Stiamo vivendo un momento surreale e impensabile fino solo a qualche giorno fa.
Il coronavirus sta mettendo a dura prova l'Italia intera, anche se il Nord, e più precisamente la Lombardia e il Veneto ne stanno pagando, per ora, le conseguenze più gravi.
No, non ho alcuna intenzione a parlare di questo virus, c'è già chi lo sta facendo assiduamente, e io non ho alcuna competenza per dare giudizi, consigli o altro, ma mi voglio soffermare un attimo su cosa è successo e cosa succederà nel futuro prossimo al calcio italiano, e capire se siamo davanti ad una sorta di "falsificazione" del campionato di serie A. Siamo abituati a polemizzare su tutto, ma proprio tutto ciò che ruota intorno al calcio e a una partita. Ne abbiamo sentite di ogni tipo, da chi conta la differenza delle ore di riposo tra una squadra e l'altra, chi critica il calendario per alcune coincidenze poco gradite su alcuni scontri ecc...
Qua siamo difronte ad alcune misure di sicurezza prese fino ad ora, e quelle che saranno prese, che non coincidono e non sono in linea di uguaglianza per tutti. Nel fine settimana scorso sono state rinviate alcune gare di Serie A, Torino Parma, Verona Sassuolo e Inter Sampdoria, trovando la soluzione di far giocare queste partite a porte chiuse, irrealizzabile per alcuni motivi. Il primo di ordine economico, il secondo di ordine pubblico. Però per la prossima giornata, si prospetta una domenica a porte chiuse e trasferte vietate. Insomma due pesi e due misure. Chiariamo che la scelta delle porte chiuse, danneggia maggiormente, se non esclusivamente chi gioca in casa, che non può contare sul supporto del proprio pubblico, e ha delle perdite economiche dovute al mancato incasso, e al probabile rimborso dei tagliandi venduti.

Detto questo, oggi il presidente Andrea Agnelli, ospite di un programma radiofonico, ha parlato a ruota libera, non capita quasi mai, e tra le altre cose ha dato una bella lezione di stile e serietà, che probabilmente al contrario non avrebbe ricevuto, anzi. Si perché una delle partite che si giocherà a porte chiuse sarà proprio Juve-Inter, una partita clou che potrebbe decidere molto del campionato. Mentre la partita dell'Inter di domenica scorsa è stata rinviata.
Giocare allo Stadium per la Juventus è importante, da quando è stato inaugurato è diventato una specie di roccaforte per i bianconeri, e giocare in uno Stadium vuoto non è la stessa cosa. Agnelli ha tranquillamente detto che "la cosa più importante è la salute e la salvaguardia delle persone, qualsiasi provvedimento sarà preso lo attueremo senza problemi". C'è da immaginare, senza falsa morale, che non solo a parti invertite con i nerazzurri, ma anche con i vari Delaurentis, Commisso e compagni di merende, le polemiche non si sarebbero fatte attendere, considerando che solitamente avvengono anche per molto meno. Invece, come sempre, dalla sponda Agnelli arrivano comportamenti diversi, in barba alle critiche e alle battute sul suo conto, il giovincello si dimostra più saggio di molti altri.
Ovviamente il sottoscritto è assolutamente d'accordo con con la chiusura degli stadi, ma per garantire una assoluta parità di regolarità, anche le partite del week end appena passato avrebbero dovuto avere lo stesso trattamento, e la prossima giornata dovrebbe essere a porte chiuse per tutte le partite. Perché questa situazione non c'è per una questione disciplinare contro qualche società, come accade per razzismo, ad esempio, quindi ci vorrebbe più uniformità di trattamento. Punto. Agnelli ha anche parlato del momento che si appresta a vivere la sua squadra definendolo, il momento per cui si prepara tutta una stagione "partite come quella di Lione, l'Inter domenica, e il ritorno coi francesi, sono il motivo per cui i giocatori si preparano tutto l'anno, appunto per essere pronti ora."
Poi su Sarri ha chiarito "siamo molto contenti di questa prima fase della stagione, con Sarri è il nostro terzo inizio, dopo Conte e Allegri, e il nostro progetto è un progetto a medio lungo termine perché sappiamo il tempo che serve" e ancora "le critiche arrivano inspiegabilmente più da voi giornalisti, noi siamo felici di Sarri e del suo lavoro e continueremo con lui" Una battuta su Guardiola "Pep sta molto bene dove sta e non ha alcuna intenzione di andarsene, per questo motivo non possiamo pensare di avere un allenatore che sta bene dove lavora, è controproducente" Il presidente ha fatto il punto della situazione alla vigilia del momento più importante della stagione, facendo capire a tutti che ora gli sbagli si pagano e che per certi sbagli non c'è rimedio.

A buon intenditore poche parole.