Ormai lo abbiamo imparato, seguire i nomi proposti dai giornalisti è solo una perdita di tempo, alimentano confusione e nulla più, quindi armiamoci di pazienza e aspettiamo perchè saranno due lunghi mesi. Per prima cosa vorrei sgombrare ogni dubbio su tutte le preoccupazioni di molti opinionisti, Ruiu per primo, che il valore patrimoniale della rosa del Milan possa andare ad azzerarsi. La perdita dei fratelli portieri, che continuo a non nominare e quella molto probabile di Calhanoglu, maglia numero 10 di un Milan ben lontano dai nostri sogni, quanto può incidere economicamente, in un mercato così bloccato ? 35 o 40 milioni ? Forse si, ma è impossibile trovare club disponibili a pagarne il cartellino, accollandosi anche le loro ingenti pretese contrattuali. E' quindi una perdita o piuttosto un enorme risparmio?

Torniamo ancora su argomenti già trattati, su un modo di agire di questa proprietà, innovativo e diverso dal passato, ma che poco interferisce con le posizioni dei tifosi, interessati esclusivamente a gioire per le vittorie della propria squadra. Se poi sono ottenute con calciatori di proprietà o con qualche prestito, a chi può interessare? La cosa determinante è tornare ai vertici. E' il risultato sportivo raggiunto, l'unica cosa importante. Grazie al quale si può sopperire ai molti vincoli economici, imposti dalla proprietà. Totalmente superfluo parlare di valore patrimoniale, senza comprendere il contesto dove inserirlo. 

La squadra allenata da Mister Pioli, la più giovane del nostro campionato, si è classificata al secondo posto, un punto di partenza, come Paolo Maldini ha voluto ribadire nel recente incontro, con gli ultras festanti, davanti a Casa Milan. Quello che non ha potuto dire è che i soldi messi a disposizione, lo scorso anno, dal Fondo Elliott proprietario del Milan, che fa del "virtuosismo economico" il suo piano migliore, non erano certo sufficienti a predisporre una squadra competitiva per le primissime posizioni. Un mercato, è bene ricordarlo, chiuso in attivo, grazie alla cessione di Paquetà e ai soldi introitati dal Siviglia per Suso, che Maldini ha completato piazzando i giocatori non funzionali al progetto, tagliando tutti i giocatori in scadenza di contratto, oltre ad altri liberati in anticipo, come ad esempio Musacchio o Reina. Gli unici soldi spesi sono stati quelli per l'acconto  sull'acquisto di Tonali e per il tesseramento del norvegese Hauge e del belga Sealemaekers, con Kalulu, arrivato a parametro zero.                                                           

I prestiti, Dalot dal Manchester Unt e Diaz dal Real Madrid oltre all'inserimento di giovani provenienti dal vivaio, Maldini e Colombo, hanno completato la squadra, con una ingente riduzione del monte ingaggi e sicuramente con la proprietà non interessata a quale potesse essere  il valore economico di tutto il gruppo. Quando ad inizio gennaio il Milan, primo in classifica, necessitava di almeno tre rinforzi, per cercare di vincere uno scudetto, che per quanto impossibile, sarebbe potuto essere alla portata, la proprietà ha riconfermato le sue priorità che non contemplano investimenti e di mettere mano al portafoglio. Invece dei rinforzi hanno comprato Casa Milan, ma sono arrivati con la formula del prestito: Meitè dal Torino e Tomori dal Chelsea oltre allo svincolato, Mandzutik che purtroppo è stato praticamente inutilizzato a causa degli infortuni. Lo scudetto, solo un sogno per pochi, logicamente ha preso altra direzione, con rammarico per i tifosi, ma il tanto prezioso valore economico della "rosa" del Milan, caro ad alcuni opinionisti, come se fossero azionisti, è logicamente lievitato. Non poteva essere diversamente, con un intero campionato disputato al vertice e la visibilità ottenuta giocando l'Europa League. Una cifra ben superiore a quella iniziale. Alcuni esempi. Theo, comprato a 20 milioni, ne vale 50, Bennacer comprato a 16 lo stesso, ma il ragionamento vale per tutti da Calabria a Gabbia, da Hauge comprato a 5 che oggi vale 15, fino a Krunic o Castilleco. Valori sempre teorici in assenza di richieste e che comunque non incidono sulla cifra di vendita, per altro ben nota, fissata dal Fondo Americano..

Ma torniamo al risultato sportivo, poichè è l'unica cosa che può interessarci. Raggiungere la qualificazione Champions, ha messo a disposizione dell'area tecnica, una somma economica superiore alla cifra stanziata annualmente per l'acquisto dei cartellini, non certo per gli ingaggi, che prevede ancora riduzioni (vedi portiere) e con rinnovi che non dovrebbero incidere con aumenti superiori al 30% del contratto in essere, cosa quasi impossibile come stiamo constatando quotidianamente. Denaro fondamentale per tentare di rafforzarsi e colmare il gap che resta consistente con formazioni che, per svariati motivi, si sono classificate dietro al Milan. Che poi questi soldi si spendano per l'acquisto definitivo di Tonali, De Paul o Ciccio del Ghiaccio a loro poco interessa, l'importante è che, se pagati, siano giovani e che il cartellino venga ammortizzato in più anni.                                                               

