Chi pensava che con la sentenza odierna ed il CDA di domani sarebbe finita a vino e tarallucci si sbagliava.

Yonghong Lì, a torto o ragione, è riapparso con una lettera sanguinosa in cui preannuncia pesanti azioni legali contro il fondo “avvoltoio” Elliott. Leggendo tra le sue righe oggettivamente c’e da rabbrividire, perché se fosse dimostrato quanto lo stesso Li sostiene, il broker cinese avrebbe agito con sostanziosi immissioni di capitali, peraltro sempre riconosciute dagli addetti ai lavori, a fronte di un 20% immesso del fondo che avrebbe agito senza scrupoli ne’ spirito di collaborazione. Lì sostiene anche quanto dicono i più lucidi tra i commentatori: Singer non ha affatto a cuore il Milan, ma il suo valore in prospettiva per rivenderlo. In ritardo finché si vuole, ma le parole dell’ex presidente rossonero gettano moltissime ombre sulle orchestrazioni alle sue spalle.

Nel frattempo lungi dal rassicurarlo, la sentenza del TAS starebbe spingendo Bonucci, l’uomo di esperienza internazionale della squadra, sempre più verso altri lidi: al di là di ogni valutazione tecnica, o di natura economica (al Milan sostanzialmente conviene liberarsi di ingaggi così pesanti, anzi sarà obbligato a farlo dal Settlemen Agreement!), non è un bel segnale! Significa che i campioni da un certo livello in su, stanno, nonostante tutto, mettendo bolla e ceralacca su quanto sto scrivendo: il Milan non è una società sulla quale investire il proprio futuro. E per lo stesso motivo qualcuno, che sta già iniziando a delirare di vittoria in EL e quarto posto, farebbe bene a tornare a bere solo Coca Cola.

Forse chi ci aiuterà a fare chiarezza e ad avere un po’ di giustizia sarà la procura di Milano che sta indagando ufficialmente su Lì: ci vorranno anni, ma il popolo rossonero, tutt’altro che vicino alla sospirata quiete, un giorno, dovrà sapere a chi dare la colpa per essere finito in questa orribile situazione. E chi ha la colpa farà bene a starci lontano.