E basta! E sono tre ore che ci rompi la minchia con sto linguaggio del corpo. Già appena arrivati siamo stati passati al microscopio, maschi e femmine nessuno escluso, per verificare se il nostro dress-code fosse adeguato al briefing. E come da copione, ogni maschietto è in giacca e cravatta, (anche se va detto che alcuni di noi hanno l’abito e l’eleganza “attuale” degli invitati alla comunione del nipote …festeggiata venti anni prima!) mentre le donne, anche loro come da protocollo, hanno scelto tutte indistintamente l’outfit sexy-sobrio (o sobrio-sexy? Boh? L’essenziale è che si veda…ma non troppo).
Adesso però siamo arrivati alla portata principale del menù, il cd piatto-forte. E infatti da tre ore circa, insensibile al nostro abbiocco post-prandiale, il Tizio dietro la scrivania, dopo averci stupito con gli effetti speciali (sono costretto o me tapino, a guardarobarmi due volte l’anno a Savile Row e viaggio solo in Business) ci sta martellando con le sue tiritere ultrateoriche, che ripete a memoria come un  pappagallo e per giunta le corrobora con un profluvio di slide insignificanti che, secondo lui, ci dovrebbero finalmente far capire come trattare la clientela.
Ma ci sei o ci fai?…  guarda Tizio che a noi è bastato rivolgerti un’occhiata distratta per renderci conto che tu, “arrogantuccio sotuttoio”, non saresti in grado di vendere l’acqua agli assetati nemmeno nel deserto più arido del globo terracqueo, hai pure la protervia di istruire noi che ci relazioniamo praticamente dal nostro primo vagito lavorativo con la clientela più variegata e disparata? Ma mi faccia il piacere!!! Tizio continua imperterrito anche se ormai si è reso consapevolmente conto, persino lui, di non poter incassare la benchè  minima attenzione né tantomeno approvazione alcuna dall’annoiata assemblea. Improvvisamente però, come in una scena di Psyco, dal fondo della sala si alza “la mano”, ed il più sfrontato degli “alunni”, senza nemmeno aspettare il canonico “prego, dica pure” del docente, lo inchioda con un “ ma guardi che basta fare la giusta domanda aperta, quindi ascoltare con attenzione senza quasi mai interrompere e soprattutto guardare il nostro interlocutore, capire cosa realmente vuole e la vendita è ok. Semplice no?”. “Colpito ed affondato” come nella più classica delle battaglie navali!
Tizio barcolla e smozzica parole; ci prova pure a resistere citando in maniera colta scienziati e pubblicazioni elitarie, ma il suo tentativo di estrema difesa somiglia man mano sempre maggiormente alla più iconica delle arrampicate sugli specchi. E poi gli occhi… ha lo sguardo terrorizzato di chi si è visto distruggere il castello di carte e perciò ha perso tutta la sua autorevolezza. Morto. Finito. Sepolto!

