Il pane, quello morbido e profumato acquistato al forno vicino casa, una fetta di mortadella e neanche il tovagliolo nella mano destra e il pallone, quello arancione, messo sottobraccio.
Giù per le scale del palazzo, scese a balzi, di corsa, con l'eccitazione di un bambino che ha il giorno di Natale. Sai già che non sai giocare, che farai pena anche oggi, che non ti mettono in porta solo perché quel giorno il pallone lo hai portato tu, ma forse lo farai da solo, per evitare brutte figure, perché quelle le fai comunque anche se il pallone quel giorno lo hai portato tu.

Esci dal portone e gli amici chiamano la palla, in meno di tre minuti abbiamo già fatto squadre, regole, scelto in quale parte di campo giocare e fatto le porte. "Fare le porte", se lo dici ad un ragazzo di oggi non capirebbe, ma se lo chiedi a chiunque, leggendo questo articolo ci si ritrova, sa bene di dover raccogliere giubbini, cappelli e zaini per formare due pali immaginari che si alzano in modo perpendicolare al cumulo di roba. La traversa poi... era un altezza aleatoria in base al balzo e allo sforzo del portiere di turno. Si creavano incomprensioni, litigi, ma il compromesso si trovava sempre, senza un arbitro, un replay, guardalinee e addetti al Var.

I campi: se ti andava bene noi giocavamo al campo delle pecore (il nome dice tutto), era uno sterrato dove la mattina ci mettevano le pecore mentre il pomeriggio era libero perché ritornavano la sera, ma dovevi occuparlo prima degli altri altrimenti dovevi arrangiarti per strada, le porte erano i pneumatici delle auto parcheggiate ai lati. Il resto erano ginocchia sbucciate, palloni sotto le auto, le grida delle signore del palazzo che volevano dormire e i palloni bucati dal signore burbero.


A distanza di anni, con questo articolo ho trovato la risposta da dare a mia moglie quando mi chiede perché guardo sempre il calcio, perché con gli amici parlo solo di Fantacalcio e calciomercato, perché la mia Homepage è Calciomercato.com
Il calcio è il nostro tornare ragazzi,
il sentire ancora quell'eccitazione di scendere a giocare a pallone. Il motivo per cui conservo sempre, nel portabagagli dell'auto, sempre un pallone arancione... Non si sa mai!