Ieri sera ero in una pizzeria con un caro amico di fede milanista accompagnati dalle nostre rispettive consorti.
Di fronte al nostro tavolo era piazzato un granda schermo TV con audio azzerato che trasmetteva la partita Fiorentina Milan già iniziata da circa un quarto d'ora. Dopo un decina di minuti io e il mio amico ci siamo trovati l'un l'altro abbracciati, brezzi di gioia, dandoci sonore pacche sulla schiena che non finivano mai! Le nostre mogli, di spalle allo schermo, immerse nei loro discorsi, stentavano a capire le cause della nostra esultanza. Aveva segnato il Milan con un passaggio millimetrico di Suso sulla testa di Chalhanoglu, che con una fulminea incornata deviava il pallone, come una biglia sapientemente colpita  dalla stecca, sul palo destro del portiere viola LaFont.

In effetti per la prima volta (a onor del vero la seconda perchè anche con il Bologna l'atteggiamento della squadra era cambiato) il nostro Milan ci è finalmente piaciuto. Gioco ben manovrato, ragionamenti concreti a centro campo, movimenti validi con e senza palla, contrasti agli avversari ben riusciti,azzeramento dei passaggi all'indietro, e quando la nostra difesa malconcia veniva perforata dai lampi viola ci pensava, con splendidi interventi, il nostro Gigione Donnarumma. Sì una bella partita in sintonia con la buona pizza che abbiamo mangiato, direi un'ottima serata. E dopo aver ascoltato le interviste di rito a fine partita farei un elogio, oltre che ai nostri giocatori, (anche se il Pistolero e Patrik Cutrone sono risultati un po' appannati) soprattutto al nostro allenatore Rino Gattuso che ha azzeccato con tecnica e cinismo la lettura delle ultime due partite disputate, portando al Milan 6 punti preziosi per la lotta alla conquista del quarto posto che ci darebbe l'agognato accesso alla Champions League ( Atalanta docet! ). Ma al nostro condottiero, comunque finisca il campionato, va riconosciuto il merito di aver trasmesso, almeno in parte, la sua grinta, la sua determinazione e da buon calabrese i suoi metodi battaglieri sovrastati da un imperante motto:  "ragazzi non mollate mai!"      
Mi ricorda un po', in questo suo atteggiamento, il mio vecchio allenatore di calcio, calabrese anche lui, (io giocavo nella squadra rionale negli anni 60); erano altri tempi, pensate che "Marsiglia", questo era il suo soprannome, a fine  gara si toglieva la tuta (a furia di sbracciarsi era madido di sudore) e faceva la doccia assieme a tutti i giocatori, vincenti o perdenti che fossero,passando loro l'unica saponetta a disposizione per lavarsi e così quel rituale veniva  virgolettato dalle sue parole di elogio o da improperi di disappunto a seconda del risultato o del gioco espresso dai singoli nel match. Un sistema un pò arcaico ma valido: quella saponetta si poteva trasformare in una carezza oppure in una raspa, addirittura al giocatore reo di una prestazione indecorosa, gli comminava una punizione consistente nell'ingrassare  con la sugna di maiale,, prima del successivo incontro, il pallone in cuoio che sarebbe stato usato, operazione questa piuttosto indigesta ma che comunque serviva di monito e stimolo per tutta la squadra.      
Beh, dopo questo pesante ricordo, un ben più frivolo pensiero mi è transitato nella mente. Mi sembra di aver intravisto, nei meandri delle docce del Franchi il nostro Gattuso avvolto da una nebbia di vapori ed acri fumi di sudore gironzolare con una saponetta in mano, protesa come un testimone nei 400 staffetta, a passarla a tutti gli eroi dell'ultima partita con l'augurio di percepire nettamente il profumo, nelle prossime due gare,non del sapone di Marsiglia, bensì quello più fine, penetrante e benefico della Champions League! Forza vecchio, tribolato, amato Milan!

Un abbraccio    

MASSIMO da ROMA