Già gli occhi… lo sguardo
Tesoro, era Fromm quello che ha scritto “Avere o Apparire”? Vabbè che il “tesoro di turno” è certamente laureato, con lode e ola della commissione, in astromissilisticapplicata e di queste materie conosce poco, ma sarebbe il caso che gli/le puntualizzassimo che il pensatore tedesco, che di cose ne aveva scritte parecchie, nel caso specifico si era permesso di discettare su un concetto un po’ dissimile; il primo, d’accordo, è “Avere” ma il secondo termine di paragone, per così dire, era il più che aleatorio “Essere”. E quando ti trovi ad attraversare le sabbie mobili dell’Essere, hai voglia a mostrare sicumera ed a dirigerti alla meta col passo marziale…io ti guardo negli occhi! Io cerco il tuo sguardo, perché quello “ti” tradisce e non “mi” tradisce.
Ma ce l’avete presente Zlatan? Ma persino Ibracadabra che è l’incarnazione del “re leone dei campi di calcio”, quando va sul dischetto per tirare il rigore, potrà gonfiare quanto vuole il possente torace e contrarre i muscoli fino a farli scoppiare ma lo sguardo…il suo sguardo vi svelerà che ha l’anima in tempesta, che teme di sbagliare, perché ne ha già falliti tanti e che sarebbe devastato da un altro ulteriore errore. Zlatan non avere paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore! Facile a dirsi (Apparire!) molto ma molto meno a farsi (Essere!).
Già, gli occhi…lo sguardo! Abbasso gli occhi sulla tastiera così divento un leone (da tastiera!). La verità è che i psicofarmaci costano una tombola ed allora i Frankie si mettono a scrivere sui social. Ma ve l’immaginate la scena? Tesoro vuoi salire? Dai, ti mostro la mia collezione di psicofarmaci… E quindi cosa ti resta da fare? Parli, parli…ed alla fine ti accorgi che non ha capito nulla di quel che hai detto (perché in concreto è proprio quello che hai detto: “il nulla”) mentre invece ha capito “tutto di quel che non hai detto”. Tradotto: bello, guarda che della tua paura e magari della tua tristezza m’interessa meno di niente! Ma lo sapeva già, l’ha capito guardandoti, ti ha scarnificato l’animo ed il cuore perché ha visto il tuo sguardo, i tuoi occhi e l’uno e l’altro avevano già confessato l’opposto di quello che la bocca diceva pur avendo tu usato tutto lo scibile di parole al miele possibile ed immaginabile. Aò, tu che leggi, sottospecie di  Save the Children da divano, ma l’hai mai visti gli occhi di un bambino afghano, libanese, dello Zen o di Scampia ed adesso quelli di un ucraino o di un russo? Si anche quelli del bimbo russo, perché io sono strano, e della favola di Cappuccetto Rosso mi piacerebbe sentire anche la versione del Lupo Cattivo e non sempre e solo quella della Nonna; e certamente nei loro occhi, perché sono proprio uguali gli occhi di ogni bambino, troveresti la stessa terribile paura. E per cancellargli quel terrore, che dici, gli somministriamo, tipo sciroppo, due paroline dolci-dolci e…stiamo apposto così ? Ma guardali negli occhi invece ed abbracciali con tutto l’amore che hai, sempre se ce l’hai, che cazzo aspetti ancora? E vedrai che lo sentirà, lo capirà, senza linguaggio del corpo, se sei veramente in ansia per lui o stai facendo ipocritamente finta.

Gli occhi…lo sguardo. Hai mai visto un quadro di SAMO Basquiat? Io di arte non capisco una beneamata mazza e proprio non mi capacito come una sua “opera” possa valere centinaia di milioni…ma mi piace. Forse perché ignorantemente ci riconosco la disperazione di un ragazzo che alla fine muore a 27 anni di overdose? Ma poi perché diamine uno debba decidere di morire a 27 anni…un mistero! Sarà una fatalità, un compleanno maledetto, visto che alla stessa età decidono di dire “basta” alla stessa maniera Jimi Hendrix, Miss Janis Joplin, Jim  Morrison e Kurt Cobain. La crisi del 27° anno? Ma m’avevano detto che c’era quella del 7° anno nel matrimonio e di questa nessuno mi aveva parlato. E poi a questi qui cosa mancava? Avevano tutto, all’apparenza. Ma l’apparenza inganna! Ma vuoi vedere che Fromm avesse torto? Certo è che, l’ho appena detto, a questi disperati il verbo Avere mica gli mancava nel data-base. Però gli occhi e lo sguardo erano proprio gli stessi, uguale precisi in tutti e cinque. Disperati e basta. Mancanti di “tutto”. Perché non lo capisci? Ti faccio un disegnino?

Gli occhi…lo sguardo. Ehi, hai visto quella? Ma sta guardando proprio me? Ma hai visto come mi guarda? Caspita, niente male…si, però…ma guarda che è proprio carina, ha un fisico che fa fermare gli orologi…si però…ma scusa, che vorresti di più? Si, però…ma tu hai visto che occhi? Quando ride le si fanno i cuoricini dentro ed ha uno sguardo…si però che gambe, che seno e…che lato B!
Sì però a me m’hanno (LP) colpito gli occhi e lo sguardo: sono bellissimi, dolcissimi, felici…guardali bene…ha uno sguardo che promette amore e te lo vuole dare senza pensarci troppo su; ti dice con gli occhi che le basta che tu glielo ricambi con la stessa identica sincerità…
Ma non lo so, è difficile pensarla allo stesso modo in cui la vedi tu. Cerca di capirmi.
E ti pareva che alla fine non dovevo essere io a capirti… che tu, il mio fedele amico, non mi chiedevi una cosa complicata?
E adesso, tanto per cambiare, sono io ad essere confuso ed a doverti dare una risposta. Ti ricordo che sono solo un uomo e so fare una cosa alla volta e cercare di capirti mi è impossibile: o cerco o… capisco!