Nei mondiali che si stanno disputando in Giappone l'Italvolley femminile sta avendo un ruolino impressionante con 10 vittorie in altrettante partite. La Nazionale italiana ha conquistato l'accesso alle semifinali e sta facendo innamorare gli appassionati della pallavolo ma anche gli italiani che non hanno un particolare feeling con questo sport. Tra le giocatrici italiane di una Nazionale multietnica e giovane, con l'età media sotto i 23 anni, vi è l'emblema Paola Enogu, diciannovenne del 1988, dalle qualità tecniche straordinarie.

La giocatrice italiana, nata da genitori nigeriani, inizia il suo percorso pallavolistico a 12 anni a Cittadella, nella città in cui vive da piccola. Tappa dopo tappa, dimostra un bagaglio di gioco ampio e qualitativamente molto alto. Con il Club Italia, squadra romana, arriva dalla serie B1 alla serie A1, il massimo campionato pallavolistico italiano femminile. In serie A1 in una gara realizza 46 punti, il record più prolifico di sempre di tutto il massimo campionato italiano. Nel 2017 si trasferisce all'AGIL Volley nella città di Novara. Con la squadra piemontese trionfa nella Supercoppa Italiana e nella Coppa Italia. In quest'ultima manifestazione risulta la migliore giocatrice. Con la Nazionale azzurra il percorso di Paola Enogu inizia nel 2015 nelle fila dell'Under 18 ma in maniera sorprendente nello stesso anno gioca nell'Under 19, nell'Under 20 e arriva addirittura la convocazione nella Nazionale maggiore. Nel 2017 con la prima squadra dell'Italia vince una medaglia di argento a Nanchino, in Cina, dietro al Brasile.

La pallavolista italiana gioca nel ruolo di schiacciatrice, ha una fisicità imponente, una grande determinazione e una schiacciata a dir poco devastante. La cosa bella di Paola Enogu è che nonostante la fama, gli sponsor e la grande carriera che sta avendo, rimane una persona dotata di una grande umiltà. Il suo obiettivo in futuro è quello di studiare giurispudenza e di diventare avvocato. Non ha nemmeno un tatuaggio perché dal suo punto di vista rovinerebbe il regalo che ha fatto il Signore donandole un corpo. Prima di vederla nelle aule di tribunale, l'augurio è quello di vederla, per il bene dell'Italia e della pallavolo, ancora per molti anni sui campi da volley.