Chi è appassionato di pallone come me, sicuramente, almeno una volta nella vita, si è posto ed ha dovuto rispondere all’eterno dilemma: è più forte Maradona o Pelé? Ahimè per puro senso pragmatico, non ho mai potuto rispondere oggettivamente a questa domanda in quanto non ho vissuto l’epoca del Carioca, del quale però ricordo benissimo le prodezze nel film “Fuga per la vittoria” – epica fu una delle sue poche battute, mentre mister Colby prima figura di allenatore/giocatore del calcio cercava di spiegare la strategia di gioco, Pelé prende il gessetto dalle sue mani e gli dice: << Colby gli dica di passarmi il pallone qui, io poi faccio così… così… così…così… goal. Facile!>>. Non ero abbastanza grande per apprezzare completamente le prodezze del genio argentino, il ricordo più nitido che ho è il famoso urlo di Maradona per il goal contro la Grecia durante i nefasti Mondiali di calcio USA 94. Un goal spettacolare anche se non il classico del suo repertorio. Dopo quella partita ci fu Argentina Nigeria, e sappiamo come finì, con un Maradona sorridente e irriverente che usciva dal campo mano nella mano con una infermiera addetta all’antidoping. Dopo ci fu la squalifica che mise la parola fine alla sua carriera.

Come ben sappiamo però il dualismo nel calcio è sempre esistito, e di paragoni ne sono sempre stati fatti, tra compagni di squadra, tra rivali cittadini, tra rivali di nazionali differenti, o tra giocatori di epoche calcistiche differenti. Se dovessi pensare su due piedi ai grandi campioni del mondo del pallone potrei nominare facilmente questi giocatori, di cui alcuni, visti solo nei vari filmati che youtube ci tramanda: Piola, Mazzola, Di Stefano, Puskas, Eusebio, Pelé, The Best, Cruyff, Van Basten, Roberto Baggio, Ronaldo (quello vero)… Se dovessi nominare invece alcuni dei dualismi più belli del calcio invece potrei pensare a: Alfredo Di Stefano/Ferenc Puskas – The Best/Cruyff – Roberto Baggio/Alessandro Del Piero – Franco Baresi/Beppe Bergomi – Cruyff/Van Basten – Lampard/Gerrard, e così via.

Insomma, prima del nuovo millennio, i dualismi erano tanti, ma così numerosi che difficilmente potrebbe bastare un articolo per identificare il giocatore o i giocatori più forti del mondo. Altrettanto difficile sarebbe individuare poi i singoli dualismi che potrebbero essere oggetto di una discussione tecnica. A prescindere da ciò però, c’è quasi sempre stato un premio calcistico che ha sempre cercato di mettere a tacere questa discussione, l’ambito Pallone d’Oro, riconoscimento creato dalla rivista France Football che prima annoverava solo i campioni europei, ma che dal 1995 viene assegnato anche ai calciatori provenienti fuori dal continente. Ovvio non sempre i risultati erano quelli che ci si aspettava, e a volte a vincere il trofeo era un giocatore che forse non era un goleador o un funambolo. Se dovessi pensare a due Palloni d’Oro inaspettati, vengono in mente due nomi. Il primo è quello di Matthias Sammer, alias Motzki (brontolone), grande difensore che si guadagno l’ambito premio a seguito di una annata entusiasmante, tanto per la sua squadra di club quanto per la sua nazionale. Infatti, nel 1996, il Borussia Dortmund vinse la Coppa Campioni e la sua Germania vinse l’Europeo, anche se questo premio fu per molti immeritato visto che al secondo posto si piazzò un giovanissimo Ronaldo, il fenomeno… quello vero! Il secondo invece fu ancora più eclatante, personalmente non lo ho mai visto giocare, ma come il sottoscritto oso dire che anche molte altre persone non lo hanno mai visto. Forse qualcuno nemmeno lo ha mai sentito nominare: Lev Jasin, alias il RAGNO NERO, soprannome dovuto alla sua tenuta sportiva. La vera peculiarità di questo giocatore, e il merito di questa citazione, consta nel fatto che è tutt’ora l’unico portiere che abbia mai ricevuto l’ambito riconoscimento. Non mi intratterrò a lungo a citare le sue statistiche, anche perché per gli analisti del calcio queste erano in un qualche modo falsate visto che il giocatore militava nel campionato sovietico e la sua Nazione non era proprio trasparente nel trasmettere certi dati.

