In prossimità dell'uscita della sua autobiografia Marco van Basten ha rilasciato un'intervista all'editoriale del Corriere della Sera che nelle trasmissioni sportive e sui social fra i tifosi ha destato discussione.
La parte succulenta è stata quella nella quale ha evidenziato come i successi del Milan del periodo sacchiano non fossero merito del tecnico di Fusignano, ma solo dei calciatori, anzi ha detto nonostante il tecnico, adducendo quasi come un fastidio a quei tempi la presenza dell'Arrigo.
Premetto che chi scrive è cresciuto proprio con il Milan di Sacchi e onestamente come giocava quel Milan con pressing asfissiante, linea del fuorigioco quasi sempre perfetta, avversari di blasone spesso annichiliti, cambi di modulo e posizioni dei giocatori in corsa, io non ho visto più altre squadre giocare così se non andando indietro guardando i filmati dell'Olanda di Crujiff.
Sono stato ovviamente e lo sono tutt'oggi convinto di aver visto il più grande attaccante della storia, ovvero Van Basten, aveva tutto, inutile soffermarsi sulle sue qualità.
Ha ragione quando dice che quel Milan era fatto di grandi giocatori, innegabile, ma senza Sacchi non avrebbero ami espresso quel calcio, infatti con Capello la stessa squadra giocava diversamente, un po' più speculare, gusti ci mancherebbe. Credo proprio che dietro le parole del Cigno ci sia un certo astio mai sopito verso Sacchi, dettato da convinzioni calcistiche diverse e magari anche da contrasti avvenuti nel periodo di convivenza.

Non voglio dare ragione o torto a Marco, ritengo che un allenatore abbia la sua importanza sia nel bene come nel male, ma senza i grandi giocatori i risultati difficilmente possono essere raggiunti, spero solo non ci sia la controreplica di Sacchi, in questo periodo è bene per i milanisti avere solo bei ricordi di quel periodo.