La Dirigenza, in un momento economico particolarmente difficile ha puntato sui giovani, una scelta non facile per una società così "blasonata" come è il Milan. I margini di sbaglio sono elevatissimi, così come i costi, oltre a dover armarsi di tanta pazienza, dovendoli aspettare e l'esempio di Tonali è sotto i nostri occhi. Giusto quindi rivolgersi a quei club come Barcellona, Real Madrid o Chelsea che hanno settori giovanili floridi e costosi, con  l'esigenza di metterli in mostra per poterli vendere. Quale vetrina migliore di un grande club come il Milan? Una soluzione poco usata in passato, poichè si rivalutano giocatori non di proprietà, ma economica e specialmente che sopperisce agli eventuali sbagli di mercato, che lavorando con giocatori giovani, devono essere messi in preventivo.  Ora, se alcuni storcono il naso, segnalando che il valore patrimoniale della squadra non ne trae benefici, segnalo che se, come accaduto, sono funzionali per raggiungere gli obiettivi, non ci interessa minimamente. Senza prestiti il Milan non sarebbe arrivato secondo e di conseguenza non avrebbe potuto riscattare Tomori, il giocatore più importante e funzionale fra quelli "parcheggiati" al Milan,  Oltretutto i calciatori di proprietà non mancano, anche se molti sono in esubero o non rientrano nei progetti di società e Allenatore : Laxalt, Conti, Duarte, Colombo, Brescianini, Pobega, Plizzari e Caldara. Duarte resterà in Turchia per essere probabilmente acquistato e Laxalt dopo l'esperienza al Celtic ha sempre estimatori, specialmente in Russia, così come Conti dopo Parma, destinato al Genoa, Colombo verrà dato solo in prestito, mentre Brescianini ha molte richieste in serie B, Brescia più di altre. Chi è destinato a restare sicuramente è Plizzari, che ricoprirà il ruolo di terzo portiere, utile anche per rispettare quelle direttive UEFA che obbligano all'utilizzo di almeno quattro giocatori formati nel proprio vivaio e quattro in vivai italiani. Probabilmente anche Pobega, giovane di grande prospetto, potrebbe rinforzare il centrocampo, ma su di lui ci sono gli interessi di molti club, specialmente stranieri. Un discorso particolare merita Caldara. Il Milan ha sei centrali difensivi, i titolarissimi Kjaer e Tomori, poi Romagnoli, che dovrà rinnovare il contratto in scadenza il prossimo anno, oltre ai giovani Kalulu e Gabbia e appunto l'ex atalantino. Uno o due andranno venduti. La cessione di Romagnoli potrebbe portare quella liquidità indispensabile se si vogliono fare acquisti di un certo spessore, mentre Caldara nella più ottimistica delle soluzioni potrebbe essere scambiato, ad esempio con la Roma che deve rafforzare quel reparto, altrimenti resterà al Milan e Gabbia a quel punto dovrà partire, tenendo Kalulu.  Davanti la difesa i confermatissimi e intoccabili, Bennacer e Kessie, avranno come alternativa Tonali, che dovrebbe essere  riscattato, anche se il presidente Cellino, difficilmente e aggiungo giustamente, accetterà una ulteriore dilatazione dei pagamenti, utilissima proprio a Maldini per tentare l'acquisto di un argentino. Se Pobega dovesse partire molto probabilmente si ricorrerà ad un prestito.

Paolo Maldini deve riuscire a continuare questo percorso virtuoso, un acquisto "importante", due giovani promettenti e due o tre prestiti che possano garantire un reale salto di qualità, oltre al solito "vecchietto" a parametro zero, sia esso Giroud o Ilicic. Un mix che dovrebbe assicurare sia il raggiungimento di brillanti obiettivi sportivi, sia quel pareggio di bilancio che solo due anni fa sembrava impossibile e aveva portato all'esclusione dalla Europa League. Se ciò riuscisse per tre o quattro sessioni di mercato, si riuscirebbe ad avere una squadra forte, competitiva e con una sostenibilità economica impossibile a tutti gli altri Top Club. Un passaggio che probabilmente sfugge a tanti opinionisti. Maldini e forse Gazidis, sicuramente si preoccupano del contratto in scadenza di Kessie, l'unico realmente importante, ma alla Proprietà è solo un numero, se non rinnovasse andrà in scadenza e sarà sostituito, con il costo del cartellino totalmente ammortizzato. Se dopo quasi tre anni non abbiamo capito questi passaggi, meglio rinunciare a fare analisi.

Il lato positivo è che giocatori in prestito, giovani o meno, ce ne sono tantissimi, alcuni veramente forti, anche se al Milan bisogna guardare a quelli con stipendi bassi, meglio se bassissimi e oggi la squadra rossonera, con la qualificazione Champions, è molto più attrattiva rispetto a qualche anno fa. Penso a Zlyechi, il 28 enne arrivato all'Arsenal dall'Aiax, senza trovare spazio, a Dani Ceballos 24 anni, talento spagnolo del Real Madrid, prestato all'Arsenal che non lo riscatterà, ad Emerson Royal difensore del Barcellona o Tammy Abraham 23 enne attaccante del Chelsea, ma la lista è lunghissima e altrettanto interessante.
Questo è il terreno dove Maldini si muove meglio, i giocatori preferiscono giocare che stare in panchina, c'è ampio margine di azione e specialmente si spende poco, cosa di gande interesse per la "NOSTRA" proprietà. 
FORZA MILAN