Però, se andiamo a vedere le statistiche dal 1995 al 2008, l’alternanza come giocatore più forte del mondo fu notevole, ben 12 vincitori differenti in 13 anni. Questo era dovuto forse a parametri di calcolo differenti, e ad una visione del pallone maggiormente ristretta al calcio giocato piuttosto che al fenomeno mediatico della situazione. Certamente anche in quei 13 anni ci furono molti giocatori che avrebbero meritato di più quel premio, a partire proprio da quel Ronaldo Luis Nazario de Lima che si vide togliere quel premio sotto gli occhi da un difensore. Vi immaginate un CR7 o un Lionel Messi che il giorno della premiazione, nei loro completi costosissimi, vedessero con i loro occhi nominare un Leonardo Bonucci? Ecco la sensazione potrei immaginare che potrebbe essere proprio quella. Ritornando alla giusta alternanza del vincitore, sicuramente in quel periodo abbiamo avuto la fortuna di ammirare tantissimi campioni, Zidane, Figo, Rivaldo, Ronaldinho e molti altri, infatti questo il premio lo hanno vinto. Se penso a chi poteva altrettanto vincere questo premio, potrei inserire Francesco Totti, Paolo Maldini, Henry, Lampard, Beckham. Il dualismo in quegli anni è stato sotto molti punti di vista prolifico, e ha fatto emergere moltissimi campioni che sono riusciti ad affermarsi grazie alle loro prestazioni personali e corali di squadra. E’ più di un dato di fatto che d’altronde a questo premio concorrano quei giocatori che con le loro squadre raggiungono i più ambiti trofei nazionali, internazionali e con la rappresentativa del proprio Paese.
Purtroppo, però, negli ultimi abbiamo vissuto un dualismo che ha un po’ annientato le aspettative personali, un dualismo che tutt'oggi esiste e che ci fa porre la medesima domanda del precedente millennio ma con interpreti diversi: è più forte Lionel Messi o Cristiano Ronaldo? Domanda alla quale è quasi impossibile rispondere, anche perché molto è influenzato dal modo in cui si preferisce giocare e vuoi perché oggi i media e i social la fanno da padrone. Anzi, forse per alcuni versi la risposta è anche condizionata da alcuni presupposti e fatti che potrebbero incidere sulle valutazioni personali, presupposti e fatti che andrò a breve a spiegare.

Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, dal 2008 hanno rubato il palcoscenico internazionale e in un qualche modo hanno reso gli sforzi di moltissimi colleghi praticamente vani. Ad eccezione del Pallone d’Oro del 2018 vinto da Lucas Modric, i due fenomeni si sono resi protagonisti e proprietari indiscussi del riconoscimento di France Football. Qui nessuno mette in discussione la loro forza, questa è sotto gli occhi di tutti numeri alla mano. Ma c’è un però che molto stride con i vecchi criteri di assegnazione. In questi anni di quasi totale dominio, ci sono stati almeno 3 o 4 giocatori che si son visti soffiare questo premio solo per costruire mediaticamente il mito di Ronaldo e Messi. Inizio dai più eclatanti, la coppia del Barcellona, il Gemelli Derrick della Catalonia, Xavi e Iniesta. A mio avviso, ritengo che nessuno giocatore più di loro possa dirsi in un qualche modo tradito da questo dualismo. Due giocatori al dir poco eccezionali, e che secondo me sono stata la vera fortuna del Barcellona imbattibile. Non è un caso infatti che da quando questi due funamboli non giocano più insieme, il Barcellona, nella casella Coppe Europee, non mette la firma. Già perché l’ultima vittoria della Champions League è del 2014-2015, e guarda caso fu l’ultimo anno dei terribili due in quel centrocampo. Non solo oserei dire. Questi due ragazzi sono stati anche i protagonisti assoluti delle cavalcate delle Furie Rosse che dal 2008 al 2012 hanno dominato in Europa e nel Mondo. Personalmente è proprio questo che non mi va giù di questa vicenda, io capisco che è bello quando un giocatore da spettacolo, quando salta giocatori su giocatori e poi va in goal, ma grazie a chi riesce a fare tutto questo? Senza quel filtro di centrocampo Messi sarebbe stato ugualmente Messi? Senza quel centrocampo, il Barcellona e la Spagna avrebbero raggiunto ugualmente quei risultati? Io non credo proprio. L’equilibrio e la tecnica che assicuravano alle proprie squadre era impareggiabile e difficilmente si potrà mai più vedere un centrocampo simile.

Altri giocatori che hanno subito un torto clamoroso, sono stati sicuramente due assoluti protagonisti del Liverpool: Salah e van Dijk. Nel 2019 il Liverpool arrivò secondo ad un solo punto dal Manchester City nel proprio campionato, ma superò sé stesso portando a casa la coppa più importante, la Champions League. Assoluti protagonisti della stagione furono proprio quei due giocatori, chi con le sue progressioni e chi con quel muro invalicabile alzato a tono davanti ad una porta ben protetta. La cosa però assurda, sta nel fatto che chi vinse il pallone d’oro nel 2019 fu Lucas Modric. Per carità, buon centrocampista, ma seriamente era il più forte? Seriamente si è dato questo riconoscimento ad un giocatore che onestamente ha fatto solo una stagione sopra la media? Così fosse, allora i due citati sopra avrebbero dovuto vincerne almeno 3 a testa!

E’ un peccato che in questi anni si siano persi tanti campioni per strada, e più che altro è un peccato che in questi anni, alcuni di questi giocatori non hanno avuto il dovuto riconoscimento per le loro prestazioni a causa di un dualismo, a mio avviso, costruito a tavolino. Sì lo ripeto, per me questo dualismo è stato scientificamente costruito per montare un mito a dovere. Per far ricordare ai posteri che in questi lunghi 12 anni, il palcoscenico mondiale si debba ricordare solo di due giocatori, sicuramente fenomeni, ma non per questo si doveva riconoscere solo a loro questo premio.

Oggi ho dato il meglio di me, questo era un pezzo che avevo nel cassetto da tempo, ma che non sapevo ancora bene come scrivere, ed allora, senza revisione e senza interruzioni ho buttato giù tutto il mio pensiero polemico verso un riconoscimento che da sportivo è divenuto politico!
EDM