Giocatevela a FIFA. Piuttosto che ripartire col campionato a porte chiuse, i tamponi, le restrizioni, calciatori che non devono abbracciarsi, campi neutri, caldo torrido, calendari compressi, eccetera eccetera...

Giocatevela a FIFA. Del resto, le rose sono quelle, maglie, facce e colori pure, le valutazioni dei giocatori, bene o male, rispecchiano quelle reali e, di conseguenza, anche la forza delle squadre è riprodotta fedelmente. Con una variante, però, che potrebbe risultare abbastanza divertente: ogni società può ingaggiare i players che vuole.
V’immaginate la Spal che assolda il più bravo al mondo? Certo, gli algoritmi incidono fortemente sul gioco e questo, unitamente alla classifica, (ovviamente da riprendere al punto in cui ci si è interrotti), garantirebbe quella giusta differenza che dev’esserci tra le squadre; ma la possibilità che la Spal sia manovrata dal Messi del controller e la Juve da un Baselli qualunque (con tutto il rispetto) darebbe quel pizzico di sale in più, che nel calcio reale è rappresentato da altri fattori più casuali (fisici, ambientali, motivazionali) e che continuerebbe a mantenere questo meraviglioso sport sospeso a mezz’aria, tra l’insipida logica del più forte e il gusto forte dell’incertezza.

Sì, giocatevela a Fifa. Partite trasmesse in diretta, stadi pieni di tifosi virtuali e divani pieni di tifosi in carne ed ossa, scommesse aperte (giocate con responsabilità), diritti televisivi, commenti a caldo, commenti a freddo... tutto. Del resto, questa quarantena ci ha definitivamente svezzati alla realtà virtuale. C’incontriamo su Skype, alla Domenica mettiamo il telefono a tavola per pranzare assieme agli altri familiari, studiamo on line, siamo smart-lavoratori, cornifichiamo in streaming, viviamo di flashmob e selfie sui balconi, facciamo sport coi tutorial... Perché non dovremmo tifare con trasporto per le copie perfette dei nostri beniamini?  

E poi, vuoi mettere, un calcio senza errori arbitrali e rompicapi VARi ed eventuali...