Reina, solo parzialmente giustificata dall'effetto strano del tiro di Schone, ha costretto Giampaolo a tentare il tutto per tutto e a chiedere disperatamente aiuto alle sue vittime prescelte, Paquetà e Leao. I due ragazzi avrebbero comodamente potuto fregarsene e attendere il fischio finale. Il proverbiale fiume del proverbio cinese, avrebbe portato a valle la salma, in senso metaforico, dell'allenatore. Lodevole correttezza e ardore giovanile hanno avuto il sopravvento, per cui il Milan, innocuo nei primi 45 minuti, si è prodotto in 25 minuti di buon calcio. Ha prima pareggiato con un'azione personale di Hernandez, poi raddoppiato con Kessie su un rigore procurato da un mini sombrero di Leao, che si stava liberando per battere a colpo sicuro. Il momento buono dei rossoneri terminava con un'altra azione di Leao del tutto simile a una magia di Pelè contro l'Inghilterra nel corso di Mexico '70. Il portoghese veniva servito con un pallone troppo lungo da Kessie, ma riusciva ad aggirare l'avversario con una finta eretica per battere di sinistro sul portiere in uscita disperata.

Il Genoa, rimasto in 10 uomini per l'espulsione di Biraschi in occasione del rigore, alzava il ritmo appellandosi alla forza della disperazione, ma il Milan, grazie anche alla superiorità numerica, teneva benino. A questo punto Calabria, di cui continuo a chiedermi la ragione di esistere nell'organico milanista (non so quanto il vecchio Abate fosse peggio), perdeva un pallone idiota a centrocampo, tentando una specie di colpo di tacco, e ricorreva al fallo per fermare l'avversario. Già ammonito, veniva giustamente espulso a poco più di 10 minuti dalla fine.

Dimostrando di essere ancora carenti nella velocità, i milanisti arrancavano inseguendo i guizzanti genoani, che in parità numerica si facevano valere molto meglio fino a procurarsi un rigore, a mio avviso inesistente e con Kouamè da ammonire per simulazione. Più che dall'arbitro, il penalty veniva fischiato dalla malabolgia di Marassi che, come in ogni Genoa-Milan che si rispetti, pretendeva l'inesistente omaggio al fattore campo. Alla malabolgia di Marassi però è andata male, perchè Reina ha salvato una seconda volta i rossoneri e Giampaolo, parando il rigore di Schone, cui restituiva la beffa del gol subito nel primo tempo.

Malabolgia e fattore campo a parte, cose che fanno parte del calcio, il pareggio sarebbe stato un risultato equo, considerate le decisioni scriteriate di Giampaolo, ma se consideriamo che il gol rossoblu è nato da un errore di Reina su tiro di Schone, ci sta che il Grifone abbia pagato nel finale un errore di Schone con prodezza di Reina.

Giampaolo dovrebbe fare un monumento a due giocatori che, è evidente, non vorrebbe avere in squadra.
In un certo senso Paquetà e Leao hanno dato uno schiaffo morale terribile al loro tecnico, avendone avuto in mano il filo della vita calcistica, resistendo alla tentazione di tagliarlo. Il tempo dirà se Giampaolo mostrerà la sua gratitudine e se si renderà conto dell'importanza di averli in squadra, ma ho il timore che finisca per irrigidirsi ancora di più.

Per concludere, una precisazione: chi scrive è un estimatore di Chala e Piatek, ma stanno giocando talmente male che anche le loro mamme e zie non avrebbero nulla da ridire se, visto lo stato di forma, restassero fuori, Quanto a Suso, ieri è stato, quantomeno dignitoso.